Cala il sipario sul campionato di serie A in cui trionfa il Milan dopo un lotta serratissima, punto su punto, nel derby di Milano contro l'Inter, come non si vedeva da tantissimi anni.
Una lotta scudetto bellissima, a tratti snervante e che ovviamente è stata vissuta anche tra tantissime polemiche piovute dopo i diversi episodi dubbi che certamente non sono per nulla mancati. Dunque che campionato è stato? Sicuramente avvincente ma soprattutto sorprendente perché ad inizio anno nessuno avrebbe puntato un euro - a posteriori adesso è facile parlare - sulla vittoria del Milan per lo scudetto, che molto probabilmente è stato – ad un certo punto della stagione - nelle mani dell’Inter dopo le partenze illustri di un trascinatore come l’attaccante belga Romelu Lukaku e il fortissimo terzino destro Achraf  Hakimy, senza dimenticare l’uomo che ha fatto rinascere l’Inter ovvero quell’ Antonio Conte che ha deciso, di comune accordo con la società, di andare via dai nerazzurri convinto di non poter più vincere con una squadra privata dei suoi giocatori più forti.

Quindi uno scudetto, il diciannovesimo quello vinto dai rossoneri, arrivato quasi in maniera inaspettata grazie al grandissimo lavoro compiuto dai vertici societari e soprattutto da Mister “NormalOne” ovvero quel Stefano Pioli, preso come semplice “tappabuchi” – poco prima del covid – in modo tale da poter fare da sparring partner nella rivoluzione tedesca di Ralf Rangnik salvo poi riconquistarsi sul campo la fiducia a suon di risultati e prestazioni convincenti. Un tricolore vinto sotto la luce e il rilancio di Paolo Maldini, milanista dentro e soprattutto fuori, che insieme Frederik Massara, Zvominir Boban -è bene ricordarlo- ha avviato questo radicale processo di ricostruzione e di rifondazione del Milan, prelevato ad un passo dal baratro, dopo i disastri firmati Fassone-Mirabelli, non solo sul campo ma soprattutto a livello societario con la scellerata e “misteriosa” “guida” dell’ex presidente Yonghong Li. Fatta questa doverosa premessa e ottenuti tutti i verdetti finali sul campionato appena concluso è giunto il momento di fare un vero e proprio pagellone su tutte le venti squadre di serie A in ordine di posizionamento raggiunto in classifica.

Milan – Voto: 10
Il Milan torna a vincere il suo diciannovesimo Scudetto, dopo 11 lunghi anni di attesa, raggiungendo proprio l’Inter, nella “hall of fame” dell’albo d’oro di tutti i tempi, battendola in volata in un lotta serratissima fino all’ultima giornata. Un vero capolavoro quello rossonero, un lavoro encomiabile quasi irripetibile – verrebbe da dire - una vera e propria vittoria meritata - costruita nel tempo – e che parte da molto lontano e soprattutto da quando la dirigenza milanista capitanata da Paolo Maldini, ha deciso di puntare forte sul lavoro fatto da Stefano Pioli quasi tre anni fa. Un grande gruppo costruito - da dirigenza e allenatore – che può contare su giovani di assoluto valore come Tonali e Leao senza dimenticare Kalulu, Maignan e soprattutto Theo Hernandez. , Un’impresa storica che dimostra come la programmazione alle volte possa sopperire anche alla mancanza di liquidità, non sempre dunque decisiva nel raggiungimento degli obiettivi finali. Uno scudetto di natura storica poiché l’Inter - almeno sulla carta - era probabilmente superiore ai rossoneri, ma il Milan ha superato ogni ostacolo con cuore, passione, determinazione, compattezza del gruppo e quel pizzico di sana follia e imprevedibilità che occorrono sempre per poter compiere delle imprese di questa notevole portata. Un successo meritato e indimenticabile targato Mister Stefano Pioli.

