Se la goal-line technology è stata capace di mettere tutti d'accordo sul fatto che un pallone sia capace o meno di varcare la linea di porta, rimane, tuttavia, una questione ancora aperta a diverse interpretazioni, l'assegnazione di alcune reti da parte della Lega Calcio nella nostra Serie A. Dopo la conclusione della scorsa giornata di campionato chiusa con il "Monday Night" tra Verona e Parma, sono seguite, infatti, diverse polemiche su alcune marcature, soprattutto tra i tifosi, oggetto di veri e propri casi di dubbia interpretazione. Sia chiaro, esiste un regolamento e la Lega si attiene a quello seguendolo alla lettera, ma lo stesso organo ha mostrato recentemente, in diverse occasioni di tornare spesso sui suoi passi, in alcune decisioni, aprendo dei veri e propri “casi” nei quali la risoluzione è stata più difficile del previsto. Polemiche che lasciano ancora aperti, dubbi e perplessità circa le "paternità" delle reti e autoreti soprattutto nel nostro campionato, in cui una deviazione involontaria, un cambio di traiettoria o un tiro completamente fuori dallo specchio possono diventare delle occasioni per essere i nuovi marcatori della serie A.

LE INTERPRETAZIONI DEI REGOLAMENTI SECONDO LA LEGA CALCIO
Come detto precedentemente la Lega Italiana di Calcio segue delle regole ben precise messe in atto dalla Fifa e della Uefa, circa i casi di dubbia interpretazione sull’assegnazione delle reti e autoreti, qui di seguito le linee guida adottate:

Definizione di Autorete:

  1. Nel caso in cui un giocatore, involontariamente, calcia, direttamente, il pallone all’interno della propria porta. Ciò può accadere in diverse circostanze: in caso di un retropassaggio errato, di un rinvio sbagliato o di un volontario tentativo di allontanare la palla che richiede la partecipazione attiva del difendente;
  2. Un giocatore devia, involontariamente, nella propria porta un tiro, un cross o un passaggio di un avversario non indirizzato, intenzionalmente, nello specchio della porta.

Precisazioni:

  • Non sono considerate autoreti le conclusioni dirette verso lo specchio della porta quando vengono deviate da un difensore in maniera fortuita o involontaria. Infatti in questi casi la rete viene assegnata, pertanto, all’autore del tiro in porta;
  • Non sono considerati autogol i tentativi di spazzare/allontanare il pallone qualora avvengano a portiere palesemente battuto;
  • Sono considerati autogol i tiri respinti dai pali o dalle traverse della porta che successivamente vengono deviate in rete da un giocatore difendente o dal portiere stesso.

Definizione di Rete con deviazioni di un proprio compagno:

  1. Nel caso in cui la traiettoria di un tiro sia indirizzato verso lo specchio della porta e viene, dunque, deviato involontariamente dal proprio compagno di squadra, la rete verrà assegnata all’autore originario del tiro; se invece un tiro fuori dallo specchio della porta colpisce il proprio compagno terminando in rete, la titolarità del gol verrà attribuita all’autore dell’ultimo tocco.
  2. Quando un tiro è indirizzato verso lo specchio della porta e viene deviato in rete da un compagno che partecipa attivamente al gioco, modificando la traiettoria del pallone, a quest’ultimo va assegnata la paternità del gol.
  3. Nel caso in cui vi sia mancanza di certezza circa la destinazione finale di un tiro indirizzato verso lo specchio della porta verrà attribuita la marcatura all’autore del tiro originario.

Precisazione caso B:

Va inteso come gesto, puramente, istintivo il frapporsi a una conclusione a rete senza calciare il pallone (anche semplicemente ampliando il volume del proprio corpo, come nel caso di una gamba allargata “a muro” a protezione della propria porta).

La Lega Serie A, tiene a precisare che esaminerà i casi dubbi il giorno successivo, di volta in volta e ad ogni turno di campionato attraverso la pubblicazione sul proprio sito internet delle decisioni stabilite.

