Si è tanto disquisito su un episodio che ha visto protagonista Carlo Ancelotti e i tifosi dell'Herta Berlino. Il tecnico ex Milan ha risposto facendo il gesto del dito medio ai tifosi dell'Herta Berlino che gli avrebbero sputato contro. La stampa tedesca ha subito condannato la reazione di Ancelotti senza verificare che quella reazione è dovuta ad una causa scatenante ovvero lo schifoso gesto dei tifosi dell'Herta Berlino che hanno sputato addosso a Carlo Ancelotti. Sono tutti bravi a fare i moralisti quando le cose accadono agli altri e non si è coinvolti in prima persona. Cosa avrebbero fatto le persone che adesso criticano e condannano il gesto di Ancelotti se si fossero trovati loro al suo posto? Avrebbero risposto con un grazie oppure avrebbero mandato dei baci? Ho i miei dubbi che qualcuno in taluni casi porga l'altra guancia. Non amo la demagogia, il finto buonismo e l'ipocrisia dei benpensanti bigotti che in realtà cercano solo consensi da persone ipocrite e che vivono solo di falsità e sono in cerca di facili applausi da falsi perbenisti come loro. Bisogna immedesimarsi nei fatti e nelle persone protagoniste e vedere in quanti non avrebbero avuto la stessa reazione di Ancelotti. Il tecnico di Reggiolo già in passato contro i tifosi della Juventus era stato protagonista di un episodio analogo mentre allenava il Milan. Durante una partita tra Juventus e Milan alcuni tifosi bianconeri iniziarono ad urlare ad Ancelotti "un maiale non può allenare". Ancelotti rispose a questi cori alzando il dito medio verso questi tifosi Juventini. Carlo Ancelotti ha sempre detto che alle provocazioni fatte per offendere gratuitamente lui risponde per le rime restituendo pan per focaccia. Una vicenda simile accadde a Carlo Mazzone, ex tecnico tra gli altri di Fiorentina, Pescara, Napoli, Bologna, Roma e Brescia. Il tecnico nato a Roma il 19 Marzo del 1937 fu protagonista di un episodio che passò alla storia del nostro campionato. Il 30 settembre del 2001 in Serie A allo stadio Rigamonti di Brescia si gioca il derby lombardo tra Brescia e Atalanta. Lo stadio è gremito. L'Atalanta scende in campo con un 4/3/1/2 con Taibi in porta, Sala, Carrera, Paganin e Bellini in difesa, Zauri, Beretta e Zenoni D. a centrocampo e Doni dietro le due punte che sono Saudati e Comandini, quest'ultimo molto amato dai tifosi milanisti per aver realizzato una doppietta contro l'Inter in un 6 a 0 che il Milan rifilò ai nerazzurri. Il coach dei nerazzurri bergamaschi era Giovanni Vavassori. Il Brescia del coach Mazzone rispose con un 4/3/1/2 con Castellazzi in porta, Petruzzi, Calori, il compianto Vittorio Mero e Sussi in difesa, a centrocampo Giunti regista e al suo fianco i fratelli Antonio Filippini e Emanuele Filippini e in Attacco Roberto Baggio dietro Tare e Massimiliano Esposito. I tifosi atalantini prendono di mira Mazzone sin da subito con offese pesanti nei confronti dei genitori del tecnico Romano che erano morti. Mazzone è molto offeso da queste ingiurie e inizia a stare sempre più agitato e innervosito da certi cori a lui rivolti. La partita viene sbloccata da un gol del divin codino che porta in vantaggio il Brescia. Atalanta che pareggia quasi subito con Luigi Sala e poi passa in vantaggio con un tiro da fuori area di Cristiano Doni e continua ad attaccare e a fare la partita fino a trovare il 3 a 1 con Gianni Comandini. Si chiude così il primo tempo con l'Atalanta in vantaggio per 3 a 1. È una partita molto sentita e l'atmosfera è di quelle importanti. Mazzone nello spogliatoio cerca di spronare i suoi ad avere una reazione e a recuperare la partita. Non vuole perderla. Nel frattempo dagli spalti proseguono i cori offensivi nei confronti di Carlo Mazzone e dei genitori scomparsi del tecnico romano. Mazzone è sempre più nervoso, non accetta gli insulti che vengono rivolti a lui ma soprattutto ai suoi genitori che non ci sono più. Già in passato alcuni ultras dell'Atalanta avevano insultato Mazzone e i suoi genitori scomparsi in un precedente Brescia- Atalanta, partita persa dalle rondinelle del tecnico romano per 3 a O. Mazzone se l'era legata al dito. La pazienza ha pur sempre un limite. I tifosi continuarono con questi spregevoli insulti nei confronti di Mazzone. Al rientro in campo per il secondo tempo Mazzone opera due cambi. Fuori Esposito e Mero e dentro Markus Schopp e Dainelli. E il Brescia dimostra un altro spirito e arriva il gol di Roberto Baggio, di nuovo lui, su assist di testa di igli Tare, il divin codino riesce a girarsi dopo aver protetto la palla e a segnare il gol del 2 a 3. Il Brescia torna in partita. Mazzone inizia ad esultare come un forsennato e manda a quel paese la curva dicendo loro in Romano "se famo er 3 a 3 vengo sotto a curva". E per realizzare questo suo desiderio viene ancora in suo soccorso Roberto Baggio. L'arbitro Pierluigi Collina fischia una punizione per il Brescia molto defilata ma non troppo distante dalla porta atalantina. Si incarica di questa punizione Roberto Baggio. Siamo agli sgoccioli del Match. Baggio calcia la punizione dritta in porta, un difensore bergamasco cicca l'intervento e il pallone entra in rete. È 3 a 3. Mazzone, che all'epoca aveva 64 anni, impazzisce di gioia e mantiene la sua promessa, corre velocissimo verso la curva dell'Atalanta insultandoli al grido "li mortacci vostri" il Vice Menichini cerca di trattenerlo così come altri dello staff del Brescia ma niente, non riescono a fermarlo. Mazzone è una furia. Arriva vicino la curva dell'Atalanta dopo una corsa al grido "Li mortacci vostri" rivolgendosi agli ultrà dell'Atalanta che fino a quel momento avevano riempito di ingiurie il tecnico romano. Per Mazzone fu una liberazione. Ha mantenuto la promessa. Chi la fa l'aspetti. Mazzone ricevette per questo gesto 5 giornate di squalifica. La partita si concluse 3 a 3. In seguito Mazzone scherzando disse che "tutto sto casino è colpa di Baggio" perché se Baggio non faceva la tripletta Mazzone non avrebbe potuto esultare contro i tifosi bergamaschi. Sempre scherzando sostenne che quando accadono queste cose lui dice che è colpa di un suo fratello gemello che si comporta in questo modo. Questo episodio del sanguigno Mazzone è nella storia del nostro calcio così come lo è Carlo Mazzone, un grande tecnico che ha avuto meno di quello che meritava. Ha scoperto Totti, è fonte di ispirazione ed è considerato un maestro da Guardiola ed è stimato da Baggio, basta considerare che quando Baggio firmò per il Brescia fece mettere una clausola che se Mazzone se ne fosse andato dal Brescia lui avrebbe potuto rescindere il contratto con le rondinelle. Questo a dimostrare la profonda stima che Roberto Baggio nutriva per Carlo Mazzone. Per concludere si può dire che la reazione di Mazzone è una reazione umana dovuta alle continue ingiurie che il coach Romano aveva subito e che nonostante questo ci ha anche strappato un sorriso e ci ha divertito. Chi la fa l'aspetti.