Il 2019 che sta per andare in archivio ha regalato ai tifosi della Roma un finale più che positivo. Quarto posto solitario in campionato, sedicesimi di Europa League decisamente abbordabili e una squadra che, nel complesso, sembra seguire convinta i dettami dell’allenatore. Ma la prima parte di stagione ha riservato anche qualche passaggio a vuoto, le cui cause sono da ricercare in un aspetto che, pronti via, sembrava un punto di forza della squadra di Fonseca: la rosa.

Lungo e completo: questo si diceva ad agosto dell’organico giallorosso. Ma l’incredibile sequela di infortuni che si è abbattuta su Trigoria ha costretto Fonseca a trovare soluzioni-tampone come spostare Mancini in mediana o rispolverare Pastore. Intuizioni felici, ma che non hanno evitato alla squadra di temere per la propria integrità fisica (come a Genova) e pagare la stanchezza (come a Parma), perdendo punti importanti. Il problema delle alternative è diventato dunque prioritario, costringendo Petrachi a guardarsi attorno e inventare qualcosa per puntellare la squadra già a gennaio. Missione tutt’altro che semplice, considerato il poco tempo a disposizione per concludere operazioni di un certo peso come quelle che, a mio avviso, servirebbero alla Roma per mantenere il quarto posto (obiettivo minimo stagionale) e, contemporaneamente, arrivare più lontano possibile in Europa League. Un colpo per reparto, porta esclusa: un terzino destro titolare, un centrocampista e il vice Dzeko.

Non voglio ripetermi, ma le quattro presenze consecutive da titolare di Florenzi sono frutto delle contingenze, più che delle scelte del tecnico. L’infortunio di Santon e il rendimento altalenante di Spinazzola hanno, di fatto, costretto Fonseca a schierare il capitano giallorosso. I risultati hanno dato ragione al portoghese, ma è chiaro che Florenzi non sia proprio il suo terzino ideale.
In caso di partenza del capitano giallorosso, Petrachi potrebbe rimpinguare il budget e citofonare a Percassi per Timothy Castagne. Un calciatore giovane ma già pronto, che conosce la Serie A e ha dimostrato il proprio valore in un progetto ambizioso come quello di Gasperini. Un terzino veloce, abituato al gioco offensivo ma anche solido fisicamente, cosa che Florenzi non è ma che Fonseca apprezza molto. La strada che conduce al belga, tuttavia, è irta di ostacoli. L’Atalanta, come si suol dire, è bottega cara, e Gasperini un cliente scomodo da far ragionare. Immaginare che a Bergamo si privino di Castagne a metà campionato, con gli ottavi di Champions da giocare e in piena corsa per un piazzamento in zona Europa, è piuttosto complesso. In tal senso bisognerà affidarsi completamente all’abilità di Petrachi, a sua volta osso durissimo al tavolo delle trattative.

A centrocampo, per quanto Fonseca assicuri di essere al completo, adattando all’occasione Pellegrini o addirittura Mkhitaryan, il calciomercato potrebbe riservare un’occasione troppo ghiotta da lasciarsi scappare. Sto parlando di Nahitan Nández, ai ferri cortissimi con il Cagliari dopo un girone d’andata strepitoso. Il nazionale uruguaiano sarebbe un tassello prezioso in un reparto dove Veretout e Diawara stanno facendo vedere cose importanti, in attesa del rientro di Cristante. Duttilissimo, veloce, aggressivo ma anche bravo in regia, Nández sarebbe il sostituto ideale sia del francese che del guineano, e non è escluso che possa addirittura prendersi rapidamente una maglia da titolare. Personalmente, ho invidiato molto l’acquisto del Cagliari, soprattutto alla luce dei soli 18 milioni sborsati. Ma l’idillio con gli isolani è durato poco, e la volontà del calciatore di trasferirsi altrove è la leva ideale per portarlo a Roma. Difficile ipotizzare i costi dell’operazione, visto il probabile contenzioso destinato ad aprirsi tra Nández e il Cagliari, ma Petrachi sembra vigilare attentamente. Io, nella mia follia, sogno un Nainggolan-bis.

Davanti, infine, prosegue la ricerca al vice Dzeko. Mentre l’ex-erede designato del bosniaco sembra essere rinato in Germania (ma diciamolo sottovoce, anche perché in ballo ci sono 30 milioni di riscatto), Kalinic ha confermato tutte le perplessità espresse al momento dello sbarco a Roma. Di conseguenza, Dzeko è stato costretto a fare gli straordinari, giocando addirittura con il volto appena operato. A quasi 33 anni, il centravanti giallorosso va dosato con cura, ma al suo posto c’è bisogno di un calciatore pronto, esperto ma non (ancora) top assoluto, per ovvi motivi di convivenza. In tal senso, un buon profilo potrebbe essere quello di Mariano Díaz. Relegato ai margini del Real Madrid, il 26enne dominicano ha tutto per incastrarsi nel sistema di Fonseca: mobilità, rapidità, tecnica e forza fisica da mettere al servizio di una manovra che fa già di questi elementi i propri punti di forza. L’ostacolo maggiore, in questo caso, sarebbe il lauto ingaggio che una squadra come il Real può permettersi di pagare a un calciatore praticamente fuori rosa. Cifre decisamente fuori dalla portata romanista, ma che potrebbero scendere un po’ lavorando sulla volontà dell’attaccante di tornare a giocare, magari come a Lione. Non solo per far riposare Dzeko, ma per raccoglierne, eventualmente, il pesantissimo testimone.

Tre colpi di grande spessore, certamente complessi ma non impossibili. In ogni caso, necessari. Perché il campionato è ancora molto lungo, e la corsa al quarto posto tutt’altro che in discesa. Per non parlare dell’Europa League, una competizione fin troppo snobbata dal calcio italiano, ma che per la Roma rappresenterebbe un traguardo prestigioso in termini non soltanto di trofei (tanto per riaprire una bacheca decisamente impolverata) ma anche di visibilità a livello continentale, colpevolmente interrotta dopo la semifinale di ormai due anni fa. Ora che il motore giallorosso ha finalmente iniziato a carburare, sarebbe un peccato finire la corsa per mancanza di benzina.