STIAMO SCHERZANDO O PARLIAMO SERIAMENTE?
Ok, avete letto il regolamento e le interpretazioni sui casi di dubbia “paternità” delle reti realizzate. Siete pienamente convinti? Io sinceramente, per quanto mi riguarda, mi sento “leggermente” confuso. Quindi da ciò che si evince dal regolamento l’ago della bilancia sulla definizione di rete o autorete, nei casi di dubbia interpretazione, sarebbe riconducibile ad una sola condizione: “se il tiro è indirizzato, o no, verso lo specchio della porta”. Va bene mi saprebbe spiegare qualcuno, esattamente, come si fa a stabilire se un tiro può, con assoluta certezza matematica, essere indirizzato in rete o fuori dallo specchio? Alla Uefa, alla Fifa o alla Lega sono veggenti o hanno la sfera di cristallo? E’ chiaro, in alcune circostanze il tiro “verso lo specchio” può essere abbastanza evidente, ad occhio nudo, come lo può essere quello indirizzato “fuori”, ma ci sono dei casi in cui poterlo stabilire è davvero impossibile o comunque molto difficile. In questi casi anziché andare a prendere a riferimento dei regolamenti cervellotici, come quelli citati nel paragrafo precedente, non sarebbe più facile attribuire la paternità del gol all'autore della deviazione in rete? Credo che questa interpretazione sia la più logica da adottare anziché metterci due giorni prima di dare un giudizio definitivo. Ma non finisce qui, un altro dubbio mi sorge leggendo il regolamento, come si fa a capire se la deviazione in porta sia frutto di un “gesto istintivo” o “involontario”? No perché con questi due termini, nei regolamenti, cambiano parecchie cose sull’interpretazioni dei casi dubbi, cioè stiamo scherzando oppure stiamo parlando sul serio? Però la cosa simpatica è la chiosa finale da parte della Lega nelle sue stesse “linee guida” e cioè “nel caso in cui non si riesca a stabilire la destinazione del tiro con certezza la rete verrà attribuita all’autore del tiro”, cioè anche loro, alla fine della fiera, confermano di capirci poco e assegnano per “comodità” la rete a chi tira in porta. Aaaaa sell’asfalto sotto casa mia potesse parlare quando giocavamo a calcio da bambini!!

IL MONDO DEL FANTACALCIO IN RIVOLTA
Anche il mondo del Fantacalcio, uno dei giochi più popolari tra i tifosi, è completamente in rivolta di fronte ai continui cambi di decisione e interpretazione da parte della Lega Calcio. Infatti anche "Sos Fantacalcio", una delle app più utilizzate dai fantallenatori per consigli e quant'altro ai fini del gioco, proprio qualche giorno fa, dopo l'ultima giornata di campionato, è intervenuta sull'argomento con un comunicato sulle ultime decisioni, molto dubbie, prese dalla Lega sui casi Milinkovic Savic e Grassi. Nel comunicato infatti parole molto dure sono state esternate a tutela dei fantallenatori, qui di seguito un breve estratto: "Un fantacalcio non più sano poiché, in alcuni casi, rasenta il ridicolo, quasi nausea. Le regole sembrano partorite da realtà che non hanno mai visto una partita di calcio, cronache da marte". In effetti come dargli torto? Queste regole, anche se istituite dall'Uefa e dalla Fifa, i principali organi del calcio mondiale, sembrano assolutamente "partorite" da veri e propri studiosi di "fisica quantistica" più che da persone con elevate competenze calcistiche. Fatta questa doverosa "premessa" mi sento di appoggiare in toto l'appello di "Sos Fantacalcio": non si può più continuare a ignorare il fenomeno fantacalcio e bisogna avere assoluto rispetto per i milioni di fantallenatori che in poche settimane si sono visti cambiare delle decisioni, a favore o contro, abbastanza discutibili con risultati ribaltati nelle milioni di leghe di tutta italia. È chiaro che il regolamento non può essere cambiato per un gioco e nessuno lo pretende, ci mancherebbe, però andrebbe rivisto perché se per un autogol l'interpretazione può essere anche aperta a ragionevoli dubbi, sui gol il discorso deve essere chiaro e limpido soprattutto se il tiro viene deviato da un proprio compagno o da un avversario non ci possono essere questi tipi di perplessità poiché altrimenti si rischia seriamente di cadere sul ridicolo. Mi rivolgo alla Lega Calcio, in maniera ironica, state giocando con il fuoco il “fantacalcio” e i milioni di “fantallenatori” al seguito, compreso il sottoscritto, sono in assoluta rivolta perché per voi dei match, ipoteticamente, anonimi come “Verona – Parma” o “Crotone – Benevento” possono sembrare delle partite “normali” ma per “noi” anche queste gare sono da “fantascudetto” e quindi, a nome di tutti i miei colleghi, chiediamo assoluto rispetto e un’interpretazione univoca che chiarisca definitivamente questi incredibili casi dubbi.

