"Siete tifosi di una squadra"? Spesso ci siamo sentiti chiedere questa domanda. Ogni volta che qualcuno esordisce così spesso si risponde con entusiasmo, ma, altre volte, per paura, non rispondiamo in un modo sincero. Tifare "una squadra" "quella squadra" "La Squadra" non è un obbligo per nessuno,ma un dovere per molti. Un dovere che inizia nel cuore e finisce quando i battiti decidono di fermarsi. Alcuni tifosi rimangono ancorati ad una squadra e non la cambiano, altri tifosi, per ragioni diverse, cambiano, cercano di immedesimarsi in un corpo che reputano loro (nostro). Essere tifosi di qualsiasi sport, non solo di calcio, è nascondere regole che nessuno vuole ammettere. Regole che vanno oltre un ideoligia di pensiero, oltre il consenso di qualcuno, oltre l'infinito sistema che si cela dietro le quinte di ogni club. C'è chi immagina di poter assistere a percorsi gloriosi, mentre altri non immaginano perchè sono abituati a percorrere la gloria. Ogni club ha il suo momento. Anche i club che non riescono a competere, con squadre di primo livello, basta vincere una sola partita complicata o una stagione positiva (più della precedente) e si ha un umore diverso.
Ci sono momenti di appannamento e si tende ad avere parole o pensieri pesanti verso il prorpio club da noi stessi, o subire sfottò da chi è rivale, ma una regola che ancora è poco chiara, a molte persone, è che tifare è come respirare. Tifare, per chi ha scelto di farlo, è la normalità di un tifoso innamorato. L'odio gratuito verso qualsiasi forma espressa aumenta solo le barriere,già complicate per altri motivi e non solo per lo sport, e di sportivo non ha nulla l'odio. Non possiamo amare i rivali, per nessun motivo al mondo, ma se c'è una base di rispetto possiamo sfotterci ridendo, ammettere quando l'avversario è forte senza soffermarsi troppo sulle scuse, fare i complimenti e dare la libertà a chi vuole esprimersi di dire il nome della squadra per cui egli, o ella, tifa. Andare con la maglia che rappresenta una squadra sportiva, in giro per le città, spensierato e tornare a casa sano e salvo non deve stupire, deve essere paragonabile al passeggiare con il ragazzo o ragazza che si tengono per mano. Mostrare la maglia è gridare al mondo il proprio amore per essa e questo grido non può essere censurato dalla paura. Ognuno scelga la "carriera da tifoso" che vuole intraprendere, ma quando firmate (o avete già firmato) ne è presente una clausola che bisogna far fede, se si vuole che DIGNITA' diventi il capitano del vostro essere. 
Nel caso qualcuno voglia pagare questa clausola per attirare DIGNITÀ nella sua trappola, che egli, o ella, è caduto, o caduta, sappiate che un vero capitano, come osanniamo e tanto desideriamo in ogni squadra, non accetterà mai di cambiare perchè il RISPETTO lo ha guadagnato con il suo comportamento e quest'ultimo vale più di ogni qualsiasi statistica.