Poco da dire, se non che molti pseudotifosi napoletani, auto-condannati in eterno ad una mentalità ottusamente provinciale che scambiano per fieramente vincente, non meritano per nulla Carlo Ancelotti. E non meritavano neppure Maurizio Sarri, che avrebbero esonerato dopo il suo pessimo inizio al primo anno (6 punti in 5 giornate, perdendo a Sassuolo, pareggiando con Empoli, Samp e Carpi e vincendo solo contro la Lazio al San Paolo, arrivando comunque secondo con 82 punti) 

Io intanto guardo e imparo cose sempre nuove, consapevole di seguire un Napoli che è ancora in parte cantiere, può prendere mezze stecche come quella di Belgrado e totali come quella di Marassi, ma poi dà ancora lezioni di calcio a chi di calcio qualcosina ne capisce.

Soprattutto, cambiando pelle, si sta rendendo molto meno prevedibile e meno schiava di certi integralismi d'uomini e schemi. Più completa e più grande. Di mentalità e approccio generale; di consapevolezza e carattere prima che nei suoi uomini.

E poi già sono tornati momenti di grandissimo calcio spettacolo, sia oggi che nella comunque brutta e frustrante prima di Champions, dove i tocchi di classe e le belle giocate non sono mancate. Se Sarri era (ed è) un maestro pur senza aver mai vinto niente, Carletto è a maggior ragione un maestro abituato però a raccogliere trofei.

L'OFFESA PIÙ ODIOSA A CARLETTO

E l'altra offesa odiosa contro il nuovo tecnico del Napoli, grandissimo e sottovalutatissimo colpo estivo di De Laurentiis, è questo ripetere ossessivamente e stupidamente:"Ha vinto tanto, ma solo con squadroni e corazzate". Come se mettere insieme tanti Top Player e prime donne fosse un gioco da ragazzi, che qualsiasi opinionista da bar saprebbe fare vincendo poi campionati, Champions e coppe nazionali. Come se arrivare ad allenare i migliori club del mondo, non fosse già di per sè già attestazione di enormi, invidiabili e rare capacità e competenze.

Che poi, perdonatemi: CR7 ha vinto tutto ciò che a vinto nel Manchester United e nel Real Madrid, o giocando nel Valencia e nell'Everton? Allegri ha portato 7 scudetti alla Juvetus o alla Sampdoria? E Zidane? Ha alzato la  la Champions a Roma o a Madrid? Non ci risulta, ergo lo stesso discorso può valere per qualsiasi grande campione e grande allenatore al mondo: chiaro che per vincere servano squadre competetive altrimenti Ronaldo sarebbe diventato campione del mondo con il suo Portogallo ed oggi potremmo (forse) paragonarlo a Maradona, che allenandosi 6 ore la settimana invece di 6 al giorno vinse quasi da solo un mondiale e 2 scudetti, in un campionato di Serie A di gran lunga più competetivo e difficile di quello attuale, con i supercampioni che erano la norma e non l'incredibile eccezione da celebrare tutta l'estate come "acquisto del secolo". 

IL PARADOSSO DEI CIUCCI E PRESUNTUOSI

Evitate quindi di dare aria inutile alla bocca, confermando che è proprio vero: più si è ciucci, più si è presuntuosi convinti di sapere tutto e di poter insegnare a chi da anni fa e vince. Non avete mai amministrato neppure un condominio e volete spiegare come si fa impresa a chi, in soli 14 anni, ha portato una squadra dal fallimento e la C alle top d'Europa, mettendo insieme a botte di plusvalenze intelligenti (quelle suelle quali da bravi inetti fate ironia) una rosa che ora vale quasi mezzo miliardo. 

Volete insegnare a chi ha vinto tutto e anche di più, quale modulo usare, che giocatori schierare e che cosa dire nelle conferenza stampa.  

State zitti al vostro posto: sul divano o allo stadio. Esultate quando si segna, siate vicini alla squadra quando le cose vanno male. Che a salire sul carro di chi vince è roba da miserabili, se prima non ci si è sporcati di fango per toglierlo dalla melma nel quale era rimasto impantanato.