La Champions non è il campionato italiano dove tutte le squadre o quasi (quest'anno solo l'Atalanta l'ha affrontata a viso aperto e ha vinto tutte le volte) hanno paura della Juventus e partono già sconfitte o giocano per non prendere l'imbarcata

In Italia la Juve ha la strada già spianata per 3 motivi: per le neopromosse è già un sogno giocare nello Juventus stadium, le grandi a Natale non hanno più stimoli perché il campionato è già chiuso, quelle da metà classifica sanno che i punti da conquistare non sono con la Juventus. 

In Champions è tutta un'altra storia: tutte le squadre lottano, sanno che se sono arrivate fino a lì sono forti anche loro, mettono in campo il loro calcio, giocano da squadra, cosa che la Juve non fa.
La Juve di Allegri ​​​​gioca individualmente e se in Serie A affidarsi alle giocate di Ronaldo, alle punizioni di Pjanic o Dybala o alle discese di Cancelo può bastare per prendersi i rigori, in Champions no. 

L'Ajax ieri (e all'andata) li ha massacrati e ha vinto non perché sono più forti, ma perché hanno giocato da squadra per 180 minuti. I ragazzi olandesi hanno lottato, hanno corso, si sono aiutati, hanno messo in campo il loro calcio tutti insieme

Il gioco di Allegri era chiaro: palla a Ronaldo e vediamo che succede (tant'è che l'unico tiro in porta è stato il gol) e mentre dopo aver trovato il vantaggio gli individualisti come Bernardeschi giocavano per se stessi, per prendersi le copertine sul giornale del giorno dopo, una squadra chiamata Ajax lottava per un unico obiettivo comune: passare il turno.