50+1 rule.

In Germania dal 1998 vige questa regola che ha permesso al calcio tedesco un netto e costante miglioramento. La regola consiste nell’impedimento dell’iscrizione ai due maggiori campionati nazionali (Bundesliga e Bundesliga.2) se il 50+1 % delle quote della squadra non appartengono alla squadra stessa. Questa regola è stata imposta affinché investitori privati non possano avere la maggioranza delle quote di un club. Questa regola permette una situazione particolare presente solo in Germania dove si possono riscontrare una serie di vantaggi, soprattutto per il tifoso, che per la mentalità tedesca è (forse) ancora la ‘parte’ più importante del ‘Fußball’.

Andiamo ad analizzare insieme questa serie di benefits.

  • IL PREZZO DEI BIGLIETTI

Infatti il prezzo medio massimo è di circa 55€ e quello minimo di circa 15€. Rispetto al costo dei biglietti degli altri campionati europei è un prezzo quasi irrisorio, inoltre lo spettatore può godersi la partita in impianti modernissimi che fanno invidia in tutta Europa. Questa politica ha permesso una grande affluenza all’interno degli stadi, infatti la media spettatori supera i 40.000 spettatori a partita, mentre in Italia a malapena riusciamo sforare i 20.000.

  • GLI STADI

Il prossimo punto che andremo ad analizzare è proprio la qualità e la modernità delle strutture che ospitano le partite; stadi moderni, ben raggiungibili anche con i mezzi pubblici e ultra-tecnologici, ideati per il calcio e per i tifosi; del resto in quasi nessun impianto è presente la pista di atletica che allontana i fans dal campo e peggiora la visibilità del match, inoltre in quasi tutte le curve più ‘calde’ non sono presenti i seggiolini, i quali sono stati sostituiti dai gradoni per favorire il tifo e l’aggregazione degli ultras.

  • LA CRESCITA DEI GIOVANI E DELLA NAZIONALE

Non essendoci un solo investitore che può permettersi di fare acquisti dai prezzi esorbitanti, in Germania si punta molto sui giovani investendo parecchio anche sulle strutture dedicate ai bambini. Questa scelta ha permesso l’esponenziale crescita di grandi giocatori e grandi allenatori. La verifica del successo di questa scelta è riscontrabile con la nazionale stessa, che da quando è entrata in vigore la regola, ha ottenuto grandi successi, raggiungendo due volte la semifinale del mondiale, una volta la finale e nel 2014 ha portato a casa la coppa. La regola ultimamente è stata criticata, poiché alcuni pensano che senza solide basi economiche provenienti da un privato, competere in Europa è molto difficile e la Bundesliga sta diventando sempre più noiosa a causa del dominio del Bayern Monaco. Questo in parte può essere vero ma non è detto che con l’abolizione della regola si ottengano risultati. Ad esempio guardiamo proprio il nostro campionato dove Inter e Milan, nonostante le proprietà asiatiche siano molto ricche, sono solo un lontano ricordo delle squadre che spadroneggiavano sui terreni verdi d’Europa (e non solo);

Roma e Napoli proprietà rispettivamente di Pallotta e De Laurentiis in Europa non brillano mai del tutto e l’unica che riesce ad andare avanti nella competizione più prestigiosa (due finali perse) è la Juventus che vince il campionato da ben 8 anni. Quindi per questi versi la situazione è analoga ma noi non godiamo di tutti i confort di cui possono vantarsi i tifosi tedeschi.

Anche per quanto riguarda la nazionale, è vero che loro hanno ‘floppato’ durante l’ultimo mondiale, ma noi non siamo stati neanche in grado di costruirci la possibilità di fare così male… Inoltre nei due mondiali precedenti abbiamo fatto la loro stessa figura, mentre loro nel 2010 uscivano in semifinale con la Spagna futura vincitrice e nel 2014 vincevano il mondiale.

La ‘50+1 rule’ è un modello che permette la crescita del proprio calcio e difende gli interessi del tifoso, che fa della Germania un esempio assoluto. Dovremmo riflettere sul divario istituzionale presente tra la Bundesliga e la Serie A che ha permesso l’inesorabile allontanamento del tifoso dagli stadi.

Citando Albert Camus: ‘Non c’è luogo al mondo in cui l’uomo è più felice che in uno stadio da calcio.’ Per questo andrebbe tutelato sia La persona (il fruitore), che lo stadio da calcio.

Spero al più presto di poter assistere nella mia città che è Roma, ad una partita di calcio in uno stadio per il calcio, possibilmente raggiungendo la struttura in maniera eco-sostenibile, pagando il ticket ad un prezzo adeguato, per il momento resta un sogno utopico ma perché non credere che possa avverarsi?

Matteo Di Mango