Con la netta vittoria della Lazio sul Milan si è chiusa la 19° giornata e anche il girone di andata, e in attesa che venerdì inizi la seconda parte di stagione è tempo di primi bilanci sul campionato.
Guardando la classifica appaiono lampanti tre considerazioni: la prima è che il Napoli ha in tasca più di mezzo Scudetto, grazie al vantaggio accumulato sul secondo posto (ben dodici punti) e alla grande qualità di gioco espressa che se dovesse proseguire potrebbe portare il Napoli molto avanti anche in Europa dove il primo ostacolo sarà l’Eintracht Francoforte negli ottavi di Champions (avversario alla portata degli azzurri).
La seconda considerazione riguarda la zona retrocessione dove Verona, Sampdoria e Cremonese sembrano ormai condannate al ritorno in Serie B. Certo, il vantaggio del Sassuolo quartultimo è di soli cinque punti sul Verona, ma per quanto visto fin qui sembra difficile che tutte e tre le formazioni in fondo alla graduatoria possano risollevarsi nella seconda parte di stagione, anche se l’esempio della Salernitana nella passata stagione deve essere da monito sia per gli stessi campani che per la squadra di Dionisi chiamati a non sottovalutare nessun impegno altrimenti la zona bassa della classifica potrebbe subire un rimescolamento al momento però poco probabile (l’unica formazione che potrebbe riuscire nell’impresa potrebbe essere il Verona, soprattutto alla luce degli ultimi risultati, e in questo senso potrebbero essere decisivi i prossimi incontri di campionato).
Il terzo dato che si può notare guardando la classifica riguarda la zona Champions, dove dal Milan secondo, all’Atalanta sesta, ci sono solo tre punti di distacco. Una classifica cortissima per l’Europa dei grandi che potrebbe regalare sorpassi e controsorpassi in ogni giornata da qui alla fine del campionato.

Ma chi merita più degli altri un posto nell’Olimpo del calcio Europeo?
Le cinque squadre in lotta hanno fin qui mostrato tutte punti di forza e lacune (in alcuni casi troppe) che potrebbero condizionare il resto della stagione. Il Milan campione d’Italia in carica, ad esempio, sembra un lontano parente di quello ammirato nella passata stagione a dimostrazione che squadre come quella di Pioli (o il Napoli di sarriana memoria) devono sempre spingere sull’acceleratore perché appena si rallenta escono fuori problemi di difficile soluzione.
Il Milan, rosa alla mano, è una squadra di buon livello senza però campioni all’interno della squadra ad esclusione di Ibrahimovic (importante anche solo per l’aspetto caratteriale) con giovani che potrebbero diventare fuoriclasse (come Leao o Hernandez) ma che devono ancora crescere e gregari che se non sono al massimo della forma mettono in mostra i loro limiti.
A pesare maggiormente sulle prestazioni del Milan sembra però essere il pesante calo mentale (messo ancora di più in evidenza in questo inizio anno) oltre ad un mercato lodato sulla carta ma bocciato (per il momento) sul campo.
Pesa poi l’assenza di una punta che possa dare il cambio a Giroud (Origi quasi mai in condizione e comunque non è mai stato una prima punta come il francese) oltre ad una fase difensiva che con il passare delle partite sta peggiorando drasticamente. L’unico che può risollevare l’ambiente è Pioli. Lo stesso Pioli che carriera alla mano ha sempre sofferto nel dare seguito a risultati di spicco ottenuti nella stagione precedente.
Non va certo meglio sull’altra sponda dei Navigli, dove l’Inter deve fare i conti con una stagione al di sotto delle aspettative.
A differenza della passata stagione dove il tecnico piacentino veniva lodato per proposta di gioco e crescita dei giocatori, quest’anno Inzaghi sta patendo fin troppi problemi dalle tante sconfitte negli scontri diretti (praticamente tutti persi tranne contro Atalanta e Napoli) alla grande difficoltà nel dare seguito alle buone prestazioni.
Pesano poi gli infortuni di Brozovic (che se da una parte ha portato all’esplosione di Calhanoglu nel ruolo di regista, dall’altra ha tolto l’idea di turnazione in mezzo al campo) e di Lukaku (che se continua così potrebbe anche fare ritorno al Chelsea nella prossima estate), oltre alla situazione di Skriniar, che prima ha condizionato il mercato estivo ed ora rischia di condizionare pesantemente non solo quello invernale, ma anche il prosieguo della stagione (sia se dovesse andar via perché bisognerebbe trovare un sostituto all’altezza, sia se dovesse restare perché bisognerebbe capire lo spirito con il quale rimarrebbe a Milano fino a giugno).
Tanti problemi che Inzaghi può risolvere solo con la qualificazione in Champions (obbligatoria), la vittoria della Coppa Italia ed un buon cammino nell’attuale coppa campioni (almeno arrivare ai quarti).

