Alessandro Florenzi da Vitinia, classe 1991, è il primo capitano della Roma americana. No, non è un errore, e non ho bevuto. È che, oggettivamente, è il primo calciatore che non viene dalla Roma di Franco Sensi ad essere nominato capitano della squadra giallorossa. In un anno terribile, segnato dalle polemiche; in un anno in cui il suo rendimento individuale è stato spesso oggetto di critiche dei tifosi; in cui c'è un fuggi fuggi di giocatori verso lidi migliori; nell'anno in cui Totti e De Rossi lasciano la Roma americana.​​​

Già in condizioni normali, di gioia ed armonia fra i membri di una squadra vincente, il passaggio di testimone ê un evento estremamente traumatico. Se poi ci aggiungiamo la perdita dei due fari della Roma degli ultimi 30 anni (Totti esordiva con Florenzi che aveva da poco compiuto 2 anni) capiamo che il giocatore si sente un po' come quei generali che hanno conquistato Roma nel medioevo: è lui il capo ora, ma deve dominare un ammasso di macerie

Bello di nonna - Eppure, non è sempre stato così. Florenzi, a Roma, era stato uno dei fenomeni della primavera campione d'Italia di Alberto De Rossi (2010-11). L'anno dopo, il prestito a Crotone. Di solito questi prestiti, per i giovani della primavera, sono l'inizio della fine del loro sogno di giocare per la propria squadra del cuore: tanto per dire, nella stessa nidiata di Florenzi c'erano Politano, Ciciretti, Viviani, Caprari... Tutti buoni giocatori, nessuno però che sia rimasto alla Roma. Florenzi no, è l'eccezione: viene premiato come miglior giovane della serie B, davanti ai giocatori del Pescara di Zeman, gente come Insigne, Immobile e Verratti. È il boemo che, la stagione successiva, chiede di controriscattarlo. E quindi inizia la prima vita di Florenzi, quella d'intermedio. Il primo goal all'Inter, che non è male per tutti i secondi posti dei giallorossi alle spalle dei nerazzurri. Di Florenzi, ai tifosi, piace lo spirito di sacrificio, la corsa, la versatilità. E' alla fine un anno buono per Alessandro, ma nefasto per la Roma: avvicendamento Zeman-Andreazzoli, sconfitta nella finale di Coppa Italia dalla Lazio, Marquinhos al PSG. Sembra che non ci si possa riprendere, e invece quello stesso anno arriva Rudi Garcia: Florenzi è riconvertito in Esterno d'attacco, la Roma vince le prime 10 di campionato, lui è sempre fra i migliori in campo. La Roma arriva in Champions, di Florenzi si inizia a parlare come possibile erede di Totti e De Rossi, le aspettative cominciano a farsi più pesanti. Malgrado questo, e malgrado una stagione (2014-15) che in Europa è avida di soddisfazioni per i giallorossi, la carriera di Florenzi continua a volare, e nel settembre 2014 raggiungiamo (dal punto di vista dei tifosi) il punto più alto: goal al Cagliari, in curva, Alessandro corre ad abbracciare sua nonna. È nato Bello di Nonna. L'anno dopo, il goal da centrocampo al Barcellona, che subito entra in lizza per il Puskas Award​​Award, e le prime uscite come capitano, in assenza di Totti e De Rossi.

30 Denari- Cosa sia successo dopo, non si sa bene: un po', con la Roma abbonata sempre al secondo posto, iniziano a crescere le aspettative degli ultras. Poi i contrasti con Francesco Totti (su cui sarà necessario ritornare) e con i tifosi stessi, che pensano che il loro begnamino sia cambiato, sia diventato presuntuoso. Nel frattempo, nella stagione 2015-16 inizia la terza vita di Florenzi, quella attuale come terzino. Meno goal (che poi sono quelli che infiammano i tifosi), un rapporto più complicato con la tifoseria, Rudi Garcia che lascia posto a Luciano Spalletti. Come potrebbe andare peggio di così? Potrebbe piovere. Oppure potrebbero arrivare degli infortuni: il 26 ottobre 2016 si rompe il crociato, e un anno dopo torna in una Roma (come sempre) cambiata negli effettivi e soprattutto detottizzata.

