La frittata è fatta! Milan sconfitto nel derby, ulteriore sconfitta a Genova, pareggio stentato a San Siro contro l'Udinese e sabato prossimo contro la Juventus l'atroce prospettiva di un altro fiasco annunciato. Con questo ritmo non si va nemmeno in Europa League, altro che Champions!...

La maggiore preoccupazione per le prossime partite da disputare è l'inatteso calo psico-fisico che nessuno si attendeva potesse arrivare in maniera così repentina. Si potrebbe addurre la scusa della sconfitta contro l'Inter, come alibi, ma la sosta per la Nazionale ha concesso il tempo necessario ai rossoneri per metabolizzare il recupero mentale. Contro la Sampdoria si potrebbe affermare di essere stati magari sfortunati, ma a San Siro contro una normalissima e abbordabile Udinese, sono emersi antichi difetti e evidenti lacune che ormai da lungo tempo perseguitano fatalmente i rossoneri. Difetti troppo inesorabili per raggiungere quegli obiettivi che, puntualmente ogni anno, la compagine milanista si prefigge di conquistare con rinnovato entusiasmo.

Ma ogni anno, come una nemesi storica che si abbatte funesta sul destino rossonero, da quando l'era Berlusconiana ha deciso di chiudere ingloriosamente il suo ciclo, alla speranza del possibile rilancio, altrettanto puntualmente fa eco l'amara delusione dell'ennesimo fallimento! Sempre ogni anno e sempre a fine stagione...
Non voglio drammatizzare la situazione più di tanto, anche perchè ci sono ancora otto giornate prima della fine del campionato, ma la realtà, purtroppo, evidenzia i seguenti aspetti negativi:

Cambio modulo
Sicuramente e inevitabilmente si rende necessario, ma ahimè si rivela ormai inopportuno, giunti a questo punto del campionato. Non è certo facile da oggi al domani passare da un modulo all'altro sperando di adattarsi quasi immediatamente ai nuovi schemi. Abbandonare il 4-3-3, per certi versi rivelatosi fallimentare, per optare a un più efficace 4-3-2-1 oppure a un 4-4-2, sarebbe come buttare al macero mesi e mesi di lavoro! Un cambio tattico pur efficace che sia, richiede quantità di lavoro e tempi di adattamento relativamente lunghi, rischiando nel frattempo di incappare in risultati negativi che, in questo particolare e decisivo momento sarebbero oltremodo devastanti.

Semmai ce ne fosse stato bisogno, con i nuovi arrivi di Paquetà e Piatek sarebbe stato necessario approfittarne già a gennaio, quando il tempo necessario disponibile avrebbe evitato il trauma conseguenziale per il trapasso di schemi tattici da adottare in campo. Quindi, oggi come oggi quale potrebbe essere lo schema più efficace per il Milan? Arduo scegliere una strategia per ottenere la garanzia dei risultati, ma in questa scelta da prendere con coraggio, un ruolo importante lo avrà sicuramente la pubalgia che da parecchio tempo affligge Suso, il giocatore sul quale Gattuso puntava molto per la riuscita del modulo 4-3-3. Lo spagnolo infatti non si è mai dimostrato all'altezza della situazione, correndo poco, dribblando molto e offrendo assist non sempre decisivi per i compagni di reparto e il tutto, accompagnato dalla sua esasperante lentezza, condizionando pertanto la velocità di esecuzione degli altri attaccanti. Qualora Suso non fosse ancora pronto per dare il giusto contributo alla squadra, allora non si dovrà più procrastinare oltre, poiché non si potranno e non si dovranno più concedere vantaggi agli avversari. Ma questa decisione attende urgentemente l'avallo dello staff medico della società, mentre lo staff tecnico, a sua volta, si assumerà la responsabilità di adottare il modulo più opportuno, scegliendo i giocatori più in forma.

    Lentezza dei movimenti
    Sembra incredibile come si possa giungere al mese di Aprile, denunciando ancora lentezza nella manovra e mancanza di rapidità nei cambi di coperture come ci ha mostrato il Milan nella gara contro l'Udinese. Emblematico pertanto è stato il goal del pareggio friulano, quando i veloci contropiedisti dell'Udinese hanno messo a nudo l'errore più evidente commesso ieri dalla squadra di Gattuso. Infatti in una veloce ripartenza che metteva in atto il rilancio delle punte da parte della difesa avversaria, é stato alquanto desolante notare l'assenza dei due centrali nel reparto arretrato a guardia della difesa rossonera. Sono mancati in questa occasione i dovuti automatismi di protezione che avrebbero compensato lo sbilanciamento, dovuto alla propensione offensiva messa in atto dai due difensori milanisti. E' stato facile infatti per Kevin Lasagna intercettare il pallone, indisturbato, gli dal compagno di reparto proiettandosi velocemente verso la porta rossonera e segnando imparabilmente il goal del pareggio friulano. Qualsiasi schema adottato in campo, per essere efficace, ha bisogno di essere accompagnato da azioni veloci e da automatismi di scambio di ruoli necessari. Ciò in generale non succede da qualche tempo nella formazione rossonera, pertanto tutto il gioco ne soffre con le conseguenze inevitabili che abbiamo sofferto nel derby, a Genova e contro l'Udinese.

