Oggi per il blog di calciomercato.com abbiamo intervistato in esclusiva Marco Bucciantini, giornalista, scrittore e noto opinionista di Sky. Ecco cosa ci ha raccontato in merito alla “sua” Fiorentina.

Mister Italiano ha riportato la chiesa al centro del villaggio: tutto merito suo, oppure avevamo sottovalutato troppo gli acquisti di Pradè degli ultimi due anni, per colpa di contesti sbagliati?
Non esistono contesti sbagliati, ma scelte sbagliate: giocatori che si incastrano male, allenatori per visione distanti da alcuni calciatori. Italiano invece è la miglior scelta della gestione Commisso, gliel’ho anche detto a Pradè. È un allenatore “evento”, che ha saputo dare mentalità e identità alla squadra, coinvolgendo e “piegando” tutti alla sua visione del lavoro e del gioco e tracciando un solco che semplificherà anche la scelta dei giocatori nei prossimi mercati. Ed ha aiutato anche il dialogo fra la città e la proprietà: si stava consumando l’effetto Commisso, di facile e vasta presa all’inizio con il suo stile. Con Italiano è tornata passione in tutta l’avventura.

Come vedi il triangolo Commisso, Vlahovic e Ristic (l’agente del calciatore serbo): fermo restando che il patron della Fiorentina ha detto solo cose vere, poteva esporle seguendo un’altra tempistica, visto il buon momento della squadra, oppure no?
Le scelte di contratto non devono determinare il modo in cui si va in campo: guarda il Napoli come sta dominando il Campionato con Insigne in scadenza, o l’ottimo Milan dell’anno scorso anno con Donnarumma e Calhanoglu, e quello di quest’anno con Kessié. Tutti in scadenza anche loro e, purtroppo, ci stiamo abituando a queste situazioni: la legge Bosman è stata una grande sentenza di civiltà, ma dopo tanti anni va riequilibrata, altrimenti fare calcio per i presidenti diventa impossibile. Servono leggi di uomini capaci di essere classe dirigente, per esempio dev’essere meno conveniente per i procuratori portare in scadenza i calciatori (eliminiamo le commissioni e vediamo come cambiano le cose). Commisso ha parlato in modo sincero, ma sincero è anche il comportamento del calciatore e di chi lo rappresenta: in questo momento non ci sono valutazioni condivise, non sarebbe una trattativa ma una prova di forza dal finale deludente per i tifosi. Credo che si incontreranno quando Ristic avrà un’impressione esatta degli appetiti di altri club e potrà fare un prezzo dal quale partire per trattare o per rompere: lì capiremo cosa vuole il giocatore. Io non riesco a dividere le due volontà.

Italiano lo vedi tra due-tre anni in un club di primissima fascia?
Sarebbe pronto anche ora per esserlo, solo in Italia esistono le “puttanate” della sottocultura “familiare” per cui i posti migliori sono ereditari, e capita che un ex calciatore di grande livello possa cominciare ad allenare la squadra più importante. Mentre chi ha un talento specifico per questo mestiere debba dimostrarlo per molti anni, perché nessuno ha il coraggio di scommetterci. Italiano era già pronto per tutto, ma questo è un Paese che ha umiliato la meritocrazia. E comunque fra tre anni Italiano allenerà una squadra di vertice, perché nel frattempo lui stesso con la società avranno portato la Fiorentina a quel livello.

Quanto ti ha stupito in positivo Odriozola?
Non mi ha stupito, è un giocatore di gamba e tecnica, perfetto per giocare nel calcio di Italiano. Da lui e Castrovilli mi aspetto goal ed assist, perché devono saper sfruttare le loro attitudini. La Viola ha segnato poco su azione, se riferito alla gran mole di gioco prodotta dalla squadra: è un calcio che rende tutti protagonisti e molti ne manda al tiro. Odriozola e Castrovilli possono farlo con maggiore efficacia, perché hanno la tecnica per essere decisivi lassù. Rappresentano il vero margine di miglioramento dentro la rosa di Italiano.

A proposito di Castrovilli, non sarà affatto semplice riprendersi il posto con questo Duncan?
Con Italiano giocano cinque centrocampisti ogni gara, perché intorno all’ora di gioco ne vanno in campo almeno altri due. Quindi se lui cresce agonisticamente e di testa ha trovato l’allenatore perfetto: da lui mi aspetto almeno otto goal a Campionato, ma deve anzitutto diventare un giocatore “grosso”, di fiato a tutto campo e per tanti minuti, non solo di strappo. Garantire insomma la prestazione di Duncan e aggiungerci la sua qualità. Castrovilli, con Italiano, ha la grande occasione di realizzarsi come centrocampista moderno ad alti livelli.

Una società con la storia ed il bacino d’utenza della Fiorentina non meriterebbe qualcosa in più di una squadra che lotti per la parte sinistra della classifica, come recita, invece, continuamente Commisso?
Ma questo è l’obiettivo della stagione in corso, dopo tre anni a 43 punti di media, due dei quali un pelo sopra la sopravvivenza in Serie A. Bisogna fare un percorso, come ha fatto ad esempio il Sassuolo di De Zerbi che in tre anni, aggiungendo 10 punti a stagione, è arrivato a ridosso dell’Europa. Ma se per il Sassuolo era un’esplorazione, per la Viola dev’essere un compito, il primo: dalla prossima stagione, migliorando la rosa e proteggendo i più forti, deve tornare nel gruppo europeo.

Come giudichi in Biraghi nella nuova veste di capitano, sia in campo che nelle dichiarazioni fuori dal terreno di gioco: ha l’autorevolezza per ricoprire questo nuovo ruolo?
Spesso si confonde il caratteraccio con l’autorevolezza, Biraghi non ha una mascella volitiva, sa stare al suo posto, è un buon giocatore ed una bella persona. Un capitano lo sceglie lo spogliatoio e questa scelta mi rassicura. Semmai, Biraghi è stato raccontato male in questi anni, in Italia o sei Maicon o sei un terzino scarso: ci sono 20 squadre che vogliono Maicon, sia a destra che a sinistra. Quaranta fenomeni a fare i terzini e riserve adeguate. Infatti, sono tutti pieni di debiti e danno la colpa al Covid. Io credo invece che Biraghi sia un buon titolare della Fiorentina. Anche di una squadra che vuol crescere.

Chiudiamo con l’idea Scamacca per il dopo Vlahovic. Ti convince?
No, non può convincermi. Ha fatto panchina prima al Genoa (a Shomurodov e Destro) e poi al Sassuolo (a Raspadori, che mi piace molto, ed anche a Ciccio Caputo in avvio di Campionato). Scamacca ha un’ottima reputazione, superiore a quanto mostrato, perché sembra in grado di saper fare molte cose. Vlahovic, invece, ha già mostrato di saperle fare tutte quelle cose. Tutte e bene, benissimo. I 20 goal all’anno di Vlahovic sono l’unica garanzia della Fiorentina di oggi ed il suo contratto non scade domani, ma tra quasi due anni. La compagine gigliata non deve pensare al dopo Vlahovic, ma a mettergli intorno esterni da 10 gol a stagione con i quali tornare fra le migliori della Serie A.