E' difficile solitamente emulare le gesta di un padre famoso, sia nel campo dello sport come in quello dello spettacolo. Ci sono numerosi esempi che potrei citare e non solo di padri e figli che hanno continuato la carriera calcistica con successo, potrei citare infatti alcuni esempi di fratelli che abbiamo visto calcare i terreni di gioco, dai fratelli Inzaghi entrambi attaccanti diventati poi allenatori, ai fratelli Filippini giocatori del Brescia e tanti altri. Tra gli esempi più famosi tra padri e figli, potrei citare il caso di Johan Crujff e il figlio Jordy, il caso dei portieri danesi Peter e Kasper Schmeichel e tra i più recenti oggi mi potrei riferire ai Chiesa. Il padre Enrico che militò in squadre come Parma, Sampdoria e Fiorentina. Il figlio Federico, oggi è tra i pilastri della nuova generazione della forte squadra viola, carta vincente per la nazionale di Mancini e gioiello ambito da tanti club italiani ed europei.

Ma un esempio particolare è quello della famiglia Maldini, a cominciare dal grande Cesare, colonna della difesa del Milan e della nazionale diventandone pure l'allenatore, proseguendo poi con suo figlio Paolo, il quale ha concluso una carriera irripetibile, certamente superiore a quella del padre Cesare. Ma ora all'orizzonte si presenta un terzo Maldini, Daniel, il figlio di Paolo. Daniel è un giocatore della primavera del Milan attuale. Ma a differenza del padre e del nonno grandi difensori, Daniel è un attaccante e porta la maglia numero 10 perchè può giocare anche dietro le punte come trequartista, ruolo che gli ha assegnato il suo allenatore della Primavera del Milan Federico Giunti (ex centrocampista rossonero). Daniel è un ragazzo classe 2001 che già da un paio di anni si sta facendo notare da intenditori e tecnici di calcio, proprio come avvenne al padre Paolo nel 1985. Pare che Daniel Maldini abbia già acquisito un certo carisma nella squadra giovanile rossonera e a detta di tutti, sembra che prometta bene per l'immediato futuro. Le sue doti tecniche hanno già convinto anche Franceschini, commissario tecnico under 18 della Nazionale Italiana, convocandolo per farlo debuttare il 22 marzo nell'amichevole Italia – Olanda. Ma per conoscere più a fondo le caratteristiche tecniche e caratteriali dell'ultimo rampollo della dinastia Maldini, basta far riferimento alle caratteristiche che hanno distinto Paolo e Cesare Maldini. Infatti è confortante per ora, aldilà dell'aspetto tecnico, constatare che Daniel è dotato della stessa umiltà e della stessa voglia di ben figurare, che sono state prerogative indiscusse appartenute al padre e al nonno, dei quali è bene elencarne la carriera e la personalità vincente. Un esempio e un monito per tutti i giovani.

Cesare Maldini, purtroppo scomparso nel 2016, ci ha lasciato un'eredità molto preziosa: continuare a coltivare la passione per il calcio che sempre abbiamo avuto, ma in particolare l'amore per il Milan, di cui lui ne è sempre stato strenuo paladino, capace di infonderlo al figlio e alle generazioni future. Il grande Cesarone, triestino di nascita, esordì proprio nella Triestina, e con quel grande allenatore che fu Nereo Rocco, continuò la sua carriera giocando nel Milan. Cesare Maldini si fece notare subito per le sue grandi doti tecniche, accompagnate da uno stile e da un'eleganza calcistica non comuni. Cesare Maldini con Nereo Rocco vinse 4 scudetti, ma il capolavoro lo compì nel 1963 a Londra dove, da capitano, vinse la Coppa dei Campioni in finale contro il Benfica, consegnando al Milan la prima coppa dei campioni conquistata da una squadra italiana.

Il ruolo ricoperto da Cesare Maldini fu quello di difensore centrale e regista del pacchetto difensivo, che allora prevedeva un modulo di marcatura a uomo, impostando il gioco con il “libero” estremo difensore davanti al portiere e ultimo baluardo della difesa. L'eleganza di Maldini si distinse particolarmente negli interventi al volo e soprattutto nell'anticipare gli avversari. Partecipò a 5 coppe dei campioni, 3 coppe delle Fiere, 1 coppa Intercontinentale, 3 coppe Latine (vincendone una), 5 coppe dell'amicizia e 1 coppa delle Alpi.
La sua avventura in Nazionale italiana, lo vide tra i giocatori protagonisti dal 1960 al 1963 e negli ultimi due anni portò la fascia di capitano in tutte le partite disputate.
Chiuse la sua carriera di giocatore al Milan nel 1966, e nell'anno successivo seguì il suo allenatore e grande amico Nereo Rocco al Torino prima di dare addio al calcio giocato. Ciò avvenne al termine del campionato 1966 / 1967

La sua carriera di allenatore fu molto ricca di successi, vincendo come trainer del Milan 1 coppa Italia nel 72/73 e 1 coppa coppe Europea nella stessa stagione.

