Sono state due settimane di veleni, quelle che hanno separato la Roma dal suo ritorno in campo dopo il match dello Juventus Stadium. La pausa per gli incontri delle squadre nazionali ha riservato al calcio italiano nient'altro che gli strascichi di quei 90' che così tanto sembrano aver significato. Roma contro Juventus, Juventus contro Roma, tutti contro tutti: polemiche, dichiarazioni al vetriolo, botta e risposta continui tra i protagonisti delle due principali forze del campionato. Fiumi di inchiostro, mari di parole, oceani di opinioni, la tempesta perfetta sembra essersi abbattuta sulla Serie A, e nell'occhio del ciclone, oltre a bianconeri e giallorossi, ci sono i sempre tanto contestati direttori di gara, agli ordini di quel Nicchi che continua imperterrito a giustificare gli errori ("sviste") dei suoi uomini. Ma tutto questo, quando si torna a respirare il profumo del manto erboso, va lasciato alle spalle. E' quello che fa la Roma, almeno in parte, avvicinandosi alla gara contro il Chievo di Eugenio Corini. I giallorossi non dimenticano quanto accaduto a Torino, ma cercano di convertire la rabbia in positività, anche grazie alle parole del solito, maestoso, giganteggiante Rudi Garcia. Il francese non cade mai, non sbaglia mai una dichiarazione, si erge a difesa dei suoi ragazzi, accettando di finire in prima persona al centro delle critiche. E i suoi ragazzi rispondono, sul rettangolo verde, sfoderando l'ennesima prestazione a livelli stellari. I clivensi sembrano infatti destinati, sin da subito, a dover recitare la parte della vittima sacrificale. L'arbitro non fa neanche in tempo a fischiare l'inizio del match, che la Roma già tambureggia in zona porta gialloblu. Ci mette solo 4', Mattia Destro, a siglare il vantaggio giallorosso, nonchè il suo 22° gol in 29 partite giocate dal 1'. Una torsione da centravanti di razza su un assist al bacio di Miralem Pjanic e vai di corsa sotto la Nord. Il Chievo latita e la Roma è un caterpillar. A spezzare ancora le deboli barricate gialloblu è Adem Ljajic, che sigla un gol pazzesco approfittando del solito lancio da antologia dell'eterno Francesco Totti, un 20enne nel corpo di un 38enne, il calcio nel corpo di un uomo. Passa ancora una manciata di minuti e la Roma chiude definitivamente il match: De Rossi viene atterrato in area sugli sviluppi di un corner. Calcio di rigore (che la Sud accoglie ironicamente, subissando l'arbitro di fischi). Il resto è scritto: Totti-gol. Una bordata che va a togliere le ragnatele dall'incrocio, con il giovane Bardi dalla parte opposta. La pratica Chievo è archiviata in mezz'ora. Vorrebbero anche provarci, gli uomini di Corini, per carità, ma mancano le forze. Le forze che dovrebbero permettere ad 11 buoni giocatori di affrontare gli altri 11, quelli che portano la maglia rossa e sembrano androidi. Non buttano una palla, non sprecano un passo, non si fermano. Sembrano parti diverse di un unico, grande corpo che si muove, armonioso, elegante e determinato, per tutto il campo. A partire dalla difesa, dove Astori e Mapou, arrivati a Roma per veder giocare Castan e Manolas e farli rifiatare ogni tanto, diventano protagonisti assoluti del dominio capitolino. Scherzano con i loro avversari diretti, li controllano con una facilità disarmante, evitando che la porta di De Sanctis corra anche solo un pericolo. Sono concentrati, cattivi, aggressivi, veloci. Sono due centrali da big, altrochè. A centrocampo spicca, ancora una volta, quel Radja Nainggolan cui il soprannome "Ninja" potrebbe cominciare a stare stretto: Radja Nainggolan è un samurai: fisico, disciplina e concentrazione al servizio di una classe che forse neanche lui pensava di poter sfoderare con questa facilità e continuità. Impressionante. Corre per tre, visto che Pjanic e De Rossi sembrano, quantomeno, gestirsi. Là davanti, i tre marcatori di giornata sono già stati celebrati. Destro e Ljajic sono patrimoni di immenso valore. Sono gol e assist, corsa e fisico, classe e senso del gol. Hanno solo 23 anni, e forse qualcuno se ne dimentica troppo spesso. Hanno bisogno di giocare, e questo Garcia glielo concede. Hanno bisogno di spazio, e lo avranno. I colpi del serbo e i gol del centravanti di Ascoli continueranno ad infiammare i tifosi della Roma, gettando acqua sul fuoco delle polemiche che, di tanto in tanto, sembra riaccendersi intorno a loro. La pazienza e Rudi Garcia faranno il resto. Francesco Totti, invece, è in una giornata di grazia che dura da vent'anni. Forma fisica invidiabile, classe intatta e nient'altro da dire. Non servono altre parole per celebrare il più forte giocatore italiano di sempre. Basta, semplicemente, vederlo dispensare genio ad ogni tocco. Poesia. Così come poesia è la Roma tutta. Un meccanismo che gira alla perfezione, che solo le ombre dello Juventus Stadium potevano oscurare, e ci sono tuttavia riuscite in parte. Perchè la Roma è forte, fortissima e lo ha ampiamente dimostrato. L'obbiettivo è lì, basta crederci.