Una delle grandi forze del duo Marotta-Paratici è la programmazione: l’acquisto, attraverso un meticoloso lavoro di scouting, di calciatori con un impegno economico di gran lunga inferiore al valore che, di lì a qualche anno, gli stessi assumeranno.
Non è esente da questa tecnica l’acquisto, fatto ormai due stagioni fa, di Mattia Caldara; allora esordiente nella massima serie con l’Atalanta, venne bloccato nella sessione invernale di mercato con un acquisto di quindici milioni di euro più bonus e la promessa all’Atalanta di un prestito per la prossima stagione e mezza per completare un processo di crescita non ancora completato.
Poi l’approdo in bianconero e l’apparente volontà di mettere alla prova le doti di Mattia dal momento che non è mistero il desiderio della dirigenza bianconera di costruire una squadra con una forte intelaiatura italiana; squadra che, di conseguenza, non può non annoverare quello che da più parti viene considerato come il difensore del futuro per quel che concerne il panorama calcistico italiano.

Ebbene, a nemmeno tre settimane dalla presentazione ufficiale alla stampa, Caldara è pronto a salutare la Juventus per diventare un nuovo calciatore del Milan; l’accordo per uno scambio alla pari Bonucci-Caldara è ormai definito da giorni, la scelta di Higuain di trasferirsi al Milan sbloccherà l’intera operazione.
La Juventus da tutto questo ottiene il ritorno alla base di un calciatore come Bonucci che a Torino ha fatto senza dubbio bene, e il cui addio solo un anno fa ha ancora del misterioso, e allo stesso tempo conferma quella che era la necessità di privarsi di Higuain dopo l’arrivo di Cristiano Ronaldo. Un operazione, quella di Higuain al Milan, a mio avviso molto forzata e dettata da un colpo, quello di CR7, difficilmente ipotizzabile a inizio mercato e che ha creato uno scossone nel reparto offensivo, in cui una eventuale permanenza del Pipita era vista come un surplus non sostenibile.
La Juventus tuttavia va a rinforzare sensibilmente, con un attaccante che ancora oggi è tra i migliori al mondo, una squadra che compete nel suo stesso campionato; non solo, lo vende con un prestito con diritto di riscatto in cui, al momento, ci guadagna solo 15/20 milioni rispetto ai 90 investiti solo due anni fa. Un'operazione fatta in fretta e furia, senza nemmeno il tentativo di scatenare un'asta che avrebbe potuto innescare e con Higuain che è stato visto più come un fastidio che altro.

Se per Higuain, in fondo, posso anche capire, ciò che invece non capisco e mai capirò è il motivo che ha spinto la dirigenza della Juventus a privarsi di Mattia Caldara: ancora ignoto se sia stato il calciatore stesso a chiedere la cessione o sia prevalsa la “ragion di stato” nel ritenere che l’operazione sarebbe stata virtuosa. A me che di bilanci non frega assolutamente nulla, rimane però solo l’amaro in bocca di esserci privati di un calciatore su cui avevamo scommesso in maniera decisa e del quale ci resterà il solo ricordo di due amichevoli; a Caldara non abbiamo neppure concesso quel periodo di apprendistato che invece concedemmo a Rugani; lo abbiamo usato come la più bieca pedina di scambio per soddisfare il desiderio di Bonucci di tornare a Torino.
Se con CR7 la Juventus ha dato una sferzata positiva al mondo calcistico italiano e, allo stesso tempo, ha dimostrato di poter agire da top club vero, in quest’operazione invece è emersa un’estrema fragilità, debolezza e mancanza di visione per il futuro.

Mi duole dirlo ma mai e poi mai una della squadre con cui abbiamo la velleità di competere in Europa, anche solo si immaginerebbe di imbastire un’operazione di questo genere; avremmo potuto quando meno pretendere una clausola di ricompra molto alta per Caldara e invece nemmeno quello, perso per sempre.
Un tifoso vero deve saper sostenere la propria squadra, ma anche bacchettarla nel momento in cui ci sono cose che non vanno: ebbene, questa operazione personalmente la ritengo una follia.