In Nazionale vinse il mondiale nel 1982 come vice-allenatore di Bearzot, poi ci fu il decennio glorioso nella nazionale giovanile under 21. Cesare Maldini guidò gli azzurrini nel campionato europeo dal 1987 al 1997, vincendolo per tre volte negli anni 1992, 1994 e 1996 e consegnando al calcio Italiano grandi campioni come Totti, Buffon, Cannavaro, Nesta Inzaghi e Vieri tanto per fare alcuni nomi tra i più affermati.

A seguito delle dimissioni di Sacchi come C.T. della Nazionale nel dicembre 1996, Maldini fu chiamato a condurre la aquadra italiana che si apprestava ad affrontare le qualificazioni per il mondiale del 1998 in Francia.

L'Italia ben figurò in quel mondiale, ma fu costretta ad uscire sconfitta soltanto ai calci di rigore finali contro i padroni di casa francesi, i quali poi vinsero il mondiale battendo in finale il Brasile.
Nel 1999 Cesarone Maldini fu nominato capo responsabile del settore osservatori del Milan, per poi diventare allenatore dei rossoneri al posto di Zaccheroni. Durante l'avvento di Maldini allenatore, il Milan vinse uno storico derby contro l'Inter per 6 – 0.

Cesare Maldini volle tentare poi l'avventura sudamericana, accettando l'incarico di C.T. da parte della Federazione Paraguaiana che si stava preparando per le qualificazioni al mondiale asiatico del 2002. Riuscì nell'intento, qualificandosi nel girone eliminatorio e arrivando a disputare gli ottavi. Il Paraguay perse però l'incontro per il turno successivo contro la Germania, la quale poi disputò la finale contro il Brasile. La sua carriera di allenatore si concluse alla fine del mondiale 2002, quando a 70 anni suonati risultò il più vecchio e acclamato allenatore del torneo mondiale.

Paolo Maldini, nato nel giugno del 1968, ha ereditato dal padre Cesare tutto ciò che di buono gli è stato trasmesso dal genitore: la passione per il calcio sin da piccolo, la tecnica calcistica di un difensore di classe, la personalità vincente e il carisma in campo. Come il padre, il giovane Paolo è sempre stato schivo alle polemiche, convinto che tutto ciò che si ha da esprimere bisogna farlo in campo, faticando a costo di enormi sacrifici. La professionalità e la serietà del campione Paolo l'ha ereditata dal padre, prerogative queste da sempre insite nel DNA della razza Maldini, che certamente erediterà pure il giovane Daniel.

Paolo da giocatore ha ricalcato le orme del genitore, con la stessa tecnica di gioco, con la stessa serietà in campo e fuori dal campo, ma lo ha superato solamente riguardo i titoli conquistati in tutta la sua carriera con la maglia di una sola squadra: il Milan, società nella quale Paolo ha vissuto tutti i 25 anni della sua ineguagliabile carriera professionistica, dal 1985 al 2009 (senza considerare i 7 anni vissuti da calciatore tra le formazioni giovanili).

Da tutti considerato fra i migliori difensori del calcio mondiale, Paolo ha conquistato l'imbattibile record di 902 presenze con la maglia rossonera, e si fregia del prestigioso titolo onorifico stilato da World soccer nel 2013 inserendolo nella formazione ideale di tutti i tempi. Tutti i titoli conquistati però non sono bastati, purtroppo, per fargli assegnare il pallone d'oro nel 1994 e nemmeno nel 2003, arrivando solamente 3° in ambedue le edizioni.

Paolo Maldini ha conquistato nei suoi 25 anni di carriera rossonera i seguenti 26 trofei:

7 scudetti, 1 coppa Italia, 5 supercoppe Nazionali, 5 Champions League (con il singolare record di 8 finali giocate), 5 supercoppe Europee, 2 coppe Intercontinentali e 1 Coppa del mondo Fifa per club.

In nazionale ha debuttato nel 1988, vantando un invidiabile record di 126 presenze maturate in 14 anni di militanza di cui 8 con la fascia di capitano.

Da quando è iniziato il campionato 2018/2019 Paolo Maldini ha accettato di buon grado il ruolo di dirigente del Milan, collaborando con Leonardo per migliorare il brand rossonero nel mondo. La sua serietà e il suo amore nei confronti della società rossonera, fanno di lui l'interprete più adatto per riportare la società A.C. Milan ai massimi livelli societari. Paolo ci riuscirà, ne sono certo e con me sono certi tutti i sostenitori milanisti, ricordando che il papà Cesare prima di seguire e curare personalmente la carriera del figlio, prima di insegnargli ad essere un campione di calcio come è stato, gli ha insegnato ad essere UOMO, l'uomo tutto d'un pezzo abituato a lottare per conquistare ogni obiettivo possibile. Proprio come è stato Cesare.

Una dinastia con un DNA inconfondibile, una dinastia che consegna alla storia, due grandi del calcio mondiale dotati di orgoglio, umiltà e “animus pugnandi”, prerogative degli uomini forti. Caratteristiche inconfondibili radicate nel cuore della Famiglia MALDINI!

 

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