La stagione è da poco finita e puntuale come ogni anno è arrivato il momento del cambio della guardia con il valzer delle panchine pronto ad iniziare a suonare nelle orecchie dei dirigenti di Serie A.
A sorpresa, però, non dovrebbero esserci tanti stravolgimenti nelle panchine del campionato, nonostante l’aria di tempesta che fino a poco tempo fa sembrava sempre più vicina a funestare gli equilibri dei club del massimo campionato.
Inter, Milan e Juventus sembravano vicine al cambio per via di una stagione al di sotto delle aspettative (per le milanesi il discorso riguardava il solo campionato) mentre per le romane erano i rispettivi allenatori ad avere dei dubbi sul continuare il percorso intrapreso la scorsa annata.
L’era Gasperini sembrava poi andare verso la sua naturale conclusione in quel di Bergamo mentre Fiorentina, Sassuolo e Torino sembravo alla ricerca di nuovi stimoli dopo due anni (più che positivi) con i rispettivi tecnici. Alla fine, invece, tutto dovrebbe rimanere così com’è, tranne a Napoli, dove cambierà guida tecnica nonostante il titolo vinto a distanza di trentatré anni.
Risultati alla mano, l’addio di Spalletti è illogico, soprattutto se confrontato con le tante conferme alla luce di risultati piuttosto altalenanti.
L’addio però diventa logico se si considera ciò che Spalletti ha fatto quest’anno e quanto probabilmente sia difficile rifarlo a stretto giro di posta. Se poi si considerano le frasi post Scudetto del presidentissimo (ciclo vincente + vittoria della Champions), allora l’addio diventa logica conseguenza da parte di un tecnico che avrà sicuramente valutato attentamente pro e contro della sua scelta.
L’addio di Spalletti va poi sommato a quello di Giuntoli (auspica di essere lasciato libero di andare alla Juventus) e a quello, probabile, di alcuni giocatori (Kim il primo della lista). Insomma, ripetersi è sempre più difficile che vincere la prima volta ed ora quest’onere toccherà al successore del tecnico toscano.

Ma chi prenderà il posto di Spalletti?
A questa domanda ha già risposto De Laurentiis parlando addirittura di una lunga lista di quaranta profili tra i quali scegliere quello giusto. A capo dei casting naturalmente lo stesso presidente che nel frattempo dovrebbe promuovere alcuni sui collaboratori per sostituire Giuntoli, che in caso di mancato addio potrebbe restare ma da separato in casa fino alla fine del contratto (giugno 2024).
Da giorni, quindi, è ormai partita la caccia al nuovo allenatore con tanti nomi accostati al Napoli e con un borsino che cambia alla velocità della luce. In principio era Italiano il profilo più vicino alla panchina dei campioni d’Italia (la conoscenza del campionato, sommata all’utilizzo dello stesso modulo e la propensione al bel gioco erano fattori importanti per la sua candidatura) poi però la scelta di continuare a Firenze ha portato De Laurentiis a puntare su altri profili cercando soprattutto quelli internazionali.
Che sia una mossa per far parlare o perché l’obiettivo Europa potrebbe essere più vicino con un grande nome straniero non è dato sapere, quello che conta è che nel giro di pochi giorni i grandi sogni sembrano rimanere tali visti i no di Luis Enrique (più orientato al calcio inglese) e Negelsmann (vicino al Psg) mentre Zidane sembra più una suggestione che una possibile pista.

