949 presenze 701 gol e 223 assist in tutte le competizioni per club, 196 presenze e 118 gol con la maglia del Portogallo, cinque volte pallone d’oro, dieci volte nominato giocatore dell’anno, 19 volte capocannoniere in tutte le competizioni giocate e  31 trofei vinti in carriera. 
Basterebbero questi numeri impressionanti per definire Cristiano Ronaldo uno dei più grandi giocatori che il panorama calcistico abbia mai potuto ammirare nel corso della sua lunghissima storia
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Eppure, dopo la clamorosa eliminazione del suo Portogallo contro l’incredibile favola Marocco, fermato solo dalla Francia campione del Mondo, e le note vicissitudini che lo hanno portato al burrascoso divorzio, in corso d'opera, con il Manchester United,  c’è chi non lo considera affatto come uno dei più grandi “Signori” del calcio del nuovo millennio. Tempestato da critiche e di insulti, forse anche perché ha giocato nella Juventus?, e accusato di essere soltanto un presuntuoso egoista alla ricerca della gloria personale, Cristiano ha ricevuto un trattamento decisamente ingeneroso, nel corso degli ultimi mesi, rispetto a quello che ha dato a questo sport come calciatore. Una gogna mediatica spiacevole anche se bisogna pur dire che lui non fa fatto nulla di concreto per impedirlo in tutti i modi possibili tra comportamenti ultra-egoistici e uscite infelici verso il suo allenatore e i suoi compagni di squadra. 

Non c’è stato nemmeno spazio per le lacrime, vere o presunte tali, di un grandissimo campione che sa perfettamente di aver giocato il suo ultimo mondiale, chiudendo la sua storia con la nazionale, forse per sempre, come peggio non poteva e cioè senza aver trascinato il suo paese a vincere la sua prima coppa del mondo da protagonista sul campo.
Le sue lacrime certificano la fine di un sogno per un campione vincitore di tutto e frantumatore di record su record, mentre lasciava Manchester dopo un’avventura disastrosa forse pensava che la sua Nazionale sarebbe stata quell'isola felice in cui potersi rifugiare per ritornare ad essere quel raggio di luce splendente che per un ventennio ha incantato il Mondo, ma è evidente che anche qui ha ricevuto una profonda delusione. 
Se allo United non è riuscito a guadagnarsi il rispetto con la fame del campione che lo hanno sempre contraddistinto, anche in assenza delle giocate e dei gol, in Portogallo nessuno lo aveva mai messo in discussione essendo quasi una vera e propria divinità vivente. Tra aeroporti e statue varie, a lui dedicate, Cristiano con la maglia del suo paese ha segnato 118 gol, più di chiunque altro con la propria Nazionale, e dall’esordio nel lontano 2004 la sua leadership sulla squadra non era mai stata messa in dubbio almeno fino ad oggi dove il Portogallo ha dimostrato di saper vincere anche senza di lui in campo.

Noi siamo sempre stati abituati a vederlo  forte, bello, vincente a ogni costo, così perfetto da sembrare quasi inscalfibile: l'esempio lampante di come il talento si può unire anche ad un metodo di perfezione negli allenamenti costernato da grande dedizione ma soprattutto enorme professionalità. Però il tempo passa per tutti l’età che sopravanza probabilmente avrà scalfito la figura di quel superuomo capace di tutto con un pallone tra i piedi ma di sicuro non avrà, invece, intaccato il suo orgoglio e nemmeno il suo ego quello è impossibile  per un grande campione come lui. Mai come adesso però il futuro di Cristiano Ronaldo appare, per la prima volta,  un’incognita, perché dopo aver accettato le lusinghe arabe dell’Al - Nassr, “sparirá” dal “calcio che conta”, affrontando un "accompagnamento" al ritiro coperto dai dobloni degli emiri, che gli faranno guadagnare una cifra vicina al miliardo di euro, smentendo di fatto anche se stesso: 

«Voglio finire ai massimi livelli. Voglio finire con dignità,  bene, quindi con un buon club. Ciò non significa che andare in un posto come USA, Qatar o Dubai non vada bene, ma non mi vedo… non fa per me». 

