In queste ore convulse di fonti anonime e mezze notizie su un passaggio di proprietà che sembra ormai imminente (ma di cui è meglio parlare a giochi fatti), di calcio giocato, a Roma, si sta parlando poco. Eppure alle viste ci sono gli impegni casalinghi con il Wolfsberg, contro cui basterà fare un punto per qualificarsi ai sedicesimi di Europa League, e la Spal, il giorno prima dello scontro diretto tra Cagliari e Lazio. Insomma, tra giovedì e domenica la Roma si giocherà un altro pezzo importante di stagione. E lo farà, ancora una volta, con qualche dubbio di formazione legato sia agli infortuni che alle condizioni di giocatori che, per motivi diversi, fin qui non hanno garantito il rendimento sperato. Giocoforza, dunque, gennaio sarà un mese cruciale per la Roma. L’occasione per sedersi, ragionare e correggere il tiro, intervenendo, per quanto possibile, laddove la rosa mostra le lacune più gravi.

In tal senso, il pensiero corre subito alla casella del terzino destro. Dove, finora, hanno agito ben quattro giocatori. Quello che teoricamente doveva essere il titolare, cioè Zappacosta, l’abbiamo visto una manciata di minuti prima che si infortunasse per tutta la stagione. Quello che tutti pensavamo fosse il suo sostituto, cioè Florenzi, Fonseca lì non lo vede proprio. Alla fine, da quella parte si sono trovati a giostrare l’adattato Spinazzola (sulla carta preso come riserva di Kolarov) e l’altalenante Santon (infortunatosi a San Siro). Va da sé, dunque, che lì qualcosa vada fatto. Ma come? Prendere un titolare e, di conseguenza, scaricare Zappacosta? Oppure scaricare Florenzi e aspettare il rientro dell’ex-Chelsea? In questo balletto, l’ago della bilancia sarà proprio il capitano giallorosso. Nel caso in cui dovesse convincersi a cambiare aria per non rischiare di perdere l’Europeo (come ha suggerito lo stesso Mancini), Petrachi si muoverà sicuramente. Per quanto mi riguarda, non voglio neanche immaginare uno scenario diverso. Alla Roma serve assolutamente un terzino destro titolare, cioè forte, pronto e affidabile, per terminare la stagione. E Florenzi non lo è. 

Spostandosi più avanti, qualche ragionamento potrebbe essere fatto anche in mediana. Non per un ruolo in particolare, ma per rafforzare un reparto che, al momento, può contare solo su Veretout e Diawara, in attesa che Cristante recuperi (magari in anticipo, come ha scritto qualcuno) da un infortunio che ha costretto Fonseca a inventarsi Mancini mediano (con ottimi risultati), prima che Diawara salisse di condizione. Anche con il rientro di Cristante, comunque, c’è spazio per allungare un po’ la coperta. Personalmente, ritengo che alla Roma manchi un giocatore in grado di far rifiatare l’insostituibile Veretout, nel momento in cui il francese dovesse finire la benzina o avere anche solo una febbre. Intendiamoci, si tratterebbe comunque della ciliegina sulla torta di un mercato di riparazione con ben altre priorità.

Su tutte, quella del centravanti di riserva. Se c’è una criticità emersa da questa metà di stagione, è l’assenza di un giocatore in grado sostituire Dzeko sotto il profilo realizzativo. La Roma prende pochi gol, ma segna poco e con tanti giocatori differenti. Chiaramente la perenne girandola di infortuni non aiuta, ma a Fonseca stanno mancando, oltre ai gol del bosniaco, anche quelli dell’ampia e variegata batteria di trequartisti ed esterni a sua disposizione. Mkhitaryan, Perotti, Kluivert, Under, Zaniolo e Pellegrini hanno segnato troppo poco. Chi non lo ha fatto per niente, invece, è proprio chi è stato preso per sostituire Dzeko. Nelle poche occasioni che ha avuto per mettersi in mostra (al netto dell’infortunio, si intende), Nikola Kalinic non ha mai dato la sensazione di essere all’altezza del compito. Nonostante il gol vittoria, poi annullato, contro il Cagliari (ma quanto sarebbero importanti oggi quei due punti?), è evidente che il croato non sia il profilo giusto per la Roma.

So che a molti romanisti il paragone che segue farà venire l’orticaria, ma bisogna essere onesti e dire le cose come stanno, anche se ciò significa guardare in casa dei dirimpettai. Alla Roma serve un Caicedo. Una punta capace di buttarla dentro nei modi e nelle situazioni più disparate, giocando pochi minuti ma facendosi sempre trovare pronto. Avere un giocatore così permetterebbe non solo di far riposare Dzeko, ma anche di avere una soluzione diversa da quella del bosniaco, fortissimo ma mai noto come il Pippo Inzaghi dei Balcani. Spesso e volentieri alla Roma capita di sprecare una quantità incredibile di palloni senza trovare il gol perché manca il movimento giusto al momento giusto o perché chi calcia in porta non lo fa con la necessaria, spietata freddezza del centravanti (Dzeko compreso). Integrare la rosa con un profilo “alla Caicedo”, magari rispedendo al mittente il buon Kalinic, con tutto l’affetto e la stima per lui, significherebbe fare un piccolo salto di qualità. Quello che manca per evitare di giocare un big match adattando in un ruolo delicato come il centravanti un ventenne con tanto talento ma poca esperienza.

Personalmente, confido molto in Fonseca e Petrachi. Magari sperando, un po’ scioccamente, va detto, che un eventuale nuovo proprietario “bussi con i piedi” a Trigoria. Visto il periodo festivo, sarebbe cosa estremamente gradita.