Situazione diversa per le due romane con Lazio e Roma che sognano il ritorno nell’Europa più nobile. In casa Lazio iniziano finalmente a vedersi i primi segni del gioco di Sarri chiamato ora alla prova più difficile: evitare i cali di tensione che da anni affliggono i biancocelesti.
La crescita di Lazzari (che meriterebbe la Nazionale), di Zaccagni e di Felipe Anderson sono senza dubbio dati importanti da sommare alla compattezza difensiva e all’idea di gioco che esalta la squadra.
Di contro a fare paura potrebbe essere il futuro dove oltre al rapporto mai sbocciato tra lo stesso Sarri e Tare (uno dei due potrebbe abbandonare a fine stagione) bisogna fare i conti anche con le situazioni di Luis Alberto e Milinkovic sempre più lontani dall’Olimpico. In più c’è il famoso problema della panchina corta, dove l’infortunio di Immobile ha fatto rialzare il livello di allarme (ora gioca Felipe Anderson da adattato) e potrebbe condizionare il resto della stagione soprattutto quando la squadra sarà chiamata a giocare ogni tre giorni.
Se però la Lazio darà seguito alle prestazioni (anche a livello di testa) allora l’obiettivo Champions potrebbe essere alla portata così come potrebbe esserlo per la Roma.
In casa giallorossa l’effetto Mourinho continua a farsi vedere (basti pensare ai sold-out dell’Olimpico) e anche la squadra sembra essere sempre più nelle mani del tecnico portoghese. Solidità difensiva e attacco che sa colpire al momento giusto sono queste le caratteristiche della Roma che sì non mostrerà un grande gioco ma al momento è comunque in lotta su tutti i fronti a dimostrazione che tra giochisti e risultatisti la verità sta nel mezzo (anche sé è sempre meglio vincere giocando male che perdere giocando bene).
L’arrivo di Dybala (tra l’altro in splendida forma) sta sicuramente influendo sui compagni e se nella seconda parte di stagione Abraham dovesse confermare la crescita mostrata nelle ultime partite, la Roma potrebbe davvero contare su uno degli attacchi più forti del campionato. Come si suol dire però, non è tutto oro ciò che luccica, e anche la Roma deve fare i conti con alcune situazioni spinose che se non risolte in tempo potrebbero compromettere il resto del cammino.
L’epurazione di Karsdorp e la situazione Zaniolo devono essere risolte nei prossimi giorni, dove magari la società giallorossa potrebbe decidere anche di rinforzare il pacchetto arretrato in difficoltà dal punto di vista numerico (solo quattro difensori per una difesa a tre sono pochi).
A chiudere il pacchetto della lotta all’Europa c’è l’Atalanta tornata dopo un anno di pausa nelle zone nobili della classifica. Quando il progetto Gasperini sembrava ormai alla deriva ecco che i giovani Lookman (anche se ormai ha 25 anni) e Hojlund hanno ridato forza e slancio al progetto rilanciando i bergamaschi. Dopo un inizio di stagione fatto di risultati e poco gioco ecco che i nerazzurri con il nuovo anno sono tornati ad esprimersi ai livelli del passato segnando valanghe di gol e mostrando il solito gioco alla Gasperini che negli ultimi anni ha indubbiamente fatto la differenza nella crescita dell’Atalanta.
Oltre al ritorno alle origini (con un gruppo che potrebbe vedere andare via i volti storici nel prossimo mercato), l’assenza dalle coppe potrebbe favorire l’Atalanta nella rincorsa al quarto posto, senza dimenticare (altro dato importante) che le squadre di Gasperini crescono sempre nella seconda parte di stagione.

Grande corsa, quindi, per la zona Champions, dove al momento l’entusiasmo romano potrebbe fare la differenza sulla cupa Milano e dove l’Atalanta potrebbe essere la squadra che spariglia le carte (ruolo che potrebbe ricoprire anche la Juventus quando sarà emessa la sentenza definitiva).