Alla bellezza del 23 aprile ci tocca già stilare i bilanci sulla stagione della Juventus con la compagine bianconera che ha già esaurito gli obiettivi stagionali. Qualcuno dirà per bravura e nessuno vuole togliere i meriti legati al fatto che la Juventus si sia assicurata il campionato con cinque giornate di anticipo, ipotecandolo almeno un mese fa. Tuttavia non mi sento di aderire ai toni trionfalistici con cui qualcuno ha incensato il successo in campionato, soprattutto in questa stagione che era iniziata con ben altre aspettative.

Non si può non partire da Cristiano Ronaldo: quando fai un acquisto di questo genere è matematico che le aspettative vadano alle stelle; il lusitano non ha deluso le premesse che avevano accompagnato il suo approdo in bianconero, segnando e incidendo praticamente in tutte le competizioni. Chi ha invece deluso o disatteso le premesse è la stragrande maggioranza dell’ambiente squadra a lui circostante; quando arriva un calciatore di questo livello il peggiore degli errori è sedersi e aspettare il miracolo da parte del fuoriclasse. Ronaldo ha fatto il possibile e forse qualcosa in più ma anche la sua storia parla chiaramente di successi ottenuti con squadre incredibili di cui lui era la punta di un iceberg ben solido e di qualità. Il Real degli ultimi anni ha vinto sì grazie alle sue prodezze ma anche perchè alle sue spalle c’era una squadra che remava in un’unica direzione e con elementi in grado di incidere e di mettere il lusitano nelle migliori condizioni di far gol.

L’arrivo di Ronaldo in bianconero è, invece, clamorosamente coinciso con il collasso nelle prestazioni di molti elementi che, nelle passate stagioni, si erano dimostrati protagonisti; in particolare è coinciso con la messa in mostra palese di una filosofia, quella di Allegri, che a lungo andare sta logorando squadra e ambiente.

Come già scritto in passato, non è mia intenzione togliere meriti al tecnico livornese nella sua esperienza bianconera; il mio è piuttosto un voler ammettere che, già dalla scorsa stagione, la sua esperienza in bianconero è giunta al capolinea.

Allegri crede in un calcio fatto di individualità. Crede in chi va a togliere la proverbiale castagna dal fuoco. La sua idea di gioco è fatta di geniali intuizioni che, tuttavia, rimangono casi isolati in uno spartito fatto di improvvisazione, poche idee e un generale tirare a campare che, a giudizio di chi scrive, è ormai diventato stucchevole e deleterio per la squadra. Se l’idea di calcio di Allegri fosse quella vista in azione nella gara di ritorno contro l’Atletico, allora direi che può essere il nostro allenatore per i prossimi vent’anni. La verità  è invece di fronte agli occhi di tutti: una squadra che si fa prendere a schiaffi da un gruppo di, seppur bravissimi, giovani alle prime armi; un allenatore che imposta due partite palesemente sul raccogliere il massimo sacrificio con il minimo sforzo, nella speranza che il solito Ronaldo alla fine vada a risolvere i problemi. Un allenatore a corto di idee e che ha pure iniziato a rilasciare dichiarazioni ridicole e da perdente che rievocano altri suoi colleghi: dagli infortuni, a Douglas Costa che doveva lasciare indietro la gamba e prendere fallo, senza tuttavia mai mettere in discussione le enormi lacune tattiche della sua squadra che non possono non essere ricondotte a sue colpe. Allegri si è riconfermato lui stesso anche per la prossima stagione, ormai siamo arrivati al punto che se la canta e se la suona da solo. Io invece dico con forza, e mi auguro che al di là delle dichiarazioni di facciata anche la società sia dello stesso parere, che il primo passo per la prossima stagione non siano i grandi acquisti in rosa ma un cambio in panchina. Portare a Torino un tecnico che sappia costruire un’identità di gioco in grado di creare le premesse quanto meno di andarcela a giocare ovunque a testa alta, evitando.

Sul giudizio globale della stagione non posso quindi che distaccarmi dai toni trionfalistici sponda società: la Juventus ha svolto il compitino. Ha fatto un campionato da grande squadra, agevolata da una concorrenza pressochè inesistente, ma nelle competizioni decise da scontri da dentro fuori o comunque che necessitavano di battaglie serrate ha fallito. Uscire dalla coppa Italia si può, non facendosi prendere a schiaffi e surclassare sul piano del gioco; discorso simile per la Champions.

