L'inizio di campionato degli azzurri è uno sprint che sembra non avere fine. Il Napoli sembra aver azzerato tutte le paure e le incertezze palesate negli ultimi anni, soprattutto nei momenti topici. Spalletti è arrivato per dare lucidità, consapevolezza, cazzimma per dissolvere i dubbi e trasformarli in certezze. So che molti tifosi dopo questo scritto faranno gli scongiuri, d'altronde Napoli è la piazza per eccellenza che con formule o gesti ci ha insegnato a scacciare via la iettatura. Ho deciso di scrivere questo pezzo prima di tutto perchè questa squadra mi ha realmente impressionato, arrivando a farmi pensare sia addirittura più forte del Napoli di Sarri e quindi mi chiedo chi possa avere i mezzi per fermarla. Spalletti ha forse capito dove erano i problemi di una rosa forte, ma apparsa vulnerabile soprattutto a livello mentale nei momenti decisivi e più importanti. Quindi ha fatto da psicologo, prima che allenatore, ha lavorato sulla testa prima che su schemi e tattiche. Ed è questa forse che si è rivelata essere la carta vincente. Il Napoli non è solo primo in classifica, ha la miglior difesa e pure quasi il miglior attacco, non fosse che l'Inter ne fece ben sei contro un Bologna che si dimenticò di scendere in campo. Statistiche e numeri che non possono essere un caso, questa squadra gioca, si diverte, diverte, quasi schernisce gli avversari, come il goal che ha ribaltato il vantaggio della Fiorentina con Insigne e Zielinski quasi a duettare su una punizione con un batti tu, no batto io?! Forse era uno schema, forse semplice improvvisazione fatto sta che l'effetto sorpresa è riuscito alla perfezione. Perfezione è il sostantivo che meglio identifica questo inizio di stagione folgorante da parte del Napoli. Ma è in momenti così, quando si raggiunge l'apice che poi è più facile cadere e di conseguenza più difficile rialzarsi. E per meglio misurare le proprie ambizioni bisogna avere la forza e il coraggio di affrontare e soprattutto vincere le proprie paure, superare i propri limiti. Ed ecco che l'ottava giornata porta con sè il primo spauracchio per la squadra azzurra.

IL PRIMO SPAURACCHIO
I
l primo spauracchio ha un nome e cognome e corrisponde ad Ivan Juric. Il tecnico croato oggi siede sulla panchina del Torino ma non troppo tempo fa ha regalato un grande, grandissimo dispiacere alla squadra campana tirandola fuori dalla Champions League. Quell'Hellas Verona non aveva nulla da perdere ma neppure da guadagnare eppure si presentò a Napoli all'ultima giornata giocando da squadra vera, senza mai tirare indietro la gamba, senza concedere facili regali. Ad oggi il Toro è ancora un cantiere in costruzione, alla ricerca della propria identità. Ma con un leader vero in panchina che potrebbe iniziare un ciclo per riportare i colori granata ai fasti di un tempo. E magari essere il primo(oltre che l'ultimo) a far scricchiolare le certezze ed i sogni di questo Napoli.

IL SECONDO SPAURACCHIO 
Il secondo spauracchio è ben più lontano ma non per questo meno temibile. Il nuovo corso, se così possiamo definirlo del Napoli è ripartito da una spina dorsale tutta africana. Koulibaly, Anguissa, Osimhen sono i tre tenori di difesa, centrocampo ed attacco. Osimhen sembra essere destinato alla stagione della consacrazione, testa permettendo. Koulibaly sembra essere tornato quello vero, dopo qualche scivolone di troppo nelle passate gestioni, con Spalletti sembra aver ritrovato la verve che spesso e volentieri lo rendeva un muro insuperabile capace di far male anche in area avversaria. Zambo Anguissa è arrivato nel mercato estivo come unico vero acquisto, ma si è rivelato una grandissima sorpresa. Non a caso Spalletti lo ha piazzato in campo appena sbarcato all'ombra del Vesuvio. Doti tecniche e fisiche pazzesche, una piovra lì in mezzo al campo. Corsa e muscoli per un calciatore che vedesse pure la porta saremmo di fronte ad un nuovo Paul Pogba. Il problema è che la Coppa d'Africa porterà via tutti e tre questi calciatori in un colpo solo. Tre pedine che si stanno rivelando fondamentali per i meccanismi della squadra e che sarà difficilissimo sostituire anche solo per qualche partita.

LE ALTRE: Atalanta e Juventus sembrano partite col freno a mano tirato ma Allegri e Gasperini hanno già dimostrato in carriera di saper rimediare col tempo a partenze un pò a rilento. La bella Roma di Mourinho ha visto frantumate le sue certezze nel derby della Capitale in un match che comunque non è servito per rilanciare le ambizioni della Lazio di Sarri, a cui pare serva ancora molto tempo prima di rodare i meccanismi del tecnico toscano. Chi sorprende è la Fiorentina di Italiano che comunque ha fallito in quasi tutti i big match affrontati fino ad ora. Sconfitte con Roma, Inter e Napoli e vittoria a Bergamo contro l'Atalanta. Troppo poco per diventare una mina vagante che possa lottare per il titolo. E dunque restano Inter e Milan. Le due milanesi sembrano avere tutte le carte in regola per mettere il bastone tra le ruote agli azzurri. Simone Inzaghi è riuscito a non far rimpiangere Conte, con un Edin Dzeko che ha ritrovato lo smalto dei tempi migliori anche in fase realizzativa e che con Lautaro Martinez sembra trovarsi alla perfezione. Forse ai nerazzurri manca ancora una chiara identità di gioco, con i tanti nuovi arrivi che ancora non hanno inserito il cambio di marcia. In primis Dumfries e Cahlanoglu che per ora stanno vivendo un'esperienza tra alti(pochi) e bassi (tanti).

Sull'altra sponda il Milan continua ad aspettare Ibra, neppure fosse Godot. Nel mentre si ritrova a far la conta dei feriti, prima Kessie, poi Giroud e Kjaer, adesso Maignan e come se non bastasse ci si rimette il Covid a frenare Theo Hernandez ed in ultimo Brahim Diaz. I tredici infortuni da inizio stagione fanno male, ma non sfiancano. I rossoneri hanno imparato a fare di necessità virtù ed hanno fatto del gruppo il loro traino, il loro punto di forza. Ed eccoli che stazionano lì ad appena due lunghezze da un Napoli fin qui pressoché perfetto. Due punti cancellati da un miracolo di Szcesny su Kalulu in Juventus-Milan, l'unica, minima battuta d'arresto per un Diavolo che ha dimostrato di essere davvero più forte anche della sfortuna. Sarà un gran bel campionato, il Ciuccio corre e per chi vuole cacciare questo Napoli è assolutamente vietato fermarsi.