Manca un punto di riferimento, e in questo momento Florenzi dovrebbe prendere in mano la situazione, ma aspetta: dopotutto, De Rossi capitano c'è diventato dopo 15 anni da capitan futuro, c'è ancora tempo. Non per gli ultras, che non gli perdonano le lunghe trattative per il rinnovo e il fatto di non essere andato sotto la curva dopo la sconfitta contro la Samp. In più, Di Francesco richiama alla base Lorenzo Pellegrini dal Sassuolo. E, per colpa di nessuno, si crea uno scisma: da una parte i florenzisti, dall'altra i pellegrini, che vedono nel compagno di squadra di Florenzi un esempio migliore di dedizione alla causa. Questo deve aver fatto parecchio male, insieme col nuovo soprannome che gli ultras gli affibbiano: 30 denari, per il solo fatto di contrattare sul proprio rinnovo. Il 30 luglio 2018 il rinnovo, un anno più tranquillo e defilato a livello individuale per Florenzi, ma non per la Roma, per tutti i motivi elencati sopra. Le sue quotazioni sono in rialzo a fine anno quando, di fronte ad un Ronaldo troppo arrogante, risponde immediatamente con un goal e dicendo che il pallone d'oro non è una licenza per dire quello che gli pare.

Roma, 2019- 26 maggio è poi la pietra tombale sulle ambizioni di tranquillità di Alessandro: De Rossi out, il capo ora è lui. Dopo essere stato capitan futurissimo, la sua carriera da capitan futuro dura solo due anni, che per lo più sono due anni travagliatissimi. In più, si rincorrono le voci di un interessamento di Conte per la sua Inter, nell'affare Dzeko. Senza contare tutto il caos a livello societario. E infine ieri la mossa fatale, a firma Francesco Totti:

"Florenzi? Non l'ho sentito. Pellegrini è un gran calciatore e una persona per bene, gli rinnovo i complimenti. È romano e tifoso della Roma, un romano all'interno serve sempre. Per lui, metto la mano sul fuoco: non partirà mai da Roma". 

Roma 2020?- E adesso? Che si fa? Purtroppo è il momento peggiore per farlo, ma è il momento di crescere Alessandro. Non è una questione di maturità, è più una di autorità. Non è un momento facile, e nessuno oggi vorrebbe essere a Roma al tuo posto (te la giochi con Baldini per la poltrona di più osteggiato, al momento). Dì ad alta voce che non sei più bello di nonna (Totti ha rinunciato al soprannome di pilone, quando è diventato grande) e che non sei mai stato trenta denari, che sei il capitano della Roma, e per questo non devi dire grazie a nessuno. Che non dimentichi chi ti ha preceduto, ma ora ci sei tu, che non hai nulla in meno di altri che hanno portato la tua fascia. È il momento di dimostrare, se ne avrai la forza, che Totti sarà anche un grande campione, ma che si sbaglia: che tu non sei secondo a nessuno per appartenenza, che  sei un giocatore al livello suo e di De Rossi e che, se sei rimasto alla Roma da quando sei ragazzino (al contrario dei tuoi compagni del campionato primavera) è perché te sei quello di cui i tifosi hanno bisogno. Che sei un leader che può offrire le stesse garanzie, allo spogliatoio come all'esterno, dei "santini" Totti e De Rossi. Tutto questo, senza disconoscere il loro contributo alla Roma. Una missione difficile, ma piena di fascino e che ti potrà dare sicuramente delle soddisfazioni. Riparti dalla partita con la Juve, è quello il Florenzi che piace ai tifosi. Sennò il tuo amico Antonio è pronto ad accoglierti all'Inter facendo salti di gioia. Sarebbe più facile, saresti uno dei tanti, senza nessun tipo di pressioni, se escludiamo le partite contro la Roma. E inoltre, a Milano non farebbero tutte queste discussioni inutili per un pezzettino di stoffa, se decidessero di farti capitano dell'Inter un giorno. In caso, sebbene saremo con le lacrime agli occhi, un capitano lo abbiamo già. Garantisce Francesco Totti per lui.