Queste le parole di Cristiano Ronaldo nel 2015 a specifica domanda a lui rivolta e cioè se a fine carriera sarebbe stato capace di fare quel tipo di scelta in tendenza con tutti i grandi campioni del recente passato.  Magari lui lo pensava sul serio fino a qualche settimana fa e l’idea di finire con il grande “botto” in una squadra europea lo allettava sicuramente ma evidentemente quando nessun club di prima fascia era disposto a prenderlo, con le sue elevatissime richieste, e soprattutto quando ha visto il suo più grande rivale Lionel Messi vincere il Mondiale, ponendo forse fine alla ventennale  battaglia su chi fosse il più grande dei due, Ronaldo, egoisticamente ha accettato le lusinghe degli arabi ponendo fine per sempre alla sua storia nel calcio che conta. 

In ogni caso nessuno potrà cancellare la sua gloriosa storia infatti, rimarrà per sempre un uomo e un atleta che ha dato tantissimo ad uno sport come il calcio e che in cambio l’ha reso un'iconica leggenda di cui si parlerà anche nel futuro prossimo. Per tutti quelli che si chiedono il motivo per cui abbia divorziato con il Manchester United e il perché sia stato escluso in match importanti nell'ultimo mondiale, secondo il mio punto di vista, Cristiano non riesce ad accettare il crudele destino dell’età che avanza e questo lo ha portato a fare delle scelte probabilmente sbagliate perché è dura da ammettere quando ti senti ancora il numero uno ma il tuo fisico non ti permette di fare le cose come vorresti, come quando eri più giovane. Per questo  prima sarà onesto con se stesso accettando il suo destino e prima potrà riuscire a conviverci chiudendo in bellezza la sua immensa carriera cercando così di “ripulire” la sua immagine dopo le ultime infelici avventure sia a Manchester che soprattutto con la sua Nazionale.  Detto questo è innegabile che alla  sua età soprattutto dopo che non si ha più nulla da dimostrare a nessuno con gli innumerevoli trofei vinti, una scelta alla “Ibrahimovic” al Milan, quindi con un grande ruolo di leader che accetta le scelte dell’allenatore con serenità forse, per uno come lui, sarebbe stata l’idea più logica e quella che più lo avrebbe onorato nel finale della sua carriera ma evidentemente l’egoismo e la voglia di essere sempre il numero uno ha prevalso con una scelta che non gli si addice per niente. Però l'umile scrivente non smetterà mai di ringraziare Ronaldo per aver indossato la maglia della Juventus, non si pentirà mai di averlo visto giocare per la propria squadra, tutto il resto sono soltanto chiacchere che porta via il vento e discorsi che francamente dovrebbero importare poco o nulla al tifoso di calcio.

Ciò che non condivido sono le eccessive critiche rivolte alla carriera di un giocatore come Cristiano  Ronaldo perché bisognerebbe essere onesti intellettualmente e farsi un paio di domande di difficilissima risposta: quanti giocatori al mondo alla sua età potranno dire un domani di aver giocato un mondiale?
Quanti giocatori all’età di 35 anni avrebbero lasciato il più grande club al mondo come il Real Madrid per mettersi in gioco in una squadra come la Juventus e fare più di cento gol in meno di tre anni?
Quanti giocatori al mondo potranno dire di aver vinto cinque palloni d’oro? Quanti giocatori al mondo vinceranno quello che ha vinto lui in vent’anni di carriera sempre da protagonista?
Vi rispondo io: soltanto uno e cioè colui che ha vinto un mondiale  a 35 anni ed è di origine argentina… Mbappè… se son rose fioriranno...
Quindi non importa se giocherà in un campionato non più competitivo, non importa se è egoista o no, non importa se lo odiate o lo amate perché mai nessuno potrà essere Cristiano Ronaldo, il re "Mida" del calcio.

Ciccio