La Juventus che si appresta ad iniziare il campionato è sicuramente, sulla carta, la più competitiva da quando è ritornata in serie a. Innesti mirati e di grande qualità, hanno rafforzato una squadra che già in Italia primeggiava e che ora può iniziare a sentirsi alla pari con le altre potenze per tentare di raggiungere il sogno europeo (purchè tutto ciò non si trasformi in ossessione). Una squadra che, al momento, si vede orfana del solo Pogba e che dovrà operare, come anticipato anche da mister Allegri, ancora un paio di innesti di spessore e qualità. Tengo particolarmente a fare una premessa: non sono tra quelli che io definisco “i disfattisti”, quelli che “la squadra si è indebolita”, quelli che “Higuain ancora in bianco” dopo che si allena da appena due settimane con i nuovi compagni; quelli ancora che “eh ma senza Pogba abbiamo un centrocampo debolissimo”. Le mie osservazioni vogliono solo essere uno stimolo costruttivo per tutto l’ambiente del tifo bianconero. Le prime uscite di questa nuova Juve hanno messo in evidenza alcuni fattori che vorrei sottolineare: Innanzitutto un buon inserimento di tutti i nuovi: Alves non ha bisogno di alcuna presentazione e il suo curriculum faceva già propendere per un suo rapido inserimento nell’ambiente bianconero; quando avrà capito fino in fondo i dettami tattici e il calcio italiano diventerà una pedina importantissima; Pjaca ha fatto vedere qualche giocata che già dimostra la sua caratura, sta confermando quanto dicevano in Croazia; Pjanic alla Pirlo è roba da palati finissimi; Benatia ha dimostrato intraprendenza sulle palle da fermo e disponibilità a giocarsela per un posto da titolare, ben conscio dei tra colossi che si trova davanti; su Higuain si tratta solo di aspettare: in molti già-si sapeva- lo hanno attaccato sulla forma fisica o sul fatto che non abbia ancora segnato. A loro mi limito solo a dire: ne riparleremo tra qualche settimana. Un Dybala tirato a lucido e già leader dopo un anno di Juve: la tournée in Australia gli ha consentito di presentarsi per l’inizio di stagione in una condizione straripante che, unita alla sua tecnica, lo sta rendendo una spina nel fianco per le retroguardie. Con Pjanic si intende a meraviglia e ha già fatto vedere qualche triangolazione tra lui, il bosniaco e Dani Alves, in pieno stile tiki taka blaugrana. Un Mandzukic solito guerriero: grande calciatore e grandissimo uomo, ha accettato di concorrere con un gigante come Higuain, dimostrando di poterci giocare anche a fianco, soluzione che il mister non ha escluso di poter utilizzare. Due gol in due partite e l’impressione che, al suo fianco, per i compagni di reparto sia tutto più facile. Un Asamoah finalmente libero dai patemi fisici che lo hanno non poco condizionato in questi ultimi anni, in grado finalmente di poter fornire ai massimi livelli quel concentrato di corsa, muscoli e tecnica che lo hanno da sempre contraddistinto. Assieme a lui, sempre in mediana, segnalo un Lemina in netta crescita: un plauso ad Allegri per averlo reinventato mezzala destra ruolo in cui può esprimere al meglio le sue caratteristiche rispetto al ruolo di vertice basso, posizione in cui risulta ancora molto impreparato a livello tattico per poterla ricoprire con risultati positivi. A fianco di queste note linea, e ad una serie di buone prestazioni nelle amichevoli, va però segnalato un fattore che stona. In nessuna amichevole, infatti, la nostra difesa ha terminato l’incontro a porta inviolata. La coppia vista in Australia, composta da Rugani e Benatia con sporadici inserimenti di Marrone a comporre la difesa a tre, ha dimostrato di non essere ancora particolarmente rodata; l’amichevole con il West Ham ha evidenziato invece problemi sulle palle alte; mentre l’ultima in ordine di tempo contro l’Espanyol ha mostrato alcuni svarioni e disattenzioni non solo dei difensori ma proprio della fase difensiva. In molti mi potranno obiettare il fatto che siamo ad inizio stagione, che i titolarissimi in difesa hanno giocato qualche spezzone di partita e che, quando inizierà il campionato, la Juventus tornerà ad alzare il muro in difesa. La cosa importante però è che, a mio avviso, nella squadra tutta deve aleggiare un concetto chiarissimo: che non venga anteposta la tecnica e il virtuosismo alla concretezza. L’anno scorso i nostri hanno fatto una rimonta eccellente grazie a un gioco che avrà fatto storcere il naso ai puristi del calcio champagne ma che, attraverso una grande difesa di squadra e grandi giocate individuali dei nostri campioni, ci ha consentito di essere la miglior difesa del campionato, ha collaborato a rendere Buffon il titolare del record di imbattibilità nella massima serie; insomma questi due fattori uniti ci hanno consentito di vincere uno scudetto insperato a novembre. È proprio da questa difesa di squadra che, a mio avviso, bisognerà ripartire, arricchendola poi sempre più con il contributo tecnico dei grandi calciatori di cui disponiamo.