Questa sera Higuain mi ha quasi fatto pena, giuro. Dico quasi perché, umanamente, so che tipo è il "Pipita". Lo ha dimostrato in tante occasioni ed in tanti modi diversi, fugando ogni dubbio sulle sue "qualità" fuori dal campo. Non credo sia un "cattivo" vero, ma solo uno dei tanti fragili opportunisti esistenti sul pianeta.

Il modo in cui ha lasciato Napoli, fuggendo come un ladro da una città che era pronta a non dimenticarlo mai più se solo avesse preso scelte diverse. Il modo in cui è stato cacciato letteralmente dalla Juve, dove comunque rimarrà tra i tanti venuti e andati, finendo poi in una squadra che al momento è un provinciale di lusso, dove può sognarsi i fasti sia bianconeri che azzurri.

E ancora: rigore decisivo (l'ennesimo) sbagliato. Lo spintone dato a Ronaldo, la crisi isterica pura con lacrime appena trattenute.
La frustrazione covata per anni esplosa tutta nei minuti finali di un partita, di una carriera troppo diversa da come lui le aveva probabilmente sognate e desiderate; forse troppo più gloriose di quanto potesse osare non per talento (innegabile), ma per carattere.

Ecco: ora lo vedo e, ripeto, non provo vera compassione, ma neppure vero godimento tipico della "giusta fine" meritata da un personaggio troppo più piccolo del proprio talento.
Alla fine, fino ad ora, ha fatto molto più male alla squadra e alla città che lo hanno accolto ed amato come forse nessuno aveva mai fatto, rispetto a quella che l'ha preso e scaricato come una vecchia pezza.

Ed è questa forse, la punizione più grande: ferisci a morte chi ti ha amato, vieni scaricato da chi ti ha solo usato.