La Roma vista contro la Sampdoria ha dato pochi segnali incoraggianti. Ancora una volta i giallorossi subiscono uno stop. Non si può', dopo l'impresa contro l'Atalanta, non dare continuità' ai risultati e pareggiare contro una squadra di medio-bassa classifica.
Soprattutto bisogna parlare di come sia arrivato il pareggio.
La prestazione e' stata deludente sotto tutti i punti di vista visto che la Roma ha fatto un solo tiro in porta nel primo tempo (Abraham). Una squadra che mira alla qualificazione in Champions non può' fare cosi' poco. Certo e' che pensare a cosa si diceva ad inizio anno sui capitolini fa' sorridere, riflettendo sul sesto posto attuale (siamo stati anche capaci di farci recuperare dalla Juve).
L'Inter sicuramente ad inizio campionato rimaneva la favorita per lo scudetto, anche alla luce della rodata esperienza tra i giocatori, ma l'organico della Roma non lo ritengo poi cosi' inferiore al Napoli o al Milan. Insomma, il secondo posto doveva essere alla nostra portata.

Tornando alla partita, nel secondo tempo i giallorossi non hanno quasi mai impensierito il portiere avversario se non al goal di Shomurodov. Mourinho in panchina ha esultato facendo il suo solito show ma questo deve solo disgustare gli amanti del calcio vedendo una squadra senza gioco e che per vincere si affida alle azioni personali dei propri giocatori.
Il goal sampdoriano lo vedo come un riequilibrio del karma, e lo dico tristemente da romanista, per una squadra blucerchiata che ha combinato poco la' davanti ma che di certo non meritava di perdere.
Per gli osservatori e' da segnalare il giovane portiere Falcone della Samp, autore di diversi importanti interventi, specialmente quello su Afena-Gyan.

Mourinho a fine partita, con obiettività', ammette che e' stata una brutta partita per entrambe le squadre ma visto che la Roma era andata in vantaggio bisognava vincere.
Fortunatamente, questa volta, non ha accampato scuse come l'arbitraggio o che la squadra fosse stanca avendo giocato pochi giorni dopo l'impresa di Bergamo.
Queste dichiarazioni non lo assolvono del tutto visto che i risultati altalenanti sono sotto gli occhi di tutti, basti pensare alle sconfitte con le grandi (Inter, Milan e Juve) e le piccole (Venezia e Bologna).
Il futuro non appare roseo, anche perché' il mister non vuole apportare cambiamenti tattici a questa squadra ( 3-5-2 o 3-4-2-1 che sia) e tira dritto per la sua strada.
Citando Hugo, l'avvenire e' la porta ma il passato ne e' la chiave.