L’inizio della stagione 2022-2023 è ormai alle porte, la partenza per il ritiro è sempre più vicina e anche la data del trenta giugno è ormai prossima. Data questa indicata da Marotta come quella giusta per concludere il mercato dell’Inter visto che la prossima stagione partirà in anticipo (causa Mondiali) e che Inzaghi (come tutti gli allenatori del resto) brama per avere al più presto la rosa completa per poter iniziare subito a mille la nuova stagione. Certo, che l’Inter concluda la sessione estiva già a fine giugno è praticamente impossibile,più logico invece che il duo Marotta-Ausilio possa mettere nelle mani di Inzaghi (fresco di rinnovo) una rosa che si avvicini il più possibile a quella definitiva. Insomma il mercato continuerà fino a fine agosto (anche perché proprio gli ultimi giorni di mercato potrebbero regalare occasioni ghiotte da non lasciarsi sfuggire) con l’obiettivo, però, di chiudere per l’inizio del ritiro le operazioni già impostate.

Al centro del mercato, per il momento, c’è naturalmente il reparto avanzato con Inzaghi che potrebbe avere a disposizione uno degli attacchi più forti d’Europa senza però portare la società a svenarsi a livello economico. Una delle forze del nuovo ciclo nerazzurro sta, infatti, nella lungimiranza di Marotta e Ausilio che nonostante debbano fare i conti con plusvalenze e mercato da chiudere in attivo, riescono in ogni sessione di mercato nell’impresa di creare una rosa competitiva salvaguardando la sostenibilità finanziaria delle casse nerazzurre. Facile a parole complicato nella realizzazione anche perché il risultato finale deve essere quello di avere una rosa che possa competere ad alti livelli sia in Italia che in Europa.

Il ritorno di Lukaku è l’esempio cardine di operazione fatta con lungimiranza e attenzione all’espetto economico oltre che la prova più evidente del metodo Marotta in fase di trattative: solo un anno fa il belga lasciava Milano per 115 milioni, ora torna in prestito annuale per la cifra di otto milioni più bonus (per un massimo esborso compreso tra i 12 e i 13 milioni). Certo senza la ferrea volontà di Lukaku nel voler tornare a tutti i costi l’operazione sarebbe stata impossibile (oltre che impensabile) ma quando chiudi operazioni del genere a queste cifre non si può far altro che fare i complimenti al dirigente nerazzurro che dimostra ancora una volta di essere uno dei migliori nel creare rose competitive salvaguardando l’aspetto economico. Se dal punto di vista economico è praticamente l’operazione perfetta ora resta da capire se anche il campo darà risultati positivi al Lukaku-bis che oltre a doversi integrare nelle idee di Inzaghi (cosa non troppo complicata) dovrà riconquistarsi l’affetto dei tifosi che hanno mal digerito il suo addio (più che altro il suo modo di andarsene) a suon di gol e prestazioni di alto livello.

La scorsa estate, infatti, il centravanti belga chiese la cessione dopo aver ricevuto il no alla sua proposta di allungare il contratto (con tanto di ritocco dell’ingaggio) e il conseguente apprezzamento del Chelsea che ha fatto crollare le certezze del giocatore che più volte ha vestito la maglia dei blues senza però lasciare traccia. L’ennesimo ritorno a Stamford Bridge è stato più che deludente con poche partite giocate e pochi gol segnati senza parlare poi del rapporto mai sbocciato con Tuchel che sé in estate era contento del suo arrivo si è poi pentito notando le tante difficoltà di inserirlo in un contesto di gioco che fatica a coesistere con la presenza di una prima punta fisica. Nonostante i tanti anni in Premier però le migliori stagioni del belga sono state a Milano e anche per questo (oltre alla mancanza di un ambiente che lo trattava come un re) Lukaku da tempo spingeva per un ritorno in quello che si è dimostrato essere il suo habitat naturale. Il suo ritorno diventa anche una ghiotta occasione per Inzaghi che un anno fa certo non si aspettava l’addio del nove: nella testa del tecnico piacentino la coppia titolare doveva essere Lukaku-Lautaro con Dzeko preso come alternativa di peso nelle rotazioni offensive. Ora, con dodici mesi di ritardo, finalmente potrà mettere in campo le proprie idee di gioco contando su un centravanti di peso capace di far salire la squadra (più di Dzeko) ma anche di velocizzare il gioco sia con le sue aperture a tutto campo sia grazie alla sua velocità da sfruttare in contropiede. In nerazzurro Lukaku ritroverà il suo compagno d’attacco Lautaro (difficile pensare ad un suo addio soprattutto alla luce della voglia dello stesso attaccante di restare a Milano) e forse anche Dybala per quello che sarebbe un attacco di grandissimo livello.

Al di là della convivenza del trio (difficile pensare ad un 3-4-2-1 o 3-4-1-2 perché andrebbe a sconvolgere troppo il centrocampo,punti di forza dell’Inter, oltre a creare una squadra troppo sbilanciata) l’arrivo di Dybala potrebbe permettere ad Inzaghi di variare il piano tattico a seconda delle partite ricordando poi che i tanti impegni ravvicinati obbligheranno Inzaghi a cambiare spesso undici di partenza. Partendo dal duo Lukaku-Lautaro (che in due anni hanno dimostrato di avere un ottimo feeling), il tecnico potrebbe alternare il reparto offensivo puntando sia sulla coppia Lukaku-Dybala (con l’argentino che giostrerebbe alle spalle del belga) sia al duo “leggero” composto dai due argentini (con il toro più prima punta e la Joya che potrebbe svariare su tutta la zona offensiva per un attacco senza punti di riferimento). In più Inzaghi potrebbe sempre puntare sul trio offensivo nei momenti di difficoltà (come ad esempio in caso di svantaggio) come spesso è accaduto con Sanchez chiamato ad aumentare il peso offensivo nei finali di partita.
A completare il reparto offensivo ci sarebbe poi uno tra Dzeko e Correa con la società chiamata a scegliere su quali dei due conviene puntare (per Sanchez si attende di capire se cederlo o svincolarlo attraverso una buonuscita). Con Dzeko l’Inter avrebbe un altro nove a disposizione (anche se più atipico rispetto a Lukaku) che potrebbe anche convivere con Lukaku per quello che sarebbe un attacco davvero pesante. A livello economico è difficile che qualcuno presenti un’offerta più facile liberarlo per così risparmiare su un ingaggio pesante (attenzione al Napoli con Spalletti che potrebbe chiamarlo come vice Osimhen).
Difficile al momento valutare il futuro di Correa: la stagione dell’argentino non è stata positiva e in caso di cessione l’Inter potrebbe guadagnare un buon gruzzoletto (stima sui 30 milioni) anche se al momento appare più facile darlo via in prestito. Anche a livello tattico Dzeko potrebbe essere più utile di Correa troppo simile per caratteristiche a Dybala e Lautaro (anche se ormai può considerarsi una prima punta). L’unico che può dargli una seconda chance è però Inzaghi che stravede per lui e potrebbe spendere parole positive su una sua permanenza.

Ora la palla passa a Marotta che considerando le cessioni (Sanchez con risparmio del lauto ingaggio, Pinamonti che potrebbe portare nelle casse una cifra tra i 20 e i 25 milioni, Satriano prestito secco all’Empoli nell’operazione Asllani, Salcedo e Esposito ancora fuori in prestito) potrebbe creare un attacco super spendendo solo otto milioni (più naturalmente gli ingaggi).