Ad oggi (ma tutto può cambiare in pochi istanti) sembra in pole il nome di Galtier, reduce da un’esperienza più che complicata a Parigi (e nome già cercato prima di Spalletti) con Garcia (desideroso di tornare in Italia) come prima alternativa. In lizza c’è poi il profilo di Benitez (autocandidatosi alla panchina azzurra) con il presidente però al momento restio all’idea di un ritorno mentre sembra aver subito un freno il nome di Sousa dopo i colloqui degli ultimi giorni. Sousa che tra l’altro rischia di restare con il cerino in mano visto che l’avvicinamento al Napoli non è stato tanto gradito né ai dirigenti né ai tifosi della Salernitana.
A Salerno, infatti, iniziano a guardarsi intorno, e in prima linea potrebbero esserci due campioni del mondo come Pirlo e Gattuso. Il primo reduce dall’avventura turca ha voglia di tornare nel calcio che conta (e di dimostrare di essere veramente il maestro) mentre il secondo dopo l’esperienza non positiva alla guida del Valencia potrebbe riannodare il filo con il calcio italiano proprio nella città che lo fece crescere da calciatore (dopo l’esperienza a Salerno fu acquistato dal Milan). Più staccati i profili di Farioli (giovane molto apprezzato alla ricerca della prima esperienza italiana), Di Francesco (che vuole mettersi alle spalle le ultime avventure piuttosto negative) e Montella (vicino alla firma con il Fenerbahce).

Se a Napoli (e forse anche a Salerno) si cerca la nuova guida tecnica, è ben diversa la situazione per le altre protagoniste della massima serie visto che quasi tutti gli attuali tecnici sono stati confermati.
Nonostante la sconfitta in finale di Champions, Inzaghi è ben saldo alla guida della truppa nerazzurra e le ottime prove offerte nel finale di stagione sommate alle parole di grande gratitudine di Zhang dovrebbero portare anche ad un rinnovo di contratto (probabile 2025).

Il Milan, invece, ha sì deciso di cambiare, ma solo nei quadri dirigenziali con la proprietà americana che ha messo alla porta il duo Maldini-Massara. Oltre al mercato insufficiente della passata stagione a pesare maggiormente è stato il grande peso di Maldini a livello di immagine (cosa questa non proprio gradita alla società) oltre alla scelta di importare in Italia un metodo più collegiale e meno accentratista da parte della proprietà. Via i dirigenti (al loro posto si è scelta la via interna con la promozione di Moncada e Furlani) ma ben saldo al suo posto Pioli, che probabilmente vedrà aumentare i suoi poteri diventando così un manager all’inglese.

In casa Juve si è scelta la via della convivenza (troppo oneroso esonerare Allegri e troppo orgoglioso e furbo il tecnico per dimettersi) con Allegri che sarà chiamato a guidare il nuovo progetto Juve (con tanti giovani e sempre meno stelle alla Di Maria), mentre Lotito tra Sarri e Tare ha scelto di puntare sul primo mettendo così fine ad un percorso quasi ventennale con il suo braccio destro.

Avanti insieme è la parola chiave anche per Mourinho, che prima però di dare l’ok definitivo alla sua conferma (si parla addirittura di allungare il contratto al 2026) aspetta con impazienza che i suoi desideri vengano avverati (una rosa più forte e completa e l’inserimento di una figura che faccia da tramite tra squadra, pubblico e istituzioni). Conferme, poi, anche per Gasperini (all’ottavo anno alla guida della dea), per Italiano (chiamato a riscattare le finali perse), per Juric (che però al momento non sembra intenzionato a prolungare il contratto in scadenza), per Zanetti (fortificato anche dalla presenza di Accardi), per Dionisi (rinnovo fino al 2025), per Sottil e Palladino (rinnovo fino al 2024).

A Bologna si continuerà con Thiago Motta (rassicurato sul progetto) mentre a Lecce Baroni è dubbioso su di una permanenza e potrebbe scegliere di ripartire dalla b. A Verona, invece, è da capire se rimarrà o meno Zaffaroni in tandem con Bocchetti dopo la miracolosa salvezza oppure se la società possa puntare su di un altro allenatore dopo la stagione piuttosto travagliata.

Tra le neo promosse è certa la conferma di Gilardino al Genoa (rinnovo siglato fino al 2025) e di Ranieri a Cagliari mentre è terminata l’avventura di Grosso alla guida del Frosinone con i ciociari ora alla ricerca di una nuova guida tecnica che possa portare la squadra per la prima volta a raggiungere l’obiettivo salvezza.