Premetto subito che non sono tra i detrattori di Marotta e del suo operato: anzi, spesso mi sono trovato a difendere la coppia Marotta-Paratici da chi la tacciava di aver fatto uno scarso lavoro; ricordando come avessero preso in mano la Juventus e come, sotto la sapiente guida di Andrea Agnelli, l’abbiano trasformata. Siamo uomini e, come tali, nessuno di noi è perfetto: sbagliare è fisiologico, soprattutto in un lavoro in cui si è continuamente sotto i riflettori. Nelle ultime dichiarazioni dell’AD bianconero, mi ha stupito molto un particolare: interpellato su Pjanic, in due occasioni (prima del Chievo e del Genoa per la precisione), ha sempre risposto che, nonostante siano ovviamente contenti di averlo, il bosniaco sta fino al momento rendendo al di sotto delle aspettative. Dichiarazione legittima ma, allo stesso tempo, non da Marotta, sempre molto attento nel pesare le esternazioni mediatiche, ben conscio di come poi possano essere interpretate, soprattutto se dall’altro canto c’è un continuo tacere sulla principale mancanza della dirigenza bianconera in sede di mercato estivo, mancanza che sta, paradossalmente, penalizzando anche Pjanic; un mercato faraonico ma, ebbene sì, incompleto. Perché, piaccia o no, la mancanza del centrocampista ricercato fino all’ultima mezz’ora di mercato, quando si palesò lo “scherzone” dello Zenit, si fa sentire eccome. In quel momento difesi comunque l’operato dei nostri dirigenti, affermando che venne fatto un lavoro lodevole e che mancava solo una ciliegina sulla torta. Ciliegina che, dopo questa prima fetta di stagione, si sta sempre più rivelando una necessità. Allora vennero anche fatte valutazioni che vedevano, ad esempio, Asamoah come “un giocatore ritrovato” e Lemina come “un giocatore per cui sono stati respinti club importanti”, valutazioni che portarono la Juventus a sondare il mercato alla ricerca di “opportunità” senza però forzare più di tanto la mano; purtroppo nessuno di questi due, vuoi per motivi di carattere fisico, vuoi per lacune ancora presenti di carattere tecnico, ha confermato le aspettative, dimostrato quell’affidabilità che si richiede in una squadra che ambisce a battagliare per obiettivi elevati e ad oggi il nostro centrocampo è in sofferenza; perché oltre ai tre “titolari” (che tra l’altro hanno giocato pochissime partite insieme) manca quella prestanza fisica che fu di Pogba e che non è stata rimpiazzata, vincolando Pjanic in un ruolo che può interpretare ma non con le caratteristiche del transalpino. Dire che rispetto al centrocampo di Berlino, ci siamo indeboliti è fin troppo semplice: quello era un centrocampo unico, con giocatori che si completavano a vicenda ma soprattutto era un centrocampo che non poteva essere clonato, al netto dell’unicità degli interpreti che lo componevano, di cui oggi è rimasto il solo Marchisio. Però è indubbio che in quel settore di campo qualcosa sia mancato: già dalla cessione di Vidal, venne acquistato Khedira; giocatore importantissimo, che ha sicuramente portato ordine ed esperienza a centrocampo ma che, soprattutto la passata stagione, non ha dimostrato di avere quella continuità nel rendimento, a causa anche del fatto che era reduce da una stagione di inattività. In molti pensavano che fosse Sturaro a rimpiazzare la corsa e gli inserimenti di Vidal ma, al momento, pur essendo a mio avviso un giocatore con caratteristiche importanti e che ci vuole in una grande squadra, non ha ancora acquisito quella sicurezza che può fare di lui un titolare fisso. Di Pirlo non parlo perché lì si che era veramente impossibile trovare calciatori con caratteristiche affini. Dalla partenza di Pogba, al momento, è stato inserito Pjanic: giocatore indiscutibile sul piano tecnico ma che, come già detto, non può avere le caratteristiche del francese. Il centrocampo di oggi è senza dubbio ottimo ma sarebbe da ciechi non ammettere che gli manca più di qualcosa, ovvero quell’esplosività fisica fondamentale anche in una grande squadra: non a caso sono stati inseguiti calciatori come Matic, Matuidi, Witsel, N’Zonzi; tutti interpreti che, in un modo o nell’altro, avrebbero completato il centrocampo e avrebbero, tornando al discorso iniziale, anche messo in condizioni Pjanic di sprigionare il suo talento senza dover fare l’incursore, ruolo che sta ricoprendo in questo momento. A gennaio sarà necessario almeno un innesto, se non due, a completare un reparto che, nonostante le smentite a domanda diretta, rimane deficitario, soprattutto se si ha la velleità di voler “fare il meglio possibile” in Europa.