Inter –Voto: 7
La valutazione sarebbe stata probabilmente più alta se avesse vinto anche il campionato ma la stagione nerazzurra è stata ovviamente condizionata dalla sconfitta rimediata a Bologna e soprattutto nel derby di campionato proprio con il Milan
che ha – letteralmente – spalancato le porte ai rossoneri per la vittoria del titolo iridato. Una stagione comunque molto soddisfacente per i nerazzurri con due trofei vinti - Supercoppa e Coppa Italia ai danni della Juventus - e con un buon lavoro fatto dal neo tecnico Simone Inzaghi – chiamato a prendere la pesante eredità lasciata da Antonio Conte - che ha tenuto la squadra viva nella lotta Scudetto aperta fino all’ultimo respiro. Gli addii di Conte, Lukaku, Hakimi ed Eriksen e le difficoltà societarie degli Zhang sembravano essere stati metabolizzati nel modo più giusto dai nerazzurri con un grande girone di andata. Ma l’Inter nel girone di ritorno - a un certo punto - si è letteralmente schiantata perdendo punti pesanti con squadre di medio – bassa classifica, permettendo al Milan di rientrare in lizza per la vittoria del titolo, “suicidandosi” letteralmente nel “famoso” recupero di Bologna contro l’ex Sinisa Mhajlovic. Resta il rammarico per la grande occasione sprecata e per aver soltanto sfiorato un “triplete” italiano che le avrebbe garantito la conquista della seconda storica stella sulla maglia. Ma nonostante tutto le basi su cui lavorare per tornare a vincere sono state ampiamente create e ovviamente starà al lavoro di Inzaghi e di Beppe Marotta convertire la delusione per non aver vinto lo scudetto in un grande carica emotiva per la stagione immediatamente successiva.

Napoli – Voto: 7.5
Terzo posto finale, ma con la sensazione amara che se ci avesse creduto maggiormente i partenopei potevano veramente vincere lo scudetto.
E’ inevitabile – dopo aver ottenuto il verdetto finale – che più di qualche rimpianto la squadra guidata da Luciano Spalletti lo debba senz’altro avere; per aver perso punti preziosi – al Maradona contro Fiorentina, Milan e Roma - e soprattutto per la sonora sconfitta rimediata ad Empoli in un’incredibile blackout dopo che conduceva la partita con due reti di vantaggio. Una squadra che sa di aver perso il treno Scudetto proprio sul più bello – durante il mese decisivo di Aprile – e che deve maggiormente rammaricarsi perché probabilmente sarà complicatissimo riuscire a competere nuovamente – come quest’anno - per la conquista del tricolore. Una stagione comunque più che positiva per via del raggiungimento della qualificazione in Champions League, mai stata in discussione e con la consapevolezza di aver aggiunto degli ottimi innesti sui quali poter progettare il futuro, nonostante l’addio doloroso del suo capitano Lorenzo Insigne dopo tanti anni di gioie, dolori e soddisfazioni passati insieme al pubblico napoletano. Ma la domanda vera è: chi lo sostituirà?

Juventus– Voto: 4.5
Stagione letteralmente da dimenticare per la Juventus
. Chiude come peggio non poteva un ciclo di diciannove trofei – conquistati in appena un decennio – con la consapevolezza di non aver nemmeno vinto - in questo campionato - un singolo scontro diretto contro le pretendenti al titolo e quindi di non esser mai stata davvero in corsa per la lotta scudetto dopo un avvio decisamente pessimo. Ci si aspettava sicuramente molto di più dal ritorno – in pompa magna – di Massimiliano Allegri che comunque è riuscito a strappare un quarto posto abbastanza anonimo, facendo molto peggio del suo predecessore, perdendo i due trofei contro gli “odiati” rivali nerazzurri e con una distanza siderale dalle prime tre posizioni. Un 4.5 che sarebbe stato un tre pieno se la Juve a gennaio non avesse acquistato sul mercato il grande colpo Dusan Vlahovic, certo qualche attenuante esiste pure, soprattutto per l’addio – durante gli ultimi giorni di agosto – dell’asso portoghese Cristiano Ronaldo e anche per via dei tantissimi infortuni - alcuni di lungo periodo come quelli di Chiesa e McKennie – patiti dalla rosa bianconera nel corso della stagione. Ma in ogni caso la Juventus chiude un’annata disastrosa, con zero trofei in bacheca e soprattutto con pochissime certezze per il suo futuro: serviranno tempo, pazienza e investimenti mirati per tornare al vertice nel più breve tempopossibile.

