L'Atalanta chiama e l'Inter risponde. Alla vittoria in rimonta dei nerazzurri di Bergamo sul campo di Parma, replicano subito i nerazzurri di Milano che con un convincente 2-0 sul Napoli si riprendono il secondo posto in classifica che sarà messo in palio nello scontro diretto di sabato sera tra le due compagini.
Vincere e convincere per il secondo posto e per preparare al meglio lo scontro con il Getafe valevole per l'accesso ai quarti di finale di Europa League. Era questo l'obiettivo degli uomini di Conte per la partita contro il Napoli ed al termine dei novanta minuti possiamo dire che grazie ad un buon 2-0 (anche se sofferto) sulla squadra di Gattuso, l'Inter è riuscita nel suo intento. Conte conferma l'undici annunciato alla vigilia puntando su una difesa più offensiva grazie a D'Ambrosio e Bastoni (bravi nel proporsi anche in fase offensiva così da far ulteriormente salire gli esterni) preferiti ai più difensivi Skriniar e Godin e con De Vrij (al rientro dall'infortunio) nel ruolo di organizzatore del pacchetto arretrato.
In mezzo al campo con il rientrante Barella e Brozovic spazio a Borja Valero con Eriksen relegato in panchina al pari di Lautaro Martinez al quale viene preferito Sanchez come partner di Lukaku.
Inizio convincente quello dei nerazzurri, che dopo solo dieci minuti sbloccano il risultato grazie ad una azione in puro stile Conte: Brozovic, grazie ad un pressing alto e aggressivo, recupera palla sfruttando un errore in fase di controllo di Mario Rui e serve Candreva che crossa in area di rigore dove trova sul secondo palo Biraghi che liberissimo (difesa del Napoli troppo schiacciata verso la porta) stoppa il pallone e serve la corrente D'Ambrosio che sganciatosi in fase offensiva centra la porta con un buon sinistro di prima intenzione che prende controtempo Meret. Da lì in avanti l'Inter continua la sua gara di palleggio cercando di sfruttare le solite sponde di Lukaku, che sul finire della frazione regala a Brozovic l'occasione per il raddoppio che solo l'ottimo intervento di Meret evita. In mezzo tante occasione per il Napoli ma la bravura di Handanovic (finalmente tornato decisivo dopo alcune uscite a vuoto) ed un pizzico di fortuna (soprattutto su due occasioni di Insigne) portano le squadre all'intervallo sull'uno a zero.

Nella ripresa calano i ritmi e finalmente l'Inter riesce a gestire il vantaggio senza commettere errori, grazie anche ad un giro palla ragionato e al contemporaneo rallentamento del Napoli che a parte un tiro di Elmas da fuori area crea poco e niente. A chiudere i giochi ci pensa Lautaro Martinez, subentrato ad un poco incisivo Sanchez, grazie ad un gol dei suoi: palla al piede si accentra e tira una gran botta che si infila all'angolino e supera Meret. Finisce dunque due a zero con i nerazzurri che scavalcano di nuovo l'Atalanta e che portano a casa tre punti fondamentali nella corsa al secondo posto.

Tra le note positive della partita, come detto, c'è la capacità di soffrire e di controllare la partita con il possesso. Dato questo che fa ben sperare soprattutto alla luce degli impegni europei. Importanti poi sono le prestazioni di D'Ambrosio, Biraghi e Borja Valero che contro il Napoli si sono messi in evidenza nei rispettivi ruoli. Resta, però, da migliorare la fase difensiva: da quando il campionato è ricominciato la fase difensiva dei nerazzurri è apparsa troppo fragile e incline all'errore anche se il fatto di aver chiuso le ultime tre partite senza subire gol (nonostante le tante occasioni avute da Fiorentina e Napoli ed alcuni errori che per poco non favorivano il Genoa nell'ultima partita) sembrerebbe riportare la difesa nerazzurra (comunque la migliore della Serie A) sulla retta via.

Note amare della serata sono però Eriksen e (parzialmente) Lautaro Martinez.
L'ennesima esclusione del danese, che per altro viene mandato in campo a pochissimi minuti dalla fine, rischia di trasformarsi in un vero e proprio caso: arrivato nel mercato di gennaio come l'arma in più per la lotta Scudetto, Eriksen si è pian piano trasformato in una specie di aggiunta alla panchina e il fatto che Conte abbia preferito un giocatore ai margini del progetto ad inizio anno, non più giovanissimo e in scadenza al termine dell'annata come Borja Valero potrebbe dirla lunga su cosa pensa il tecnico dell'ex stella dell'Ajax. Certo, valutare Eriksen per questi primi mesi in nerazzurro non è certo facile visto che bisognerebbe considerare l'inserimento del giocatore in una realtà completamente diversa rispetto alla Premier (soprattutto a livello tattico) e in un modulo nuovo, oltre alla particolarità della stagione con il blocco del campionato e la ripartenza con partite ogni tre giorni in un clima che certo non aiuta.
Per valutare bene il giocatore danese bisognerà aspettare la prossima annata (sperando che nel frattempo si sia adattato al gioco di Conte) e chissà che non possa seguire le orme di Dzeko che passò dal disastro della sua prima stagione in Italia (solo otto gol in campionato ed una miriade di reti sbagliate) al titolo di capocannoniere nell'anno successivo (ben 29 gol). Per essere completi, poi, bisognerebbe analizzare anche le caratteristiche di Eriksen che sono ben diverse da quelle richieste a gran voce da Conte che per completare il centrocampo voleva un giocatore fisico e bravo negli inserimenti senza palla (Vidal) più che un organizzatore (se pur offensivo) di gioco bravo più a giocare tra le linee e con la palla tra i piedi.

Discorso simile (con le dovute proporzioni) per Lautaro Martinez: dopo una prima parte di stagione strabiliante (gol importanti, intesa ai massimi livelli con Lukaku e giocate da vero numero dieci) l'arrivo dell'anno nuovo ha portato con sé un nuovo Lautaro ben diverso da quello dei mesi precedenti (prestazioni opache, pochi gol e il cattivo presentimento che ormai la sua testa sia altrove). A complicare il giudizio sull'argentino ci sta poi pensando Sanchez, che al rientro dal lockdown si è imposto grazie a gol e giocate da grande giocatore che hanno acuito il momento fuori forma (più mentale che fisica del toro). Il gran gol contro il Napoli, condito dall'esultanza polemica verso le troppe voci su di lui, non basta per rivalutare la seconda parte di stagione del dieci che ora ha il dovere di dare tutto per la maglia sia contro l'Atalanta sia in Europa League vista anche l'importanza della competizione sula valutazione finale della stagione dei nerazzurri.