Una situazione paradossale si sta consumando in casa Juventus: da un lato un allenatore che, ogni giorno che passa, è sempre più sconfessato da tifosi e ambiente; dall'altro una società barricata dietro un silenzio che sa di dubbi e perplessità.

Nubi, quelle legate alla guida tecnica della Juventus, che affondano le radici da molto lontano. Personalmente, già un anno fa scrissi di come servisse una sferzata d’aria fresca nella guida tecnica della Vecchia Signora; giudicai il ciclo di Allegri chiuso, al netto di risultati ottimi ottenuti negli anni l’impressione era che l’ambiente e la squadra necessitasse di un nuovo allenatore che sapesse dare gli stessi stimoli provocati da Allegri al momento del suo avvicendamento con Conte.

Al contrario società e allenatore optarono per il mantenimento dello status quo, cullando l’utopia che Ronaldo potesse da solo provocare uno scossone tale da portare lui all’ambiente la sferzata d’aria fresca di cui sopra. Il lusitano il suo l’ha fatto, poco da obiettare; ma, al netto di uno scudetto stravinto con cinque giornate di anticipo, non si può non giudicare la stagione appena conclusa come interlocutoria e a tratti deludente e macchiata da due eliminazioni che sanno di umiliazione. Perchè sia Atalanta in Coppa Italia che Ajax in Champions non solo hanno eliminato la Juventus dalle rispettive competizioni, ma l’hanno surclassata sul piano sia tecnico che delle idee.

Allegri ha subito gli eventi e non ha saputo fare nulla per dare a questa squadra un’anima; ha delegato tutto nelle mani di CR7, credendo che potesse bastare; il risultato non è stato dei migliori e adesso in molti tifosi non possono neppure più sentire il suo nome. L’hashtag #allegriout è solo l’ultima delle manifestazioni di un ambiente che sta vivendo la questione allenatore con fibrillazione e che trova, lato società, un silenzio preoccupante.

Si perchè quello che, da gennaio circa, è stato chiaro agli occhi di tutti è che Agnelli avesse ben in testa un cambio di guida tecnica al termine della stagione, con Zinedine Zidane unico candidato a raccogliere l’eredità di Allegri; nel tecnico franco-algerino venivano riscontrate doti oltre che tecnico/tattiche, anche di gestione di campioni nonchè il fascino del grande ex.

Tra il desiderio di Agnelli e Zizou si è però poi messo di mezzo il Real Madrid che, dopo neppure un anno, ha ottenuto un clamoroso ritorno in panchina.

La Juventus si è quindi trovata in una posizione interlocutoria: vorrebbe dare un netto cambiamento alla guida tecnica ma deve fronteggiare una generale penuria di alternative, ad oggi, veramente percorribili.

Il nome di Conte, circolato nei giorni scorsi, trova consenso in parte della dirigenza e in molti tifosi ma sul tecnico salentino grava ancora l’ostracismo presidenziale che non riesce a dimenticare come Antonio e la Juventus si siano separati.

Deschamps rappresenta oggi la pista per certi versi più credibile: per Didier si tratterebbe di un ritorno, dopo gli anni da giocatore e la promozione in a da allenatore. Il tecnico francese arriverebbe con il fregio del titolo mondiale vinto meno di un anno fa e con un discreto bagaglio di esperienza internazionale; sicuramente si tratterebbe di una soluzione di valore ma va capito a fondo quanto sia possibile che, ad un anno dall’europeo, la nazionale francese sia disposta a liberarlo.

Il nome di Mourinho pare sia eventualmente più un’idea di Mendes che altro, anche perchè andrebbero superate ruggini difficilmente risolvibili. Sempre il potente procuratore sembra abbia proposto altri suoi assistiti come Nuno Espirito Santo ma di questo caso, al momento, non ci sono riscontri effettivi.

Pochettino, fresco di una miracolosa finale di Champions conquistata con il Tottenham, è senza dubbio una soluzione affascinante ma ogni discorso sul suo futuro va giocoforza rimandato post finale di Champions; può permettersi la Juventus di rimanere nell’incognita fino a quella data ?

Altro nome da mesi affiancato alla Juventus è Guardiola: Ronaldo insegna che nulla è impossibile. Sicuramente però, allo stato attuale, risulta quantomeno utopistico anche solo ipotizzare che Pep possa lasciare una piazza che lo asseconda alla lettera e che sta facendo di tutto per fargli alzare nuovamente la Champions.

Sarri sembrerebbe orientato ad una permanenza nel campionato inglese, anche se a Torino è un nome che, dai tempi di Empoli, viene tenuto in grande considerazione.

Vi è poi una schiera di allenatori italiani molto stimati da Paratici: Gasperini, Giampaolo e Simone Inzaghi. In tutti questi casi, tuttavia, parleremmo di salti nel buio, con allenatori che, da squadre medio piccole, si troverebbero a guidare una squadra ed un ambiente a cui si chiede una crescita importante sul piano europeo.

La situazione è precaria, nebulosa e, al momento, di difficile risoluzione. Tra gli scenari sopra descritti, non è da escludere se ne possa stagliare un altro; con la permanenza di Allegri, in assenza di alternative credibili. Un allenatore sconfessato da tutti di fatto, tranne che dal Presidente che gli avrebbe dato il benservito con Zidane o, eventualmente, con allenatori di livello superiore. 

Da tifoso sono preoccupato: i grandi giocatori fanno bene alle squadre ma non si può prescindere da una guida altrettanto degna.

Mi auguro che questo enigma venga risolto al più presto.