Il Leicester è stato senza dubbio la maggior rivelazione calcistica (e forse anche sportiva) di questa stagione. Tutti noi, anche se di fedi calcistiche diverse, ci siamo affezionati alla fantastica cavalcata che Claudio Ranieri e i suoi ragazzi hanno compiuto: un vero e proprio schiaffo nei confronti di tutti quei grandi club inglesi guidati (spesso con investimenti al limite della follia) da grandi gruppi imprenditoriali, tanto propensi a investire quanto poi fallimentari nei progetti tecnici. La fantastica epopea di Jamie Vardy e soci, ha nuovamente dimostrato al mondo sportivo (e non) che spesso le idee e la forza di volontà, valgono più di meri fattori economici. Che i soldi fanno sì comodo, ma spesso a farci cambiare in meglio la vita concorrono anche altre dinamiche. La notizia che rimbalza da ieri, e che nelle ultime ore sta trovando sempre più spazio, è che l'Arsenal avrebbe pagato la clausola rescissoria che permette a Jamie Vardy, trascinatore a suon di gol il Leicester nel cammino alla vittoria della Premier, di liberarsi dalle Foxes. Sembra che lo stesso Jamie abbia già avvallato il suo passaggio alla corte di Arsene Wenger e che, nei prossimi giorni, si svolgeranno le visite mediche. La frase che in queste circostanze viene ripetuta con più insistenza è: "certi treni nella vita passano una volta sola". Probabilmente se lo sarà ripetuto anche Jamie, dal ritiro della nazionale inglese; a 29 anni rifiutare uno dei club più rinomati d'Inghilterra potrebbe suonare in futuro come occasione buttata al vento. Alle volte bisogna anche guardare all'età e alle oppurtinità economiche che ci vengono prospettate e, quando si tratta di decidere, si fa presto a giudicare se non la si vive in prima persona. Da "ultimo romantico" del calcio però, caro Jamie, permettimi di dirti che un po' mi hai deluso: perchè la prossima stagione avrei voluto vederti nuovamente a "sfondare" le reti d'Inghilterra e d'Europa con il tuo Leicester; si perchè in questa stagione, in cui ho seguito la Premier più del solito, mi sono emozionato ad ogni tuo gol e mi sono appassionato nel leggere la tua storia: quelle storie al limite, da romanzo, che solo una terra come quella anglosassone, con tutto il suo fascino e mistero, può regalare. Stavo già immaginando un'altra cavalcata contro tutto e tutti all'ultimo respiro, magari in Europa, o chissà di nuovo in Premier.Quando ad aprile mi recai con amici in Inghilterra e venimmo a visitare il King Power Stadium, già mi immaginavo riecheggiare nello stadio la musichetta della Champions e i tifosi che inneggiavano il tuo nome assieme a tutti gli altri tuoi compagni. Scusami Jamie, ma quando ho letto che avevi accettato l'Arsenal, ti ho un po' odiato. E' come se oggi si fosse rotto un incantesimo, un sogno di un calcio più a misura d'uomo ma in cui le idee e la dedizione vincono. Con questo non voglio dire che è la fine del Leicester, al quale auguro di proseguire il suo fantastico cammino, ma sicuramente è la fine di QUEL Leicester. Perchè, volenti o nolenti, quando tra vent'anni ricorderemo questo miracolo sportivo, la prima immagine che ci verrà in mente sarà quella tua e di Mister Ranieri, magari quando stringevate insieme il premio di "miglior squadra del mese di Novembre", con un sorriso sulle labbra, quasi a voler presagire quello che poi sarebbe successo. Jamie, se ancora c'è qualche possibilità, se ancora non hai firmato le scartoffie dei contratti, permettimi di dirti una cosa: ripensaci ! il libro sul Leicester ha ancora tanta pagine da scrivere, farlo senza di te non sarebbe la stessa cosa.