Lazio –Voto: 6.5
Sufficienza piena per gli uomini guidati da Maurizio Sarri
, ha chiuso la stagione in crescendo ma in generale è stato troppo condizionato costantemente da alti e bassi perché comunque il quinto posto finale era più o meno l’obiettivo prefissato – insieme alla società – ad inizio anno. La Lazio di Sarri, però non ha mai lottato per entrare nella zona Champions rimanendone molto distante, ha avuto risultati abbastanza altalenanti, alternando ottime prestazioni – come quelle con la Fiorentina in casa - a rovinose cadute – come quelle di Verona, Bologna e nel derby con la Roma - subendo troppo il gioco avversario e facendo vedere solo a “tratti” guizzi di “Sarrismo”, per via di una squadra ancora troppo legata – evidentemente – ai meccanismi dell’ex tecnico Simone Inzaghi. Adesso vedremo se la società di Lotito accontenterà le richieste del suo tecnico sul mercato, perché lo stesso Sarri si è troppo spesso lamentato – neanche troppo velatamente - delle poche alternative a sua disposizione per poter competere su più fronti.

Roma – Voto: 7
Chiude la stagione come meglio non poteva vincendo la prima Conference League nella storia della competizione e un trofeo europeo dopo quasi sessant’anni di storia dopo la coppa delle fiere del 1961 nella doppia finale contro gli inglesi del Birmingham City. JoséMourinho riporta un trofeo europeo in Italia dopo che proprio lui era stato l’ultimo a vincerne uno con l’Inter nel lontano 2010. Una stagione in generale che comunque sarebbe da sufficienza - non proprio piena - per via del sesto posto conquistato in campionato e dopo un investimento di quasi duecento milioni – sul mercato - da parte della società. La Roma ottiene una qualificazione in Europa League e Mourinho ha riportato quell’entusiasmo che mancava da tempo riuscendo, comunque, con le sue idee, la sua determinazione e la sua durezza in alcune scelte a creare una buona base su cui ripartire per l’anno prossimo, magari puntando a vincere quello scudetto che manca dal lontano 2001.

Fiorentina – Voto: 7.5
Buona la stagione della Viola che chiude al settimo posto il suo campionato – qualificandosi per la Conference League – conquistando la bellezza di ben 22 punti in più rispetto alla scorsa stagione, ritornando in Europa dopo quasi quattro anni dall’ultima volta
. Il lavoro del tecnico Vincenzo Italiano – dopo il patatrac iniziale con la vicenda Gattuso – ha portato i suoi frutti e la società è riuscita ad attutire molto bene – nonostante le difficoltà iniziali – la partenza di Vlahovic con destinazione Juventus. Una stagione che certifica la buona base che è stata creata dal tecnico e dalla società per ripartire l’anno prossimo nonostante comunque un netto calo nel girone di ritorno – rispetto a quello di andata – e una finale di Coppa Italia quasi sfiorata dopo la sconfitta subita in semifinale contro gli “odiati” rivali della Juventus con cui però riescono a rifarsi all’ultima giornata al Franchi – vincendo per due reti a zero - conquistando l’ultimo posto utile per l’Europa.

Atalanta – Voto: 5
I bergamaschi quest’anno deludono dopo cinque anni giocati ad altissimi livelli e dove si sono sfiorati dei traguardi incredibili come la semifinale di Champions League dopo la sconfitta all’ultimo minuto con i campioni del PSG
. Probabilmente gli uomini di Gasperini si trovano alla fine di un ciclo straordinario e quasi irripetibile che ha visto tanti cambiamenti in questi ultimi anni, soprattutto nella perdita di uomini chiave – come Ilcicic, Gomez, Gosens – non adeguatamente sostituti nel tempo. Complice quest’anno anche le vicende societarie che hanno visto gli americani – guidati da Stephen Pagliuca - acquistare quasi il 50% delle quote dai Percassi, una lunga serie di infortuni– come quelli di Duvan Zapata – e soprattutto degli acquisti non certo azzeccati hanno relegato l’Atalanta a disputare un campionato ben al di sotto delle aspettative, non riuscendo a qualificarsi nemmeno per la Conference League, dopo averci abituato a ben altro in questi ultimi incredibili anni.

