Ormai si sa, una volta consegnata agli annali la stagione calcistica si corre a guardare quella che è la situazione economica del club di riferimento, con termini quali “conto economico”, “stato patrimoniale”, che entrano a far parte del vocabolario comune, anche in quello dei tifosi. Ebbene sì, anche qui l’Italia è surclassata dai top club europei che ottengono migliori risultati economici e risultano essere maggiormente attrattivi per sponsor tecnici e non. È quasi normale accertare che davanti a Juve, Milan ed Inter, ci siano squadre come Real Madrid, Barcellona, Chelsea e City, certo è curioso notare come il Manchester United sia riuscito a strappare un contratto faraonico dallo stesso sponsor tecnico di Juve e Milan, sebbene i Red Devils non vincano la Premier dalla stagione 2012-2013 e dopo l’addio di Sir Alex Ferguson fatichino a ritrovare la via della vittoria. Il club che disputa le proprie gare casalinghe all’Old Trafford - “Il teatro dei Sogni”- ha infatti ottenuto un contratto di sponsorizzazione tecnica da record, circa 88 milioni per 10 anni, praticamente quasi un miliardo nelle casse dello United, che troverà anche qui delle liquidità importanti da investire sul mercato, che ha regalato nella passata stagione, colpi come quello di Depay e Martial, i cui riscatti costeranno complessivamente circa 85 milioni. Detto dunque della grande cifra che Adidas investirà nel Manchester United, la stessa casa tedesca ha un accordo con Juve e Milan in Italia, ai pluricampioni andranno 30 milioni annui per 6 anni, ai rossoneri 20 (all’anno) in 9 anni, tutti questi numeri ci portano essenzialmente ad un risultato univoco: il calcio italiano ha perso attrattività nei confronti degli sponsor. A questo punto viene in mente il dubbio che i risultati non contino poi più di tanto, proprio perché in campo europeo i Red Devils stentano, anche quest’anno resteranno fuori dalla corsa alla coppa dalle “grandi orecchie” , mentre assistiamo all’ascesa dei Bianconeri che si affacciano a realtà da top club. I proprietari del Manchester United sono americani, non sceicchi, la loro strategia punta sulla forza del passato, sui grandi successi ottenuti negli anni addietro puntando molto sul brand del club, quale evocativo di una storia gloriosa. La strategia appare essere vincente, tant’è che Adidas si aspetta di poter raddoppiare il denaro investito nelle campagne dei Red Devils, il modello che fa leva sulla storia, tendendo a considerare gli anni di sofferenza un dazio da pagare per via delle troppe gioie accumulate nel passato, stessa politica del Milan, quest’ultima riuscita senza dubbio meno bene, per via anche delle strutturali ed economiche differenze tra due realtà calcistiche che sembrano essere sempre più distanti. Attenzione assoluta alle vendite, tant’è che nel 2015, in un rapporto che ha considerato quale elemento di analisi la vendita di magliette, Memphis Depay ha occupato l’ultimo gradino sul podio della classifica delle più vendute, immediatamente dopo Messi e Ronaldo, l’olandese ha dimostrato di essere un calciatore di ottime prospettive certo, ma l’impressione è che le vendite siano schizzate verso l’alto proprio perché si tratta della storica maglia numero 7 dello United, simbolo di estro, talento, classe, quella che fu di Cantona, Beckham e Ronaldo. Non ci si sarebbe stupiti più di tanto se al terzo posto di questa classifica si fosse posizionato il numero 10 bianconero Pogba, concesso gentilmente proprio dallo United che commesse uno degli errori più grandi, che tutt’oggi rimpiange, anche se il fenomeno Rashford e la crescita di Lingard sono gli esempi di un miglioramento che si sta compiendo in questo senso. Pogba che è stato accolto a Torino dal duo Marotta-Paratici, i quali sono stati poi i principali artefici della rinascita Bianconera e della conseguente crescita, sia in Italia che in Europa. L’idea è questa: immaginate cosa avrebbero potuto fare i due manager se la Juve avesse gli incassi dello United. Un gran bel lavoro certamente, il mix di esperienza che Marotta e Paratici hanno dimostrato di avere nelle diverse campagne acquisti, si vedano i colpi Dybala, Alex Sandro ed altri, unito al fatto di non doversi preoccupare troppo del portafogli, forse avrebbe già portato i Bianconeri ai livelli dei vari Bayern e Real. L’esperienza dello United ci insegna sicuramente che nel calcio moderno, vincere non è l’unica cosa che conta.