Uno spettro si aggira per Trigoria. Anzi, più di uno: in effetti, a quasi un mese dalla fine della stagione romanista, la casa dei giallorossi è vuota. Di calciatori, ma anche e soprattutto di dirigenti, le teste pensanti che dovrebbero rialzare la squadra dopo una stagione non proprio trionfale

Prendete Paulo Fonseca, per esempio. Di lui sappiamo solo, a un mese dai possibili (molto probabili, a nostro avviso) preliminari di Champions che è portoghese, che ha allenato lo Shakhtar e che ha una passione per Zorro. Per Trigoria non c'è mai passato, non sappiamo a che livello sia il suo italiano. Non sappiamo che cosa ne pensi di metà della squadra: alcuni sono in partenza per motivi di bilancio (il primo a lasciare è stato Ponce), altri perché si ha paura di infilarsi in un grande gioco dell'oca in cui a fine anno 2-3 cessioni riportano al via. Domani, dopo la sgambatina a Londra coi dirigenti, Fonseca arriva a Roma. Vediamo se la squadra ha preso un grande allenatore o un cosplayer di Zorro

Per uno spettro che si palesa, altri restano nell'ombra più totale. Per esempio, la Roma è l'unica big che a fine giugno non ha un ds, almeno a livello ufficiale. In un momento in cui si deve combattere con il cane a tre teste del Fair play finanziario, non sarebbe male avere un supervisore operativo al 100%. Il prescelto, Gianluca Petrachi, aveva incantato tutti con la promessa di portare Antonio Conte verso la panchina giallorossa. Ora che Antonio è migrato verso lidi più calmi, che i suoi due predecessori Massara e Monchi si sono accasati in altre società, ci si accorge che senza ds il mercato è bloccato. Petrachi è in un braccio di ferro con Cairo, teoricamente gestisce il mercato della Roma a distanza, ma non è la stessa cosa. E gli stessi tifosi giallorossi, nelle onniscienti radio, si accorgono che quello che fa la loro società non è esattamente corretto. Nel frattempo, come abbiamo detto, il tempo passa: in una settimana bisognerà trovare i soldi per il pareggio di bilancio, e quelli non crescono sugli alberi. Vedremo chi sarà il fu beniamino della causa giallorossa a partire verso altri lidi per dare ossigeno alla società

Quest'anno, nella lista degli spettri, compare anche il capitano giallorosso: la legge salica in vigore a Trigoria vorrebbe che fosse Florenzi, ma il fu bello de nonna e attuale capitano non ha affatto le idee chiare su cosa fare del proprio futuro. Le voci su un suo passaggio all'Inter sono sempre più forti, Ale non le smentisce né le conferma, e questo lascia in uno stato di sospensione anche questa questione. In più, Florenzi è stato pesantemente delegittimato da Totti, altro fantasma che aleggia su Trigoria: per lui il capitano dovrebbe essere Pellegrini, al momento impegnato nell'Europeo U21. Restate sintonizzati, un capitano alla fine la Roma dovrà sceglierlo.

In questa strana estate giallorossa (che nella testa dei tifosi sta passando rapidamente al nero) ci sono anche fantasmi nella dirigenza: Totti ha sbattuto la porta in maniera abbastanza rumorosa; De Rossi vorrebbe aspettare prima di diventare dirigente; Guido Fienga (l'unico della dirigenza per cui Totti abbia speso delle parole gentili), secondo le indiscrezioni, vorrebbe andarsene dal ruolo di CEO e passare a un ruolo meno stressante. Non è solo in questo, sembra di capire. Poi c'è Baldissoni, che ha avuto l'ingrato compito di rispondere a Totti da Roma, dicendo che la metà delle cose che ha detto erano solo delle menzogne. Un bel pelo sullo stomaco, in pochi ci avrebbero messo la faccia.

Non lo fa sicuramente il presidente Pallotta, spettro da oramai un anno. Agli occhi dei tifosi, è un po' come l'Avvocato Agnelli nel film Rush: di lui, Regazzoni-Favino dice che, in sostanza, finché si vince per lui si è un eroe, ma se si perde... Il bagno in fontana, l'euforia post Champions, tutto cancellato in un anno da fantasma. Bisognerà farsi perdonare, ma il caos che regna sovrano a Trigoria e la richiesta dei tifosi stessi di cedere la società, non aiutano.

A deprimere i tifosi, però, sono due spettri che aleggiano su Trigoria in maniera sempre più minacciosa: il primo è il Fair Play Finanziario, questo corrispettivo calcistico dello spread che i supporters (non solo romanisti) hanno imparato a conoscere da qualche anno a questa parte. E che a Roma, da qualche anno a questa parte, è stato l'assassino dei sogni di gloria della società. L'altro è Franco "Il Capoccione (copyright Claudio Ranieri)" Baldini, l'uomo più odiato dai giallorossi. Il toscano, in realtà, spettro lo è già da diversi anni, da quando ha iniziato, a Londra, il suo lavoro da consulente ombra. Ed ha fatto, agli occhi dei tifosi, piazza pulita di ogni simbolo in cui i tifosi potessero riconoscersi. Inoltre, è il fantasma di ogni conferenza-stampa attacco, alle quali mai si è sognato di rispondere. Lui prende il ruolo di spettro con serietà da anni. 

In questa Trigoria dominata dagli spettri e dalle tenebre, ci si augura che esca il sole a breve: che Fonseca dimostri di essere un grande tecnico anche con mezzi relativamente scarsi; che il ds (Petrarchi o chi per lui) sia ufficializzato a breve; che i risultati comincino a vedersi e che la dirigenza perda questi tratti di covo di vipere (per altro maldestre) teleguidato da Londra. La speranza inizia domani, con l'arrivo di Fonseca, qualcuno che, nel bene o nel male, qualche certezza dovrebbe portarla. A chi scherza su Fonseca Zorro, non farebbe male rivedere l'uomo della provvidenza giallorossa dopo il 26 maggio: per i mesi precedenti al campionato, Rudi Garcia è stato "quello che cantava il porompompero". Sono troppe circostanze favorevoli quelle che mi auguro per un periodo di tre mesi? Probabile, ma io sono un inguaribile ottimista