Non ci sono scuse, non troviamole.
Gli azzurri sono stati battuti. I Campioni d'Europa hanno perso la semifinale di Nations League (cos'è?) a Milano contro la Spagna. Abbiamo perso male, non malissimo. I due pali, l'espulsione, la corsa, i dribbling, la velocità dei nostri e degli avversari. Una partita bellissima, almeno per il livello a  cui siamo abituati. Una partita che, riaperta a pochi minuti dalla fine, ha dato una buona quantità di emozioni e, certamente, ha divertito il pubblico di Milano, e chi è stato davanti alla Tv.

Non ho capito, e continuo a non capire, i fischi all'inno spagnolo. Forse molti spettatori, si sono ricordati quando, andati in vacanza a Madrid e ordinato il gaspacho, pensavano di poter mangiare quel sughetto di pomodoro caldo, e non freddo ghiacciato.
Inutile invece, pensa un vecchio granata, lamentarsi dei fischi riservati a Donnarumma dai tifosi milanisti, naturali e anche motivati, come se in porta ci fosse anche Raiola.

Gli spagnoli hanno giocato bene, anche i nostri, e ha arbitrato bene, velocemente e con il piglio dovuto il direttore di gara. Giustamente ha sorvolato sui falli di gioco ed ha punito con due gialli il senatore strisciato per eccessive proteste prima e per una evidente gomitata (cercata) dopo. Per il resto palle veloci, pressing a centrocampo, palleggi, soprattutto spagnoli, spesso spettacolari e tanti giovani in campo a cercare gloria e fama. Bravi molti spagnoli, bravo Chiesa e un po' statico il nostro centrocampo, aggredito sistematicamente dalle punte e dai mediani delle furie rosse. Indubbiamente il livello della partita è stato alto, anche se la posta in palio, in fondo, non era così importante. Alla fine, meglio perdere questa che la semifinale agli Europei, e ritornare a guardare qualche serie su Netflix.

Una sola, ultima considerazione: senza centravanti le squadre italiane fanno fatica, sempre. Urge quindi ritrovare un attaccante di peso e un punto di riferimento là davanti. Non mi pare che Kean possa farlo, sostituire Immobile e Belotti, nonostante tutte le critiche che hanno ricevuto, è un'impresa titanica. E forse è la vera mission impossible di Mancini.
Dimenticavo. Un abbraccio forte a Luis Enrique, campione di forza e signorilità.

Clay Mc Pants