E IL GOL DI PIPPO INZAGHI AD ATENE?
Provate a dire a Pippo Inzaghi, con il regolamento attuale, che il gol in finale di Champions League contro il Liverpool, nel 2007, potrebbe non essere il suo ma di Andrea Pirlo, cosa risponderebbe? Il gol andava dato ad Andrea? Dai per cortesia ritorniamo ad essere seri per favore!! Ricordiamo tutti la dinamica di quella rete, anche se non si è tifosi milanisti, è stato un gol “con deviazione fortuita” per dirla con i termini della lega, e tra l’altro, se non ricordo male, non si poteva nemmeno stabilire “con certezza” se la conclusione di Pirlo andasse fuori dallo “specchio” o era “in traiettoria” di Reina, fatto sta che “Superpippo” si trovava li in mezzo e come solo lui sapeva fare, erano i suoi gol, l’ha messa nel sette spiazzando completamente un Reina incolpevole. Ci sarebbe da ridere ma forse oggi la “paternità” di quel gol non sarebbe di Pippo Inzaghi ma di Andrea Pirlo eppure sono sicuro, che anche se fosse stato così, i tifosi di tutto il mondo si ricorderebbero di “Superpippo”, come è normale che sia, piuttosto che della punizione “deviata” e calciata da Andrea Pirlo. Già questo episodio di ormai quasi quattordici anni fa dovrebbe far riflettere sulla legittimità o meno dei gol segnati su deviazioni, volontarie o involontarie che siano perché se “Pippo” non si fosse trovato proprio li, il primo tempo, con molta probabilità, si sarebbe concluso sullo zero a zero e nel secondo tempo la partita si sarebbe potuta svolgere in maniera assolutamente diversa anche se il Milan era una grandissima squadra, ci tengo a precisarlo. Quindi cari tifosi milanisti a voi mi rivolgo, siete d’accordo, con le regole di oggi, ad assegnare il gol ad Andrea Pirlo?

I REGOLAMENTI SONO REGOLAMENTI MA IL MESTIERE E' MESTIERE
Con la tecnologia di cui oggi disponiamo e con le milioni di telecamere presenti a bordo campo, discutere ancora sull’assegnazione di un gol mi sembra sinceramente assurdo, a mio avviso non ci sarebbe nemmeno la necessità di andare a rivedere l’azione sui monitor o nei replay basterebbe soltanto aver giocato a calcio nei campetti di periferia o in quelli della parrocchia. Li non esisteva nessun replay, nessun monitor, nessuno schermo e a volte nemmeno l’arbitro vigeva soltanto una regola “sacra” l’hai toccata tu? Il gol è tuo e i tuoi compagni di squadra ti correvano dietro per condividere la gioia insieme al “vero” marcatore con tanti saluti ai possibili “regolamenti o interpretazioni”. A volte pensiamo al calcio“professionistico” come un qualcosa di talmente “sofisticato” in cui la semplicità non trova spazio al suo interno, sarò ripetitivo ma il gol di Inzaghi nella finale di Champions League ad Atene nel 2007 mi sembra l’esempio più calzante in assoluto, vi immaginate se i compagni di squadra dopo la rete realizzata sarebbero andati ad abbracciare Andrea Pirlo e non “Pippo Inzaghi”? Come si sarebbe sentito Superpippo? Quantomeno immagino che si sarebbe stupito e lo stesso principio vale per Gonzalo Escalante, la scorsa domenica, nell’ininfluente gol dell’1-2 su Inter – Lazio, perché togliere la gioia del primo gol in serie A all’argentino se nel tiro di Milinkovic Savic non vi era assoluta certezza sul dove potesse finire il pallone?
Misteri cari amici, misteri, nel frattempo nessuno provi a togliere la legittimità al gol di Pippo, quella è vera arte del mestiere, altro che gesto “istintivo”.

Ciccio.