Dal tanto atteso closing a un fallimento annunciato. Così, come sempre, nel giro di 24 ore, l’accordo siglato tra la Rossoneri Lussemburgo (scatola europea già esistente che ha preso il posto della cinese Sino Europe Sports) e Fininvest alle prime luci del mattino di sabato 25 marzo dopo lunghe notti di trattative, ha segnato uno spartiacque emotivo di difficile interpretazione. La presenza del colosso finanziario US Elliott, finanziatore e garante delle parte mancante dei capitali per il closing del Milan, ha trascinato dall’esaltazione allo sconforto milioni di tifosi in giro per il mondo. Motivo? Il tasso d’interesse “altissimo” chiesto dall’hedge fund americano (che letteralmente vuol dire fondo finanziario) a fronte di un prestito siglato con accordi vincolanti di circa 303 millioni di euro. Partiamo dalle cifre: secondo il Sole 24 Ore, da sempre molto attento sulla vicenda, il fondo Elliott e la finanziaria Blue Skye presterebbero al Milan circa 300 milioni. Così suddivisi: 180 milioni per la copertura del closing dove si erano registrati dei finanziatori “sfilati” nella mancata firma del 3 marzo. Soldi, questi, destinati a Fininvest. Circa 120 milioni per il Milan. I TASSI D’INTERESSE CHE SPAVENTANO IL MONDO ROSSONERO – Sempre dal Sole 24 ore e dal Corsera apprendiamo che il prestito concesso a Yonghong Li e a un attivissimo Marco Fassone che ha preso in mano la situazione per garantire al Milan la parola closing, è stato concesso a tassi d’interesse che oscillano tra il 7,5% e l’11%. I primi sarebbero applicati sui 120 milioni destinati alla vita del Milan, i secondi, più alti, sui 180 milioni necessari per il closing. Apriti cielo: in poco meno di 24 ore ho letto di tutto, “strozzini”, “sanguisuga”, “siamo già falliti”, “Yonnghong Li è un pazzo visionario”, e adios vari. Ora, ammesso e non concesso che questi tassi d’interesse sui prestiti sono “altissimi” come da più parti ho letto e sentito, sono comunque concessi da un fondo finanziario che questo fa di lavoro. Non è una banca, per niente, è un colosso tentacolare che compra i debiti di Argentina e Perù per trarne un ricavo. Perciò ho aperto il mio taccuino, acceso il mio telefono e ho cercato di capirci qualche cosa in più. La considerazione che faccio è forse la più banale: al closing non sentirete mai parlare di US Elliott, perché mi è stato confermato da fonti londinesi e americane “il fondo Elliott lavora nella massima e totale segretezza, non farà mai una disclosure“. Citato testualmente nel Wall Street Journal di oggi “Elliott agisce in questa operazione del Milan con altri investitori non dichiarati“. LA SPECIAL SITUATION E I TASSI GENERALMENTE PIU’ ALTI- «Parto dal presupposto che US Elliott è un gigante della finanza e il team Blue Sky ha un curriculum di primo livello– esordisce dall’altra parte del telefono Marco Grandi, l’esperto advisor londinese che mi sta aiutando nella lettura di questa complicatissima vicenda. Elliott – dice – è un hedge fund che gestisce circa 40 miliardi di dollari. Sono professionisti di altissimo livello che usano il capitale solo a fronte di garanzie specifiche, dopo aver fatto dettagliatissime due diligence e aver ottenuto le necessarie rassicurazioni. Generalmente questo tipo di fondi agiscono in una duplice maniera: o attraverso quella che viene definita Active-Investor, dove il fondo in parole povere è esso stesso soggetto dell’operazione e concede il prestito generalmente a società quotate in borsa, rivalendosi su parte delle quote azionarie con la possibilità di rivenderle a terzi in un futuro prossimo. E questo – aggiunge – non è il caso del Milan perché non è una società quotata in borsa. Al Milan, e nello specifico a Yonghong Li, è stata concessa quella che si chiama Special Situation, cioè un prestito anche oneroso e con tassi d’interesse alti a fronte però di garanzie bene precise che possono essere, me lo immagino, la cessione in futuro di quote del club nel caso i soldi non rientrino o alcune ipoteche sul piano industriale prodotto”. In parole povere, il nostro advisor ci dice che Elliott presta soldi per poi riprenderseli in qualche modo. E fin qui ci sta, è nella natura delle cose. La cosa si fa interessante quando si affrontano i tassi d’interesse sui prestiti. Non dico a Marco Grandi dei tassi d’interesse concessi da Elliott alla Rossoneri Lussemburgo, lo lascio descrivere generalmente cosa accade: “Elliott e tutti gli hedge fund non sono banche, prestano soldi ovviamente a tassi d’interesse alti. E spesso lo fanno perché sono sicuri di rientrare. Le Special Situations sono generalmente operazioni di debito (ed è il caso del Milan, ndr) dove il fondo presta soldi ad un asset in difficoltà per ricavarne un margine significativo. Generalmente questi fondi prestano soldi a interessi che permettono un ritorno del 14 o 15% a salire“(è il caso del Manchester United e dei Glazer, ndr). In sostanza, quindi, a sentire un esperto economista, tanto “strozzini” questi di Elliott non sono, anzi. Hanno concesso un prestito a interessi minori per il closing e decisamente bassi per la parte riguardante il club. Più attenti sulla vendita (11,5%),sicuri di rientrare sulle operazioni legate al Milan (7,7 %). «Questi fondi prestano soldi ad interessi più alti, là dove le banche invece non vogliono prestarli», aggiunge Grandi. L’analisi di Marco Grandi continua: «La situazione del Milan, non essendo a conoscenza dei dettagli me la posso soltanto immaginare. Ma generalmente in questo tipo di operazioni si fa così: il fondo finanziario ti presta i soldi con delle precise garanzie, che possono essere le quote del club da rilevare se gli stessi non saranno restituiti entro il limite temporale stabilito. Oppure, perché no, possono essere anche prestati perché l’Elliott di turno si è convinto della bontà di un piano industriale o del futuro riassetto del Milan nel caso poi dovesse essere rivenduto a terzi. L’interesse di questi grandi fondi non è riscattare l’asset indebitato, ma rientrare dell’investimento. E comunque, tecnicamente, il Milan non potrà mai fallire, perché poniamo il caso che Yonghong Li non riesca a restituire i soldi nei tempi previsti. Dipende dagli accordi siglati, ma Elliott potrebbe rilevare il club, pulirlo dai debiti e comunque rivenderlo a terzi». FONTE: PASQUALE CAMPOPIANO.COM