Abbiamo fatto il compitino con una squadra che tuttavia avrebbe potuto fare molto di più con una mentalità diversa emanazione diretta di chi siede in panchina.

 

Pagelle stagione 2018/2019

Portieri

Szczesny 9: raccogliere l’eredità di Buffon non sarebbe stato semplice per nessuno. Il portiere polacco lo ha fatto con autorevolezza e disinvoltura. Mi scuso personalmente per averlo criticato dopo la partita contro il Manchester, una delle poche sbavature di una stagione pressochè perfetta. A volte gioca troppo sicuro di se’ stesso con i piedi ma è un portiere incredibilmente completo. Credo che la Juventus non dovrà preoccuparsi di portieri per diversi anni ancora.

Perin 7: una discreta prima stagione in bianconero per Mattia Perin. Quando è stato chiamato in causa lo ha fatto sfornando buone prestazioni. La fuoriuscita in Coppa Italia ne ha ulteriormente minato l’utilizzo. Restano dubbi sul suo futuro in bianconero anche in ottica nazionale oltre alle incognite sulla sua consistenza fisica.

Pinsoglio sv: nel finale di stagione ci sarà spazio anche per lui, per il momento si è limitato al ruolo di uomo spogliatoio.

Difensori

Bonucci 6,5: un ritorno in bianconero criticatissimo da una parte della piazza che non gli ha perdonato il clamoroso addio dopo la finale di Cardiff. Si dimostra un libero dotato di un piede incredibile ma, allo stesso tempo, ha messo in mostra delle lacune preoccupanti in fase di marcatura, collezionando non poche sbavature.

Rugani 7: in crescita, anche se non ancora assolutamente pronto a giocare da titolare in questa Juventus. Dato per sicuro partente ad inizio stagione, con il recente rinnovo sembra aver allontanato questo scenario. Vedremo, quello che è sicuro è che arriveranno almeno due difensori che, con buone probabilità, gli partiranno davanti nelle gerarchie.

Chiellini 10: come capitano è eccezionale. Un vero uomo squadra. A livello di prestazioni, cresce di livello ogni stagione che passa.  Un vero peccato che i problemi al polpaccio che ormai da anni si porta in dote rendano il suo impiego deficitario nei momenti clou della stagione.

Caceres sv: Fortemente voluto da Allegri per rimpiazzare Benatia, dimostra di essere ormai nella fase calante di una carriera costellata da guai fisici. Un peccato, perchè sul piano tecnico resta un difensore di livello.

Barzagli sv: difficile valutare il Professore in una stagione, la sua ultima di calcio giocato, fortemente viziata da guai fisici. Per la sua carriera e per la sua permanenza alla Juventus merita un dieci e lode. Lui più di tutti si sarebbe meritato di alzare la Champions. Sostituirlo sarà difficile ma mi auguro che resti ancora per anni ben vicino alla Juventus.

Benatia 3: volersene andare è legittimo. Farlo rifiutandosi per un mese di scendere in campo, mettendo in difficoltà per giunta un reparto è vergognoso. 

Alex Sandro 7: fresco di rinnovo ma con un futuro tutto da definire. Avrebbe i mezzi fisici e tecnici per essere tra i migliori interpreti nel ruolo ma colleziona ancora troppi periodi bui. La sua inconsistenza caratteriale in campo non lo aiuta di certo.

Spinazzola 6,5: prima stagione di ritorno in bianconero. Gioca poco per i postumi di un grave infortunio ma brilla nella notte contro l’Atletico. Laterale di spinta e qualità, più quinto di centrocampo che terzino ma comunque merita fiducia anche per la prossima stagione.

Cancelo 8: una prima parte di stagione straripante. Dopo la supercoppa, complice qualche guaio fisico, cala nelle prestazioni. Il futuro è suo, deve solo correggere qualche deficit in fase difensiva.

De Sciglio 6: fa il compitino, senza infamia e senza lode. Nei deliri tattici di Allegri finisce a giocare centrale nella debacle di Bergamo in Coppa Italia prendendosi colpe e insulti eccessivi. Una buona riserva, nulla di più.