Verona – Voto: 8.5
Tudor – che proprio ieri ha comunicato di non essere più l’allenatore dei gialloblù – ha costruito una macchina perfetta riuscendo addirittura – di poco - a fare meglio di Juric, 
dopo il suo addio per il Torino. Una stagione quella del Verona semplicemente da incorniciare dopo l’avvio disastroso avuto con Eusebio di Francesco e che ha saputo risollevarsi grazie al tecnico croato con investimenti mirati e rilanciando dei giocatori che fino a questa stagione avevano dimostrato il loro talento a sprazzi: come il trio delle meraviglie Simeone – Barak e Caprari. Una stagione da incorniciare che proietta gli scaligeri a confermarsi anche per l’anno prossimo ma c’è la faranno senza la guida di Tudor? Lo vedremo.

Torino – Voto: 7.5
Nessuno capirà – fino in fondo - la scelta fatta da Juric – l’estate scorsa - di lasciare un macchina quasi perfetta – costruita da lui – come il Verona per una squadra quasi allo sbando come lo era il Torino
. Ma i risultati raggiunti in questa stagione dal toro gli danno ampiamente ragione; Juric ha completamente trasformato i granata in una squadra da combattimento arrivando dove nessuno si sarebbe mai immaginato, costruendo una buona base su cui poter ripartire e lanciando dei giocatori molto interessanti come Brekalo, Vojvoda e soprattutto Bremer, facendo a meno – praticamente – per tutta la stagione per infortunio dell’uomo più rappresentativo del Torino: Andrea Belotti. Adesso la palla passerà a Cairo e al direttore sportivo Vagnati in modo tale da poter dare i giusti rinforzi che chiede Juric, soprattutto dopo le più che probabili partenze dei suoi uomini chiave come Andrea Belotti e lo stesso Gelson Bremer.

Sassuolo – Voto: 7
Gli emiliani cambiano allenatori, cambiano i giocatori ma il risultato è sempre uguale: un campionato giocato bene con il lancio di diversi giocatori di prospettiva tra cui diversi italiani
. Dionisi - chiamato al posto di Roberto De Zerbi accasatosi allo Shaktar - aveva già trovato una buona base su cui poter ripartire ma l’ex Empoli ha comunque avuto il merito di lanciare e rilanciare giocatori come Scamacca, Traorè, Frattesi e soprattutto Raspadori, battendo anche squadre di vertice come Inter, Juventus e Milan. Un' ennesima ottima stagione che conferma – semmai c’è ne fosse ancora bisogno – che Sassuolo è un ottima piazza con un grande potenziale di crescita in cui la programmazione e la lungimiranza sono all’ordine del giorno e poi con un Domenico Berardi in queste condizioni – numeri da top in Europa simili a quelli di Kilian Mbappè– viene tutto più semplice. Non resta che fare i complimenti all’ ad Giovanni Carnevali e alla proprietà degli emiliani per il grande lavoro svolto in questi anni.

Udinese – Voto: 6.5
Meglio con Gabriele Cioffi che con Luca Gotti -
che comunque non stava facendo così male - prima dell’esonero. L’Udinese raggiunge quasi quota cinquanta punti – se solo ci avesse creduto un po’ di più - chiudendo la sua stagione appena al di sotto della metà della classifica e soprattutto ben sopra la zona retrocessione salvandosi tranquillamente e senza patemi d’animo rispetto alle ultime non ottimali stagioni precedenti. Un campionato in cui comunque ha trovato ritmo e soprattutto certezze nel girone di ritorno, con Deulofeu, Beto, Molina e Udogie come autentici trascinatori e leader di questa squadra, l’unico neo forse quel “tucu” Roberto Pereyra che quest’anno – anche complice qualche infortunio di troppo – non ha particolarmente brillato in leadership proprio lui destinato a prendere il posto di un certo Rodrigo De Paul. Una squadra che resta comunque difficile da affrontare per tutti – vedi Fiorentina e Milan – e sempre consapevole dei propri mezzi.

