La Coppa Italia è arrivata al suo atto finale e questa sera allo stadio Olimpico Inter e Fiorentina si affronteranno per decretare la squadra vincente dell’edizione 2022-2023. Una finale inedita quella tra nerazzurri e viola (mai si sono affrontati nella sfida decisiva) nonostante entrambe le compagini sono da sempre affezionate alla competizione con l’Inter finalista in quattordici occasioni (con ben otto vittorie) e la Fiorentina in finale in dieci edizioni con sei vittorie all’attivo. Sarà quindi una finale nuova di zecca tra due squadre che in questa stagione hanno dimostrato di avere più di un punto di contatto: entrambe le compagini hanno infatti vissuto una stagione simile dove al percorso da appalusi nelle coppe non sono riuscite ad abbinare il cammino in campionato dove l’Inter mai è stato in lotta per il titolo e la Fiorentina non è riuscita a replicare i risultati della passata stagione dove riuscì a qualificarsi per la Conference League (addirittura era in corsa per la Champions durante la scorsa stagione). Entrambe distanti dai loro obiettivi in campionato ed entrambe con gli allenatori a rischio esonero visto che in casa Inter sembrava già pronto il piano di soccorso alla stagione con Chivu traghettatore nel finale di stagione mentre in casa Fiorentina i dubbi partirono addirittura in estate quando si iniziò a parlare di De Zerbi al posto di un Italiano scontento della sua situazione (e si disse del contratto) a Firenze. Ora anche il finale di stagione sembra regalare le stesse emozioni alle due squadre con l’Inter in finale di Champions (e che ha rimontato in campionato fino alla terza posizione) e la Fiorentina in finale di Conference League che oltre ad un trofeo permetterebbe ai viola di continuare a giocare in Europa anche nella prossima stagione (tra l’altro in Europa League alzando così il livello).

Ma al di là del cammino simile in stagione e del finale positivo che stanno vivendo come arrivano alla finale le due squadre? L’Inter di Inzaghi arriva all’appuntamento di Roma dopo una bella rimonta in campionato (frutto di una lunga serie di vittorie consecutive) che insieme alla finale di Champions (vincendo l’euroderby in semifinale che fa di diritto entrare allenatore e squadra nelle storia dell’Inter) ha permesso all’allenatore piacentino di blindare la panchina anche per il futuro (si parla di allungare il contratto in scadenza nel 2024) oltre a riavvicinare i tifosi alla squadra (anche se mai è mancato il sostegno il loro sostegno) e,naturalmente,rilanciare la squadra stessa che ad un certo punto della stagione sembrava avere al suo interno non più un gruppo ma un insieme di giocatori. Anche nell’ultima di campionato a Napoli nonostante la sconfitta i nerazzurri hanno continuato a mostrare progressi mostrando una buona solidità difensiva (data anche dal fatto del sacrificio come parola d’ordine per tutta la squadra) e una buona lettura della partita anche in dieci uomini (vedi il pareggio nel finale poi però superato grazie ad una perla di Di Lorenzo). Progressi,quelli dell’Inter,che nelle ultime giornate hanno permesso alla squadra di tornare ai livelli di gioco della passata annata proprio nel momento clou della stagione che ricordiamolo è stata compromessa anche dal Mondiale d’inverno (che senza dubbio ha influito sia sulla preparazione estiva,sia nel pre e anche nel post Mondiale).

A livello di formazione non dovrebbero esserci dubbi sull’undici scelto da Inzaghi con Handanovic in porta (portiere di coppa e capitano dei nerazzurri) protetto dal trio difensivo formato da Darmian,Acerbi e Bastoni. In mezzo al campo l’infortunio di Mkhitaryan toglie qualsiasi dubbio ad Inzaghi con Brozovic in cabina di regia e Barella e Calhanoglu nel ruolo di mezze ali mentre sugli esterni spazio a Dumfries e Dimarco. Davanti tocca a Lautaro e Dzeko con Lukaku pronto ad entrare a partita in corso. Proprio la gestione del belga è diventata materia di discussione tra i tifosi visto che per alcuni dovrebbe partire titolare mentre per altri la gestione di Inzaghi è perfetta così com’è. Analizzando le ultime partite e ricordando che i cinque cambi permetto di cambiare le strategie in maniera bella pesante durante la partita bisogna sottolineare come Lukaku,numeri alla mano,incida più di Dzeko a partita in corso. In questo senso basta prendere come esempio le due semifinali di Champions: nella prima Lukaku è entrato a risultato acquisito per aiutare la squadra a fare possesso e a non abbassarsi troppo (è significativa l’azione in cui affronta da solo l’intera difesa del Milan facendosi largo sulla fascia a suon di sportellate) mentre nel derby di ritorno è stato determinante per sbloccare la partita fornendo l’assist decisivo a Lautaro. Ecco quindi che anche in vista della Champions la coppia Lautaro-Dzeko è quello più logica per partire dal primo minuto (sperando poi che nella prossima stagione Lukaku possa fare la giusta preparazione per essere in forma così da poter partire titolare). Contro la viola sarà probabilmente fondamentale la prova degli esterni con Dimarco e Dumfries che arrivano all’appuntamento di Roma al massimo della forma. Se sull’esterno italiano non c’erano dubbi (è uno dei migliori in questa stagione) la ripresa dell’olandese è senza dubbio da annoverare tra i meriti di Inzaghi. Dopo una stagione più complicata che mai (ancora una volta il Mondiale qatariota sembra essere la causa principale) Dumfries sembra essere rinato in questo finale di stagione (ottimo ad esempio l’ingresso a Napoli nel finale) grazie anche all’infortunio di Skriniar che ha obbligato Inzaghi ad arretrare Darmian lasciando così libero il posto da esterno di destra.

Se per l’Inter la Coppa Italia è il primo obiettivo stagionale (fallito Scudetto e in attesa di Istanbul) per la Fiorentina oltre al trofeo in sé la vittoria in coppia avrebbe un triplice significato visto che permetterebbe la qualificazione alla prossima Europa League oltre ad essere il primo trofeo dell’era Commisso (che in pochi anni potrebbe già superare l’era Della Valle nella quale i viola avevano raggiunto come risultato più lato proprio la finale di coppa poi persa con il Napoli). A livello tattico Italiano dovrebbe confermare il 4-2-3-1 diventato il modulo protagonista di questa seconda stagione alla guida dei viola: davanti a Terracciano dovrebbero agire Dodo (grande finale di stagione),Milenkovic,Ranieri (in vantaggio su Martinez Quarta e Igor) e Biraghi (ex della partita). In mezzo al campo spazio a Amrabat e Castrovilli (in vantaggio su Mandragora) con Ikonè,Bonaventura e Nico Gonzalez alle spalle di Cabral. Sarà quindi una Fiorentina offensiva che potrebbe mettere in difficoltà soprattutto sulle fasce i nerazzurri grazie alla superiorità numerica (per questo proprio gli esterni delle due squadre saranno i protagonisti del match come detto in precedenza).

Dovrebbe essere quindi una finale ricca di talento e di bel gioco (entrambe amano tenere la palla) con due allenatori bravi e preparati e che incarnano perfettamente il nuovo corso italiano insieme a colleghi come De Zerbi,Dionisi e Palladino degni successori di allenatori come Ancelotti,Spalletti,Mancini che per anni (e ancora adesso) hanno portato in alto la bandiera italiana.