Negli ultimi giorni ho avuto modo di leggere un interessante articolo di Giovanni Terenziani sulla nostra U21 "Comunque vada, sei forte Italia". L'articolo, molto interessante, evidenzia come i calciatori che abbiamo partecipato alla spedizione di Di Biagio, anche in caso di biscotti (alfine avveratosi) sono dei buoni giocatori, che non si sono lasciati distrarre dalle voci di mercato ed hanno disputato un europeo di alto livello. Sono abbastanza d'accordo con le considerazioni dell'autore di questo articolo; chi sembra esserlo un po' di meno sono gli operatori di mercato delle varie squadre che si danno battaglia per il calciomercato. Ora che l'Europeo U21 è finito, i commentatori faranno ricadere molti di quei ragazzi e il calcio under in generale nell'oblio. I loro presidenti, invece, inizieranno a offrirli in contropartite per fantomatici "affari del secolo" (cosa che è già cominciata, a dire il vero). Inoltre, si ha l'impressione che si per le squadre di Serie A l'erba del vicino sembri sempre più verde. 

Indovina, Kean? - Iniziamo dalla Juventus, in fibrillazione per il sempre più probabile bisogno di Gianluigi Buffon, classe 1978, portiere della Juve per 18 anni e giunto quasi a fine carriera. Benissimo, serve un uomo spogliatoio, Gigi ha accettato anche un ruolo più defilato di dodicesimo uomo, è dunque un acquisto più che legittimo. Un altro acquisto, anche questo di grande valore, sarà De Ligt. E qui iniziano a sorgere dei problemi.
Si, perché per finanziare l'acquisto dell'olandese, la Juve inizia a pensare ad un sacrificio che (sembra essere necessario): quello di Moise Kean. L'attaccante di Vercelli, in effetti, è in scadenza di contratto nel 2020, e il rinnovo con la Juve procede a rilento. Da qui l'idea di proporre il giocatore, valutato 30 milioni, in uno scambio con l'Ajax: 40 mln+Kean e la signora s'impacchetta l'olandese. L'alternativa è di venderlo all'Everton e poi utilizzare la cifra per coprire parte dell'acquisto. Per ora l'ipotesi prestito non convince nessuno, malgrado i tentativi di non mollare la presa su un buon prospetto.
Ora, sicuramente gli uomini di mercato bianconeri sapranno di calcio miliardi di volte più di quello che io possa capire in una vita intera. Posso anche comprendere che certe "bizze" in u21 non siano compatibili con lo stile Juve. Però mi sembra eccessivo cedere un calciatore che, dopo un inizio di campionato in sordina, a partire da gennaio si è rivelato una delle poche note positive in una squadra che aveva un po' staccato la spina. A maggior ragione in un attacco che, escluso Dybala (che ha comunque 26 anni), è fatto tutti di over30. Un classe 2000 non avrebbe fatto comodo? Misteri del mercato.

Roma capocciona - Qui addirittura ci sono tre giocatori che si sono rivelati protagonisti dell'Europeo: Nicolò Zaniolo, Luca e Lorenzo Pellegrini. Fermo restando che l'ultimo, almeno per ora, è fuori dal mercato (anche perché chi glielo dice ai tifosi, in caso di partenza di Florenzi, che anche l'altro romano è partito?), gli altri due ballano fra un futuro giallorosso e l'approdo in un'altra squadra per fare le temutissime plusvalenze dell'era Pallotta.
Eppure, entrambi sembrerebbero la soluzione ai problemi della Roma: Luca Pellegrini potrebbe ereditare una fascia sinistra che ê presidiata dal fido Kolarov. Un giocatore magnifico, ma che (come è successo al buon Maicon) dopo un anno strepitoso, inizia ad accusare cali di rendimento. Già a gennaio la società giallorossa aveva rischiato di perderlo, mandandolo in prestito al Cagliari, dove era stato devastante. Adesso la sua posizione è di nuovo in bilico.

Stessa situazione per Zaniolo, una delle poche operazioni che anche i tifosi riconoscono come buona eredità dell'era Monchi. Il ragazzo, dopo i fischi per il suo inserimento nell'affare Nainggolan, si era conquistato giorno dopo giorno gli applausi. Tutto questo, mentre la barca giallorossa affondava sempre di più. E quando finalmente Ranieri è arrivato a prenderla per i capelli, la nuova posizione ha portato ad un'involuzione tecnica di Niccolò, che ha giocato un finale di stagione e un europeo sottotono (anche se pure Kean e Pellegrini non sono stati fulmini di guerra).

Bene, ciononostante i ragazzi sono giovani e pieni di potenzialità. Se n'è accorto Paratici (lo stesso che vuole vendere Kean), che ha fatto prima un'offerta di 35 mln per Zaniolo, immediatamente rispedita al mittente. Quella nuova include un maxi scambio con Perin (che non ha praticamente mai giocato), Spinazzola (buon giocatore, ma con meno margini di crescita di Pellegrini) e addirittura Higuain (che ha passato un annua horribilis ed ha 32 anni). Siccome quest'ultimo ha rifiutato, si sono proposti come alternativa Cuadrado (che non gioca titolare alla Juve da un paio di anni) o Mandzukic (bel giocatore, ma forse un po' in là con gli anni). La Juve ha tutto il diritto di proporre nomi; la cosa che inquieta un po' è che la Roma ci stia pensando. Non si vuole essere offensivi, ma il mercato degli ultimi tre giocatori è quasi pari a zero. In più si va a rafforzare una rivale diretta: con El Shaarawy e Dzeko in partenza, siamo sicuri che Petrarchi voglia fare una mossa così impopolare?

