L'ispirazione per il mio nuovo articolo arriva dirrettamente dalla serie tv del momento che in un batter d'occhio è diventata la più vista su Netflix. La storia, dislocata in nove episodi, ha come protagonisti un gruppo di persone con gravi problemi finanziari che vengono "reclutate" da un club di super ricchi per partecipare ad un torneo ad eliminazione basato su giochi d'infanzia. Da qui anche il nome del film (il gioco del calamaro) un gioco, particolarmente in voga in Corea negli anni '70-'80, che con il perimetro del campo ricorda vagamente la forma del mollusco. Sei mini giochi, centinaia di partecipanti, chi vince rispettando le regole passa il turno. Tutti gli altri muoiono. In premio un'ingente somma di denaro destinata ad un unico vincitore. Per una serie che ha saputo sin da subito catturare l'attenzione del pubblico sfrantumando i record di Bridgerton o La Casa di Carta. Ma voi direte cosa ha a che fare Squid Game con un articolo di sport?! Bene la risposta è nella mia testa malata di calcio e nelle mani che danno vita ai miei pensieri. Mettetevi comodi sta per arrivare la prima puntata di Squid Game-Serie A. L'invito a partecipare ovviamente non poteva che non essere riservato alle ritrovate sette sorelle: Napoli, Milan, Inter, Roma, Lazio, Atalanta e Juventus. Premio in palio: lo scudetto. Il cammino ai limiti della perfezione delle prime due obbliga di fatto tutte le altre a non sbagliare un colpo, pena l'eliminazione dal gioco. La decima giornata ci ha avvicinato quasi ad un terzo di campionato, è già tempo di bilanci quindi. Dunque andiamo a vedere le nostre concorrenti come sono andate:

MILAN: "Prova Torino" superata con successo. Una squadra scorbutica e difficile da affrontare che i rossoneri hanno saputo addomesticare con il minimo sforzo. Un gol di Giroud ha regalato tre punti pesanti, blindati da un Tatarusanu stilisticamente magari non perfetto, ma efficace che non sta facendo rimpiangere Maignan. La forza del Diavolo si sta rivelando proprio questa: trovare in panchina risorse affidabili, da inserire in un collettivo ben organizzato che senza distrazioni europee potrebbe riportare lo scudetto a Milano, ma sull'altra sponda.

NAPOLI: il Milan ha provato a mettere pressione andandosi a prendere il primo posto martedì. Ma il Napoli due giorni dopo ha risposto con grande autorità tramortendo un Bologna mai entrato in partita. Un gran gol di Ruiz, due rigori trasformati, il primo da Lorenzo ed il secondo da Insigne che da buon capitano ha eseguito gli ordini di Spalletti che lo voleva ancora sul dischetto. Non si è tirato indietro ma ha saputo assumersi delle responsabilità. Una partita dominata, con gli azzurri che hanno macinato gioco per novanta minuti. Continuando su questa falsariga per gli inseguitori non saranno possibili pause.

INTER: "con i bomber che abbiamo i gol di Dimarco e D'Ambrosio sono un valore aggiunto". Queste le parole di Farris a fine partita. E come dargli torto?! L' Inter ha pescato dal mazzo degli outsider due jolly per avere ragione del buon Empoli, il quale ha provato a rimanere in partita fino all'espulsione di Ricci che ha complicato i piani dei toscani ed ha spianato la strada alla rincorsa nerazzurra.

ROMA: Mourinho a fine partita posta sui social una foto che lo ritrae mangiando fuori dagli spogliatoi accompagnata da un commento: "Game over, nice food and one more kid" che tradotto vuol dire: gioco finito, buon cibo ed un altro ragazzo. Il ragazzo in questione sarebbe Felix Afena Gyan, classe 2003, lanciato a sorpresa nella mischia dallo Special One al posto di un evanescente Matias Viña con la Roma sotto di un gol a Cagliari. Il giovanotto entra col piglio giusto, senza paura ma con la fame di chi vuole arrivare. Ed i giallorossi trovano prima il pari con Ibañez e poi firmano il sorpasso con una punizione di capitan Pellegrini. Per il Cagliari è notte fonda, mentre la Roma lancia un giovane e può ancora sognare.

LAZIO: Sarri contro Italiano. Lazio contro Fiorentina. Due filosofie simili che si sono confrontate dando vita ad una partita molto attenta che non ha rispettato le attese e non ha regalato molte emozioni. L'ha sbloccata un lampo di Pedro che ha regalato i tre punti alla squadra di Sarri. C'era posto solo per una di queste due squadre tra le sette sorelle e con questa vittoria se lo sono presi i biancocelesti

ATALANTA: La Dea è tornata! Dopo un inizio balbettante gli uomini di Gasperini si impongono su un campo difficile come quello di Genova. Un campo che (Napoli a parte che sta giocando un altro sport!) ha già visto soffrire le altre "concorrenti". Vittoria di misura per il Milan ed un pareggio per l'altra squadra di Milano. Una vittoria che vale ancor di più perchè arrivata di rimonta dopo il vantaggio iniziale di Caputo. E Muriel ancora non ha scaldato i motori. Potrebbe magari iniziare a farlo nel prossimo turno con Atalanta-Lazio, chi perde rischia di trovarsi fuori dai giochi. 

JUVENTUS:  Il campionato è ancora lungo, mancano ancora 18 giornate e tutto può succedere ma lasciatemelo dire, con la sconfitta rimediata allo Stadium per mano del Sassuolo, la JUVE È FUORI DAI GIOCHI! Tredici punti sembrano già un abisso ma non è la distanza dalle prime a preoccupare quanto una squadra che sembra aver smarrito idee, concetti ed identità. Doveva iniziare un nuovo, "vecchio", ciclo con Allegri ed invece questa squadra è quasi peggio delle precedenti gestioni di Sarri e Pirlo, dove quantomeno nelle difficoltà veniva fuori un leader vero che spesso e volentieri riusciva a togliere le castagne dal fuoco. Dovrebbe essere la squadra più solida del campionato, ma i problemi sono da ricercare anche in una scellerata gestione societaria. È stato facile incolpare Sarri, ancor di più scaricare tutte le colpe sull'apprendista maestro Pirlo. Ma oggi la Juve ha tantissimi problemi.Per Chiesa non c'è feeling con le idee dell'allenatore, Morata non è e non sarà mai un bomber da 20 gol, Dybala si accende ad intermittenza ma spesso sembra predicare nel deserto, Locatelli forse si è trovato al posto giusto nel momento sbagliato e Bonucci e Chiellini sembrano ormai sul viale del tramonto. I bianconeri hanno provato a tirare fuori artigli ed orgoglio dopo essere andati sotto contro il Sassuolo. Il pari trovato con la zuccata di Mckennie è stato il preludio all'assalto finale per cercare la vittoria. Allo scadere però è stata la traccia mortifera disegnata da Berardi per lanciare in campo aperto Maxime Lopez -alias La Petite Peste- che trovatosi a tu per tu con Perin ha regalato una vittoria storica alla compagine neroverde ed una beffa atroce alla truppa bianconera. È la Juventus la prima vittima dello Squid Game!