La vittoria sul Napoli allo stadio Diego Armando Maradona ha avuto un significato importantissimo per la squadra di Gasperini che in cinque giornate è riuscita a colmare un gap di 12 punti e con quei tre punti si è collocata a due lunghezze dal Napoli ed a quattro dal Milan capolista. Una vittoria agevolata enormemente da una squadra azzurra altamente rimaneggiata che ha visto partire titolari Juan Jesus e Malcuit, due che il campo lo avevano visto col contagocce. Ma non per questo una vittoria meno importante anzi, perchè gli azzurri hanno più volte dimostrato di avere uno spirito di squadra importante per sopperire ad assenze più o meno pesanti.

Spalletti ha saputo fare di necessità virtú schierando un Napoli camaleontico ed una sorta di 343/442 con Elmas e Malcuit a fare da elastico e chiamati a rintuzzare per chiudere spazi sulle fasce dove l'Atalanta spesso e volentieri va a creare superiorità. Missione riuscita solo a metà per i ragazzi di Spalletti, perchè se è vero che il Napoli ha giocato una gran bella partita in una situazione di difficoltà e contro una signora squadra è anche vero che si sono lasciati troppi varchi per vie centrali, dove ha pesato e non poco l'assenza di Kalidou Koulibaly. In uno di questi varchi ci si è infilato Merih Demiral. È stato suo il due a due dell'Atalanta che ha messo in mostra un altro marchio di fabbrica della creatura di Gasperini, gli inserimenti da dietro da parte dei difensori centrali che vanno a riempire i buchi delle difese avversarie. Specialità della casa di Rafael Toloi che per una volta lascia le redini al compagno di reparto, servito con un assist magistrale proprio dal collega brasiliano. È stato poi il colpo da biliardo di Remo Freuler a chiudere la contesa ed a rilanciare fortemente le ambizioni scudetto atalantine.
A fine partita Gasperini ha preferito glissare sull'argomento tricolore con queste dichiarazioni: "Pensiamo alla Champions, col Villarreal è una partita decisiva, il campionato è ancora molto lungo anche se le vittorie a Torino e Napoli sono due medaglie d’oro. Scudetto? Non siamo stati primi una giornata, al massimo siamo stati secondi 5 o 6 giornate l’anno scorso. Il giorno che arriveremo primi in classifica se saremo capaci di farlo potremo parlare di scudetto, non ci tiriamo indietro ma è un dato di fatto. Quattro punti sono tanti”.

In realtà l'Atalanta ha tre motivi per crederci:
1) Ha dimostrato che può fare a meno di Gosens: Robin è senza dubbio uno dei migliori esterni del nostro campionato, calato alla perfezione nei sistemi di Gasperini che ha spesso e volentieri fatto la differenza. Ma la sua assenza non si sta facendo notare. Questo perchè nel mercato estivo la società bergamasca ha agito con estrema parsimonia andando a pescare, dove c'era bisogno, giocatori già pronti come Zappacosta, Koopmeiners, Demiral. Ed è stato un dato sottolineato da Gasperini in fase di rinnovo, lo step che mancava a questa società per consolidarsi ad altissimi livelli. Non si aspettano più i Miranchuk, il primo Malinovsky i Maehle, ora l'obiettivo è portare a Bergamo gente pronta subito a calarsi nella dimensione Gasp e dare il proprio contributo.
2) Ancora non si è visto il miglior Muriel. Il partner di Zapata o meglio l'alter ego di Duvan, visto che è davvero quasi impossibile vederli in campo insieme, ancora non si è espresso sugli straordinari livelli dell'anno scorso. Gasp ne sta centellinando le energie magari con la speranza che possa essere lui l'uomo in più nel girone di ritorno soprattutto qualora venissero a mancare le energie che esaltano la fisicità di Duvan Zapata.
3) Striscia positiva. Un cammino che va avanti dal 16 ottobre e che ha visto l'Atalanta ripartire dopo la pesante sconfitta subita contro il Milan. Da allora la Dea ha iniziato a macinare punti su punti in campionato andando a piazzare macigni pesanti all'Allianz Stadium ed appunto al Diego Armando Maradona. Nel mezzo di una competizione Europea che l'ha portata a giocarsi le chance di qualificazione agli ottavi all'ultima giornata contro il Villareal. In un girone di ferro dove i nerazzurri sono caduti solo in casa del Manchester United, uno stadio ai limiti dell'impossibile per chiunque nonostante il periodo non proprio propizio per i Red Devils. La qualificazione agli ottavi è sfumata però proprio sul piú bello, la seconda sconfitta arrivata per mano del sottomarino giallo di Unai Emery, maestro di coppe, ha condannato gli orobici alla retrocessione in Europa League.
Una sconfitta che senza dubbio brucia ma che non minerà la fiducia dei ragazzi di Gasperini.
E chissà che dopo tanto bel gioco non siano maturi i tempi per portare finalmente un trofeo a Bergamo.