L'Olanda e Barcellona sono legate indissolubilmente da un filo magico: Il calcio. Olandesi e catalani hanno in comune parecchie cose; entrambi sono popoli fierissimi ai quali non si può chiedere di abbassare la testa davanti alle autorità, condividono un orgoglio così intenso da essere unico al mondo. Quando il Barcellona è stato in difficoltà ci ha sempre pensato un olandese a risistemare le cose. Il primo, il più illustre è ovviamente Johan Cruijff, senza dubbio il miglior uomo di calcio della storia. Nessuno è mai riuscito ad imporsi a livelli così alti sia da allenatore che da giocatore. Da calciatore il 14 ha fatto tanto, ha riequilibrato il gap con il Real Madrid e ha riconferito ai blaugrana la dimensione calcistica che meritavano, ma da allenatore è stato fondamentale, ha avviato un percorso rivoluzionario, un processo che ha permesso al Barcellona di diventare uno dei top-club più importanti del pianeta. Sotto la guida di Cruijff il Barcellona ha conquistato la sua prima storica Coppa dei campioni, quel 20 maggio del 1992 è individuabile come la data che ha dato inizio al vero Barcellona. Quella fu una partita tesissima, Sotto l’arco di Wembley, una splendida Sampdoria si era battuta con le unghie e con i denti per poter mettere le mani sulla coppa. Ovviamente, come sempre, dovette risolverla ai supplementari neanche a dirlo un olandese: Roland Koeman. Nonostante i meravigliosi schemi offensivi e i talentuosi giocatori a disposizione del tecnico, la partita venne risolta su punizione grazie ad una cannonata scagliata con una potenza efferata proprio dal piede destro di "Rambo", un tiro preciso sul lato opposto alla barriera che andò ad insaccarsi alle spalle di incolpevole Pagliuca, che non potè controbattere in alcun modo.

Dopo la sconfitta più dolorosa della storia recente del Barcellona, in Catalogna si è compreso di essere vicini alla fine di un meraviglioso ciclo. Più che un ciclo, un’era, un'età dell’oro tinta di azulgrana che ha lasciato per sempre un segno indelebile sulla storia del calcio. Vista la situazione e la consapevolezza della ciclicità della storia, perché non ripartire da un olandese anche questa volta? Ma non un olandese qualunque, il profeta di Cruijff che ebbe il merito di dare inizio al tutto. Dopo decine di colpevoli messi alla gogna dopo la disfatta di Lisbona conto il Bayern, la piazza ha bisogno di un eroe da acclamare, una guida della quale fidarsi ciecamente e riporre ogni speranza per poter ricominciare. Koeman può essere il leader di cui il Barcellona ha disperatamente bisogno. Nonostante le critiche potrebbe essere la persona più adatta per ripartire. L’olandese è un allenatore pragmatico e realista, uno che gode di una certa autorità e che sa come farsi rispettare ed ascoltare dai giocatori. Paragonandolo ai suoi illustri colleghi (molti dei quali connazionali) si può notare tutta la sua professionalità e si comprende perché è il profilo ideale per ripartire, insomma l'uomo giusto al momento giusto. Nonostante ne sia stato un discepolo non è oppresso dalle idee di Johan, non è inflessibile e dogmatico come Van Gaal, non è alle prime armi come poteva essere uno come Rijkaard, non è intrappolato in una certa filosofia come potrebbe essere Guardiola e non è un delirante e fallimentare seguace di quest'ultimo come sono stati i tecnici del Barcellona da Luis Enrique in poi. Xavi poteva essere una grossa tentazione, ma vista l’inesperienza e il tiki taka nel DNA forse non è il momento più adatto né per lui né per il Barça.

"Rambo" non è un genio dalle idee calcistiche innovative e non ha mai avuto la presunzione di esserlo, è un tecnico molto pratico che modella e ridefinisce il suo approccio tattico in base alle caratteristiche della rosa che ha a disposizione. Non è vincolato da credi calcistici fuorvianti ed inefficaci e non ha problemi a schierare e disporre moduli più difensivisti. Il suo è un calcio sobrio ma molto efficace, un po' come quella splendida punizione tirata a Wembley, di certe non possiede la magia di un delicato tiro a giro sotto l'incrocio o l'aura mistica della maledetta o di una punizione tirata d'esterno, eppure è stato fondamentale calciarla esattamente in quel modo, un tiro secco, senza fronzoli, senza un estetismo appariscente eppure così dannatamente efficace. Forse è proprio questo quel che serve a Messi e compagni, una personalità che restituisca solidità e serietà, che faccia (ri)comprendere l'importanza del risultato, l'unica cosa che conta davvero anche a discapito della modalità per ottenerlo. Bartomèu, il presidente del club, è all'ultimo anno di presidenza, vuole finire in bellezza e vuole che negli anni a venire queste sue scelte siano fondamentali per la rinascita della squadra. Come nel 1988 con Cruijff e nel 2008 con Guardiola è necessario un rinnovamento. Occorre lasciar partire dei giocatori, bisogna investire su nuovi profili e si deve capire quali siano i giocatori incedibili in modo che possano essere delle solide fondamenta per la ricostruzione di una rosa vincente.

Secondo alcune indiscrezioni la prima lista degli "incedibili" sarebbe composta da:

  • Messi
  • De Jong
  • Griezzmann
  • Semedo
  • Ter-Stegen
  • Dembelè

Analizzando la lista, possiamo notare che componenti storici come Jordi Alba, Piquè e Busquets sono stati messi in discussione, queste ipotetiche cessioni potrebbero far bene sia al club che necessita un rinnovamento sia ai calciatori stessi che potrebbero confrontarsi e dire la loro in realtà diverse da quelle della Liga.

Un uomo pacato e autorevole come Koeman potrebbe anche sedare i malumori di Messi, grazie ad una disciplina tattica potrebbe rivitalizzarlo ed affidargli le chiavi del gioco. Una delle pedine più importanti per la permanenza di Leo e la rinascita del Barcellona potrebbe passare per i piedi di Frankie De Jong, pupillo del tecnico in Nazionale. Con gli Orange al talento ex-Ajax è stata concessa totale libertà a centrocampo, grazie alle sue geometrie e la sua visone del gioco, Koeman oltre a far brillare De Jong è risuscito anche a rivitalizzare attacanti come Depay,,De Jong (del Siviglia), Babel e Promes ha innalzato il livello dei centrocampisti che lo circondano come Wijnaldum e Van De Beek traformandoli in formidabili incursori. Anche qui però prima che questo progetto cominciasse a funzionare è stato necessario prendere delle decisioni dolorose, si è deciso di tagliare fuori colossi della nazionale come Robben, Van Persie, Van der Vaar e Wesley Sneijder, spesso la decisione è stata ponderata consensualmente ma è stata comunque una decisione forte privarsi di quattro pezzi così pregiati e importanti per la squadra.

Coetzee diceva che il pragmatismo vince sempre sui principi, chissà se Koeman riuscirà a dimostrarlo anche in club pregno di filosofia come il Barcellona; speriamo di sì, quantomeno temporaneamente, giusto il tempo di ritrovare la bussola e pianificare il nuovo cammino.