    Capitolo a parte merita la questione “pressing”, prerogativa necessaria per ottenere risultati concreti. Se fosse stato adottato in maniera adeguata un pressing efficace durante il derby, forse oggi non si parlerebbe di crisi Milan. Ma i rossoneri non mi sembrano nelle condizioni atletiche ideali per operare in questa direzione. Infatti nutro seri dubbi nei confronti dello staff ginnico-atletico dei preparatori Milanisti, poiché le movenze in campo dei giocatori rossoneri lasciano supporre una preparazione deficitaria, o quanto meno inadeguata, tanto è vero che spesso i giocatori avversari arrivano sul pallone prima dei giocatori milanisti.

    Imprecisione dei passaggi
    Troppe volte i rossoneri vanificano il loro lavoro, sbagliando passaggi e assist incautamente o magari per causa della fretta o più precisamente a causa della scelta del compagno da servire. La precisione dei passaggi è fondamentale per affinare la qualità del gioco, ottenendo risultati migliori soprattutto in fase di finalizzazione dell'azione offensiva. A questo proposito l'infortunio di Paquetà, uscito ieri anzitempo dal rettangolo di gioco, desta serie preoccupazioni proprio ora che Gattuso aveva deciso (finalmente) di schierarlo nel ruolo di trequartista, libero da responsabilità di marcatura in fase di completamento della manovra. Il brasiliano è in grado di garantire una percentuale altissima di ottimi assist per i compagni che, pertanto, avrebbero la possibilità di finalizzare l'azione offensiva con più continuità. Non solo, ma il suo avanzamento di posizione in campo gli permetterebbe di tirare in porta più efficacemente e con più frequenza. I marcantoni bianconeri sollecitati spesso da Tudor, ieri hanno sottoposto Paquetà a subire interventi durissimi, al limite del regolamento, peraltro mai puniti dall'arbitro Banti (vecchia conoscenza milanista), fino a causargli l'uscita forzata dal campo di gioco! Si spera ora che l'infortunio non sia grave come si teme, infatti la perdita del giocatore per qualche partita sarebbe decisamente dannosa.

    Parecchi cross dei giocatori del Milan vengono effettuati spesso senza forza sufficiente e ancora peggio troppo bassi. Ovviamente in questo modo si favorisce sempre l'intervento del difensore avversario, il quale può allontanare la minaccia con agevolezza e autorità. In questo dobbiamo essere tutti concordi nell'affermare che la squadra rossonera abbia imboccato da qualche partita una strada tortuosa e improduttiva. Questa fase involutiva dei giocatori induce a credere di non sperare bene per le prossime gare.

    Fiacca intensità di gioco
    Sono convinto che in parecchi saranno d'accordo con la disamina della continuità e della intensità delle azioni in profondità. Spesso il gioco del Milan ristagna in zone nevralgiche del campo per mantenere il possesso palla, prerogativa che ritengo, a mio modesto avviso, alquanto deleteria ai fini del gioco. Infatti una prolungata manovra in orizzontale ritarda i tempi di gioco e favorisce il posizionamento della difesa avversaria, causando l'ammassamento di uomini nelle zone più centrali del campo che impediscono nettamente lo sfondamento del muro erto, arroccando la difesa in maniera insormontabile. Capita più volte di notare fasi di gioco in cui sembrerebbe che i rossoneri stiano impegnandosi ad esibirsi in un impegnato allenamento e non in una partita per la conquista dei tre punti in classifica.

    Il Milan intensifica sempre le proprie azioni di gioco soltanto verso il finale della gara per cercare il goal della vittoria, ma spesso è troppo tardi per recuperare un risultato che avrebbe richiesto un impegno di uguale intensità anche e soprattutto durante la partita. Ciò può essere messo in relazione al fatto che la squadra non possiede la proprietà di saper dosare le forze per tutto l'incontro.

    In conclusione mi duole affermare che in queste condizioni e con le lacune perduranti suesposte, non ci siano i presupposti necessari per dare ulteriore impulso alla classifica.
    Mi auguro di tutto cuore di sbagliare il mio giudizio, perchè se così non fosse la tifoseria Milanista ancora una volta sarebbe costretta a dire addio ai suoi annuali sogni di gloria!

     

    1942pipporossonero