I dolori del giovane Cutrone - Ci spostiamo adesso nella Milano rossonera, quella che ha passato un'intera stagione fra il terzo e il quarto posto, prima di scivolare in EL col quinto. La stagione, per come si era aperta, doveva essere quella della rinascita di Higuain e della consacrazione di Patrick Cutrone. Inutile dire, per chi ha visto il campionato, che non è stata nessuna delle due: Higuain, dopo un buon inizio, si è eclissato sempre di più, fino a prendere a gennaio un aereo per fare altri tre mesi di sofferenza a Londra (malgrado l'EL conquistata). Cutrone invece è stato cannibalizzato prima dal Pipita, poi dal nuovo arrivato Piatek. 
E quindi Cutrone, che ha chiuso la stagione spesso e volentieri da panchinaro, è stato messo sul mercato. Una cosa poco comprensibile: Piatek non ha garantito ancora un rendimento costante, con una primavera abbastanza anonima. Patrick invece ha chiuso la stagione in crescendo ed ha giocato un buonissimo europeo U21. Malgrado questo è stata fissata una cifra di 30 milioni per lasciarlo andare. Due club si sono fatti avanti: il toro di Urbano Cairo; e negli ultimi giorni anche la Roma (che tratta Zaniolo e Pellegrini con la Juventus, che vuole vendere Kean per finanziare De Ligt, che per due soldi alla fiera dell'Est l'Ajax comprò) si è fatta avanti. Orfana di Dzeko, ha proposto uno scambio vantaggioso per tutti: Schick (che ha fatto due anni da incubo nella Capitale) verso il suo vecchio mentore Gianpaolo, Cutrone a studiare da titolare in una squadra giovane (magari con Llorente a parametro 0 a fargli da maestro). Vedremo se sarà solo una suggestione o la cosa si concretizzerà. 

C'è chi dice sì - Nel quadro descritto in questo articolo, sembrerebbe che nessuno ne voglia sapere nulla dei nostri campioni e presunti campioni dell' U21.
In realtà, un grande estimatore che li vuole riunire (quasi) tutti nella stessa squadra c'è: è Antonio Conte. L'uomo di "Se Giaccherini si chiamasse Giaccherinho varrebbe il doppio" si è sempre dimostrato abbastanza "nazionalista" (non che questo sia un pregio in sé, però nel calcio non guasta avere un blocco di giocatori della nazionale). In più, dopo la cessione di Zaniolo e la vittoria dello scudetto della primavera nerazzurra, nessuno vuole più fare a cuor leggero cessioni di giovani del vivaio.

Per questo, quando la Roma ha chiesto Pinamonti nell'affare Dzeko, ha detto di no. Quando la Samp ha cercato di prendere informazioni per Bastoni, si è risposto che può andare a Genova solo a titolo temporaneo. Sempre l'Inter sta trattando da mesi Barella, che sembra ora molto vicino alla Beneamata. Per quanto riguarda la nazionale maggiore, si bussa alla porta per Florenzi e si è cercato Chiesa prima che venisse bloccato da Comisso, quando sembrava ad un passo dalla Juve. Un Italinter, dopo l'italjuve, non sembra più un miraggio. 

Italians do It better - Le società che stanno facendo queste svendite (non tocco quelle piccole come il Cagliari che, giustamente, sono costrette a vendere) sembrano non prendere in considerazione l'ipotesi che questa strategia sia abbastanza miope per due ragioni differenti: 

-In primo luogo, malgrado le plusvalenze, spesso per prendere un giocatore di pari livello/del livello che il ceduto raggiungerà negli anni seguenti bisogna reinvestire cifre altrettanto pesanti o anche più sostanziose 

-Poi, la politica FIFA comporta delle quote di giocatori formati in casa/ nel proprio campionato. I giovani dell'U21 rispondono a questi criteri, averne di forti libererebbe posti per giocatori stranieri di alto livello

La nostra esterofilia ha raggiunto dei livelli stratosferici negli verso il 2010-13, ma iniziamo a vedere un'inversione di tendenza: merito di nazionali che ricominciano a vincere se non trofei, almeno singoli match. Il lavoro che ha fatto Di Biagio (purtroppo non più sulla panchina della nostra U21) sarà la base per il lavoro di Mancini e dei suoi successori.
Se i presidenti fossero meno interessati ai guadagni immediati e a guardare ai prodotti delle squadre altrui (siano esse italiane o estere), potrebbero accorgersi di avere già un potenziale tesoro in casa.
E capire che Terenziani ha ragione: l'Italia è forte, malgrado i biscotti.