Pjanic 9: forse la sua migliore stagione alla Juventus. Da regista dipinge calcio e fa un grandissimo lavoro in fase di schermatura. Senza di lui il centrocampo va alla deriva. Chiudete un attimo gli occhi e immaginate un centrocampo con lui, Emre Can e Pogba. Non aggiungo altro.

Emre Can 8: dopo un normale ambientamento, si conquista un ruolo da titolare inamovibile e da incredibile grimaldello tattico, sapendo ricoprire con profitto diversi ruoli. Temperamento, capacità sia difensive che offensive e spirito di sacrificio faranno di lui un elemento imprescindibile della Juve che verrà.

Bentancur 8,5: il ragazzo cresce a vista d’occhio. Allegri gli ha concesso molto minutaggio e lui ha risposto con prestazioni quasi sempre importanti e che promettono un futuro roseo. Con le qualità tecniche che possiede dovrebbe cercare molto di più l’inserimento e il gol. Un qualcosa su cui migliorare.

Matuidi 7,5: corre per due persone e pressa con la voglia di quando da bambini giocavamo a calcio all’oratorio e volevamo portare via la palla a quelli più grandi. Su questo è forse il migliore al mondo. Se già gli si chiede di tirare in porta o fare un passaggio giusto, lo si manda in crisi. Va a tratti fuori giri complice la finale vittoriosa al mondiale che lo ha tenuto impegnato fino ad agosto. Globalmente tuttavia non fa mai mancare il suo contributo.

Khedira sv: una stagione costellata da infortuni e guai fisici rende impossibile un giudizio. Sicuramente il suo equilibrio tattico è mancato. Con buone probabilità saluterà Torino a fine stagione.

Cristiano Ronaldo 10: Perfetto. Ho poco altro da aggiungere se non che mi ritengo un privilegiato a tifare per una squadra in cui gioca CR7. Un peccato che la squadra, sul più bello, non lo abbia seguito in Champions. Cinque reti nella fase eliminatoria di Champions sono numeri stratosferici. In campionato si è calato perfettamente in una realtà molto diversa da quella stagione. a 34 anni non ha nessuna voglia di mollare l’acceleratore. Chapeau.

Douglas Costa 4: tanto presente sui social quanto assente in campo. Lo sputo in faccia a Di Francesco è un qualcosa di imperdonabile per un calciatore di questi livelli. Unico assolo di questa stagione il palo ad Amsterdam, per il resto molti guai fisici e qualche scappatella a Parigi di troppo. A fine stagione se ne andrà, senza troppi rimpianti e lasciando spazio a qualcuno di più motivato.

Bernardeschi 8,5: in continua crescita. Forse il compagno di reparto che più ha imparato dalla vicinanza con Ronaldo. Ha veramente tutto per essere un titolare nella Juventus dei prossimi anni oltre che un punto fermo nella nazionale.

Cuadrado sv: la sua stagione è finita a dicembre con la rottura del crociato e il conseguente tira e molla che lo ha poi portato ad operarsi quasi un mese dopo. I suoi strappi sulla fascia ci avrebbero fatto molto comodo. Peccato.

Dybala 6: stagione in tono minore e sufficienza striminzita. Parte bene in Champions, meno in campionato. Allegri gli chiede di fare il tuttocampista e lui fa il possibile ma con le sue qualità dovrebbe fare molto di più. Non riesce a ritagliarsi un suo spazio e sembra meno sereno delle scorse stagioni. A fine stagione andrà chiarito il suo futuro.

Mandzukic 8: soffre anche lui un mondiale molto dispendioso sul piano delle energie e nella seconda parte di stagione cala nel rendimento. Nella prima fase molti gol decisivi hanno la sua firma, nella stagione in cui è tornato a fare il centravanti. 

Kean 9: non si può parlare di sorpresa perchè tutti già sapevamo delle qualità che il giovanissimo attaccante di Vercelli portava in dote. Stupisce piuttosto la facilità disarmante con cui riesce a costruirsi occasioni da rete. Ora per lui arriva la parte più difficile. Perchè stupire il pubblico è facile, confermarsi o comunque costruirsi una propria stabilità nelle prestazioni non è semplice ed è il grande discrimine tra un campione e uno con buoni mezzi tecnici. E’ tutto nelle sue mani.