Bologna – Voto: 6.5
Un buon dodicesimo posto
, ottenuto grazie anche ad alcuni risultati molto pesanti arrivati soprattutto nel girone di ritorno come gli ottimi pareggi raggiunti con Milan e Juventus e in particolare la vittoria ottenuta sull’Inter durante il recupero di campionato che ha praticamente condannato i nerazzurri alla perdita dello scudetto. Una stagione da salvezza tranquilla comunque non facile da gestire per via dei gravi e tanti problemi di salute occorsi a Sinisa Mihajlovic per combattere la sua malattia. Ma i suoi ragazzi hanno reagito benissimo dimostrando maturità e stringendosi attorno al proprio allenatore sostenendolo ad ogni costo; una buona stagione che ha anche messo in mostra diversi giovani promettenti come Theate, Hickey, Svanberg – solo per citarne alcuni - dimostrando di avere ottime qualità e soprattutto grandi potenzialità. Molto positiva anche la stagione di Marko Arnautovic, accolto con scetticismo, per via del so anonimo passato nerazzurro, ha rispettato invece le attese imponendosi in serie A, trascinando con i suoi gol letteralmente il Bologna alla salvezza, caricandosi sulle spalle – da solo – tutto il peso dell’attacco rossoblu. Mihajlovic può ritenersi soddisfatto, la squadra emiliana può migliorare ancora.

Empoli – Voto: 7.5
I toscani dopo una grandissima prima parte di stagione a salvezza raggiunta – praticamente con quasi un girone di ritorno d’anticipo – si sono un po’ persi nella seconda parte di stagione ottenendo pochissimi vittorie, diversi pareggi e tante sconfitte. Ciò non toglie che l’Empoli guidato da un maestro come Aurelio Andreazzoli abbia mostrato un grande calcio e lanciato degli ottimi talenti come Zurkosky, Bajrami, Parisi su tutti per non parlare della valorizzazione di un giocatore come Andrea Pinamonti che ha trovato certezze e continuità in una piazza come quella di Empoli; in cui ha potuto mostrare le sue doti senza quella pressione tipica delle grandi squadre come l’Inter ancora proprietaria del suo cartellino. Dunque un ottimo campionato con l’obiettivo salvezza ampiamente raggiunto e con un’importante prospettiva per poter affrontare al meglio la prossima stagione.

Sampdoria – Voto: 5
Probabilmente la formazione blucerchiata porta a casa una salvezza – anche un po’ inaspettata se vogliamo - più per i demeriti degli avversari diretti che per meriti propri. Una squadra senza anima, voglia di combattere e in perenne sofferenza sin dall’inizio del campionato prima con Roberto D’Aversa e poi con il ritorno di Marco Giampaolo. Una stagione difficoltosa figlia evidentemente anche del caos societario scoppiato con i guai giudiziari dell’ex presidente Ferrero e con la certezza – non scritta – che un attempato Fabio Quagliarella insieme ad un esperto di salvezze come Ciccio Caputo avessero trascinato la Sampdoria a suon di gol cosa che non è propriamente avvenuta per via delle tante prestazioni negative sul campo. La salvezza comunque è arrivata anche in anticipo, ma le prospettive per l’anno prossimo non sembrano propriamente buone infatti occorrerebbe una mezza rivoluzione per tornare a vedere una Sampdoria competitiva.

Spezia – Voto: 7
Se la stagione precedente con Vincenzo Italiano in panchina sembrava esser stata miracolosa, questa con Thiago Motta supera di gran lunga ogni possibile più rosea previsione. I liguri salvi con diverse giornate d’anticipo, senza mercato – bloccato per due anni – e con una rosa non propriamente all’altezza del campionato di serie A è un grandissimo risultato di cui andare fieri. Dunque un’impresa incredibile quella compiuta da Thiago Motta che si gode – meritatamente – gli elogi per il suo ottimo campionato, senza dimenticarela cosa più importante: lo Spezia parteciperà al suo terzo torneo di Serie A consecutivo.

