Perchè dirsi addio dopo cinque scudetti consecutivi, quattro coppe Italia, due supercoppe e due finali di Champions in cinque anni? Forse perché il tempo logora i rapporti e, dopo tante battaglie insieme, qualcosa non andava più come un tempo; forse perché l’Italia non è l’Inghilterra e storie come quelle di Ferguson o Wenger sono difficilmente replicabili; oppure per un malcontento generale che ha portato a considerare la squadra attuale non degnamente valorizzata.

Rimane un dato di fatto: se in due partite, contro una squadra di ragazzini, i tuoi tiri in porta si contano sulle dita di una mano, non puoi appellarti agli infortunati o alla sorte avversa; c’è evidentemente qualcosa che non va sul piano dell’organizzazione della squadra e del gioco. Questa dev’esser stata, presumibilmente, la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha spinto Agnelli e area tecnica ad esonerare Allegri e a cercare un allenatore evidentemente diverso da Allegri.

Su chi sarà poi effettivamente l’allenatore della Juventus la prossima stagione rimangono molti punti interrogativi dal nostro punto di vista; la società continua a far filtrare grande tranquillità affermando di aver le idee molto chiare su chi dovrà raccogliere l’eredità di Allegri.
Tra i tanti nomi circolati negli ultimi tempi e affiancati alla panchina della Juventus ce n’è tuttavia uno che, più di tutti, ritorna con maggior insistente e porta a Maurizio Sarri.
Neo vincitore dell’Europa League, l’ex Napoli sembrerebbe essere il prescelto per allenare la Juventus la prossima stagione, al netto di “sogni” che sembrano destinati a rimanere tali; l’ala tecnica della squadra, facente capo a Nedved e Paratici, avrebbe accolto di buon grado anche un ritorno di Conte che, tuttavia, è rimasto vittima dell’ostracismo presidenziale che ancora non gli ha perdonato quel brusco addio cinque anni fa.

Maurizio Sarri, al contrario, sembrerebbe essere un nome che mette d’accordo tutte le parti in gioco, ragion per cui negli ultimi giorni si stanno intensificando i contatti tra le parti per consentire al tecnico toscano di approdare in bianconero.

Una volta palesatosi il nome di Sarri, si è subito scatenato un turbinio di esternazioni tra loro contrastanti: da una parte chi vede di buon occhio il suo approdo in bianconero, dall’altra invece chi ha già bocciato questa pista. Tra i dubbi dei detrattori di Sarri ci sono ragioni sia ambientali che portano dritto al suo passato da acerrimo nemico della Juventus con il Napoli a ragioni più interessanti di profilo tecnico.

In particolare in molti hanno evidenziato come profili di allenatori alla Sarri non siano mai stati visti di buon occhio in casa Juve, laddove storicamente hanno riscosso poca fortuna allenatori che portavano con se’ in dote una forte idea di gioco offensivo. In molti hanno tirato in ballo l’esempio di Maifredi che, arrivato con l’intento di portare il “calcio champagne” alla Juventus, si rese protagonista di una stagione difficoltosa.

Va anche detto, tuttavia, che i tempi cambiano e che soprattutto in questa fase storica, la Juventus necessita di una guida che sappia dare un profondo respiro europeo alla squadra per portarla a fare quell’ultimo step in una competizione, la Champions, dove oggi più di ieri non è più sufficiente fare un gioco speculativo. Apparentemente accantonati i sogni “esotici” legati ai vari Guardiola, Klopp e compagnia, ecco che un allenatore come Sarri rivestirebbe il profilo ideale per dare a questa Juventus un’impronta più offensiva ed europea, con buona pace dei napoletani e di alcuni juventini che tirano, nevroticamente, in ballo il passato di Sarri come bandiera per ostracizzarne il suo approdo.

Tuta o completo classico non fanno differenza, quello che più interessa di Sarri è che è un uomo di campo che vive di calcio h24 e che soprattutto viene dalla gavetta (caratteristica sempre apprezzata in casa Juve). E’ un allenatore con una forte idea di gioco fatta di possesso palla, verticalità e difesa aggressiva; tutti ingredienti che lo rendono un candidato più che credibile e coerente con la linea societaria che ha portato ad esonerare un allenatore vincente ma con un’idea di calcio e di gestione della rosa ritenuta non più sufficiente. Come già scritto, le voci legate ad un approdo di Inzaghi, allenatore molto più simile ad Allegri nel concepire il gioco del calcio, non hanno mai avuto un barlume di fondamento e sarebbe stata una grandissima contraddizione in termini un suo eventuale arrivo in bianconero. 

Se si riusciranno quindi a limare gli ultimi accordi diplomatici con il Chelsea, la Juventus e Sarri potranno iniziare il loro percorso insieme.