Salernitana – Voto: 8
Probabilmente la favola più bella di questa stagione dopo l’impresa compiuta dal Milan a cui nessuno avrebbe creduto.
Trovare degli aggettivi adatti per definire l’incredibile rimonta in campionato della Salernitana, quando erano praticamente spacciati non era per nulla scontato, è veramente difficile. I meriti vanno dati a “Mister salvezza” Davide Nicola che si conferma essere l’uomo della “provvidenza” dopo l’incredibile altro “miracolo” compiuto con l’impresa di Crotone, mettendo dunque la sua firma in un’altra rimonta che verrà ricordata nel tempo dai tifosi campani. La Salernitana era ad un passo dalla retrocessione, ma poi a gennaio grazie al cambio di proprietà con il nuovo presidente Iervolino e soprattutto grazie ad un grande esperto di calcio – nonché uno dei migliori direttori sportivi in circolazione – come Walter Sabatini, inconsapevolmente si erano già gettate le basi per questa incredibile impresa sportiva. I campani riescono a rimanere in Serie A, continuando a sognare ad occhi aperti anche per l’anno prossimo.

Cagliari – Voto: 3
Tre esoneri: via Semplici – ad inizio campionato - via Mazzarri – alle ultime tre giornate - e probabilmente ora – in serie B - via anche Agostini. Il Cagliari retrocede in Serie B meritatamente dopo delle scelte completamente sbagliate fatte dalla società e con una rosa che probabilmente aveva tutte le carte in regola per potersi salvare rispetto ad altre formazioni meno attrezzate dei sardi. Lo 0-0 finale contro il Venezia – già retrocesso - certifica la stagione disastrosa dei rossoblu, i sardi hanno disputato un campionato altalenante, contraddistinto da pochissimi alti e tantissimi bassi, non riuscendo dunque ad evitare la retrocessione forse complice anche la straordinaria rimonta della Salernitana che ha moralmente abbattuto la squadra rossoblu.

Genoa – Voto: 2.5
Campionato semplicemente disastroso come gli altri del resto soltanto che questa volta non è riuscito a salvarsi.
Retrocesso con due turni d’anticipo, nonostante il buon lavoro di Blessin, dopo quattro cambiamenti in panchina e tantissime sconfitte difficilmente giustificabili. Nella stagione di addio del vecchio presidente Preziosi e del cambio di proprietà americano, il Genoa finisce in Serie B, senza nemmeno avere alcuna attenuante a sua discolpa. I grotteschi acquisti di gennaio e l’arrivo del comunque interessante tecnico Blessin non sono serviti per evitare un incubo solo rimandato nel tempo. Dopo 15 anni di “onorato” servizio in serie A, il Grifone tornerà in cadetteria meritatamente: anche se un pubblico così caloroso e passionale avrebbe meritato sicuramenteben altro trattamento.

Venezia – Voto: 3.5
Ultimo posto, un solo anno di serie A e quindi di nuovo in serie B dopo tanti anni trascorsi per tornare ad assaggiare il calcio della massima serie.
Una prima parte di stagione comunque giocata bene e all’altezza della categoria, poi la mancanza di esperienza dei tanti giovani del Venezia e del suo allenatore Paolo Zanetti e una lunga serie assurda di risultati negativi nel girone di ritorno, non hanno evitato la cadetteria dopo solo un anno. I veneti dei proprietari americani avevano un progetto ambizioso ma dopo quest’anno si trovano di fronte a un bivio: investire tante risorse per riprovare l’immediata risalita o ritornare nei meandri del lungo anonimato vissuto tra Serie B e Lega Pro, a loro la scelta.

Dunque termina questa appuntamento con il pagellone di fine campionato, non vediamo l’ora di vivere il prossimo che non tarderà ad arrivare già a metà agosto.
Ciccio