Siamo giunti alla fine di questa sosta nazionali e a tenere banco in casa Juventus è la questione della panchina di Massimiliano Allegri, per via degli scarsi risultati ottenuti sin qui che rischiano già di compromettere, viste le due sconfitte maturate in coppa, con Benfica e Psg, e in campionato con il Monza fanalino di coda, il cammino della squadra bianconera nelle due più importanti competizioni. Ma oltre a questo, amletico dubbio, che oramai divide i tifosi juventini di tutta Italia, ciò che preoccupa maggiormente sono i conti in profondo rosso risultanti dai bilanci della Juventus. Lo scorso 23 Settembre è stato un giorno molto importante in casa bianconera in quanto si è riunito il CDA per l’approvazione del Bilancio Consolidato riferito al 30 Giugno 2022 e ciò che ne è emerso è un dato allarmante: la Juventus ha chiuso, il suo bilancio, con un passivo di 254 milioni di euro.
Un deficit talmente pesante, in parte provocato anche dagli effetti della pandemia del 2020, da fare accapponare la pelle nonostante non ci siano particolari preoccupazioni da parte dei vertici dirigenziali bianconeri che intendono sistemare i “conti” attraverso una gestione più oculata, soprattutto nelle future campagne acquisti, le quali prevedono una netta riduzione del monte ingaggi dei giocatori che rappresenta una delle voci piú gravose sul passivo di bilancio.
Un deficit dicevamo così pesante da fare rendere chiaro a tutti, se ancora ce ne fosse bisogno, che la Juventus in questi ultimi anni è stata gestita malissimo, amministrata peggio, frutto di presunzione e arroganza provocata, con molta probabilità, dalle vittorie in serie dei nove scudetti consecutivi e che ha dato diritto, a chi in questi anni ha diretto dall’alto la società bianconera, di sentirsi invincibile e soprattutto intoccabile.
Questa sembra sempre più la Juventus del post - calciopoli, cioè quella di Blanc, Secco e Cobolli Gigli come dirigenti, dei fallimenti sul mercato a suon di milioni, Diego e Felipe Melo su tutti, dei fuochi di paglia, Krasic e Amauri, degli esoneri in serie e soprattutto quella dei settimi posti. Una Juventus che oggi sembra ripercorrere quella strada ma con una sostanziale differenza perché questa è una squadra che ha chiuso, definitivamente, un lungo ciclo di vittorie perpetrato con la conquista di diciannove titoli in un lustro dove l’unico, vero, grande rammarico rimane il non aver conquistato quella tanto agognata Champions League, a lungo rincorsa ma mai centrata. Certo è che nessuno dopo l’apice raggiunto con la finale persa di Cardiff seguito dall’acquisto del “secolo” Cristiano Ronaldo, comprato per vincere la Coppa dalle “grandi orecchie” per l’appunto, avrebbe oggi potuto mai immaginare un tracollo così netto della Juventus che ha perso definitivamente il suo enorme vantaggio accumulato, negli anni, nei confronti della sua concorrenza in Italia e soprattutto un posto tra le migliori squadre d’Europa.

L’illusione di vincere la Champions League ha fatto perdere completamente il lume della ragione a questa società e ai suoi dirigenti, ha reso la Juventus una società, come dicevamo, “arrogante”, “presuntuosa”, che ha costruito i suoi ultimi due successi in Serie A, più per forza di inerzia che per veri e propri meriti sportivi derivanti da una seria programmazione costruita nel tempo. Deliri di onnipotenza che hanno fatto commettere degli errori clamorosi nel corso del tempo come quello di “cacciare” Marotta permettendogli di trasferirsi, esportando il suo modello con tutti i segreti di quel successo, ad una diretta concorrente per il titolo senza nemmeno curarsi di poterlo, in qualche modo, impedire con una clausola contrattuale: una follia, una vera e propria roba da dilettanti che evidentemente ancora oggi si paga e a caro prezzo. Però non è nemmeno, in se per se, l’aver perso un dirigente molto capace ed esperto come l’ex Ad bianconero, la panacea di tutti i mali, perché gli uomini possono essere anche sostituiti ma si deve poterlo fare con criterio e con qualcuno che, presumibilmente, sia almeno di pari o superiore livello rispetto al suo predecessore e soprattutto ci si dovrebbe assicurare di scegliere un uomo che sia, per quanto possibile, adatto per quel tipo ruolo e Paratici evidentemente non lo era. Una gestione folle che ha fatto gettare al vento milioni e milioni di euro, senza alcuna interruzione ma il denaro non è l’unica cosa che viene bruciata poiché la situazione instabile della società si sta anche ripercuotendo, inevitabilmente, sulle questioni di campo che rischiano ulteriormente di peggiorare una situazione che appare già abbastanza compromessa. Preoccupa tantissimo il poco brillante avvio di campionato in cui nessuno, al momento, sembra avere delle soluzioni adatte per uscire da questa brutta situazione, men che meno il nostro allenatore Massimiliano Allegri che sembra sempre più confuso, poco lucido e soprattutto abbandonato da suoi stessi giocatori, divisi al suo interno, come evidenziato anche dal recente caso Bonucci.

Parliamoci chiaro la Juventus già a Settembre è fuori dai giochi, se in campionato ancora il percorso è lungo e si può recuperare in Champions il cammino appare già compromesso e anche il modesto Maccabi Haifa appare un avversario da prendere con le dovute proporzioni poiché, in questo momento, tutti possono vincere con la Juventus basta essere soprattutto in condizioni fisiche e mentali superiori aldilà del mero aspetto tecnico e tattico. E allora come se ne esce da questo caos generale? È difficile riparare ai disastri perpetrati in tutti questi anni ma la cosa che lascia davvero di stucco è che la Juventus sembra bruciare tutto quello che “tocca” e quando raggiungi questo livello di gravità è evidente che i problemi di campo passano, si fa per dire, in secondo piano poiché c’è qualcosa di più “profondo” all’interno della società, qualcosa di “marcio” che sta divorando tutto dall’interno e questo si ripercuote, inevitabilmente, sul mondo Juventus. Gli esempi sono tanti, basta vedere Vlahovic e Locatelli, due giocatori che sembrano sempre più l’ombra di se stessi pagati, fior fior di Milioni e che rischiano seriamente di dimezzare il loro valore se la Juventus dovesse continuare su questa strada. Ovviamente non sono gli unici a rendere meno rispetto al loro reale valore ma la sensazione, anche dai risultati ottenuti in questi giorni da tutti i giocatori con le loro rispettive nazionali, e che basta allontanarsi dall’aria “pesante” della Continassa per risorgere con delle prestazioni convincenti salvo gli infortuni del caso sempre ricorrenti e in grande numero. Il depauperamento del patrimonio “aziendale” inteso come parco giocatori per una società di calcio, non è un problema secondario e dovrebbe essere valutato attentamente soprattutto se in futuro si ha l’intenzione di rivendere i propri asset sul mercato ad un prezzo maggiore rispetto a quello per cui sono stati acquistati. Basta andare a vedere il caso Deligt di quest’estate venduto, 67 + 10 di bonus, a poco più del suo prezzo di acquisto, 70 + 10 di bonus nel 2019, con un plusvalenza ottenuta solo perché in parte il costo del cartellino era stato ammortizzato nei tre anni precedenti.

Ma tornando all’attualità e a quello che sta succedendo in questa, già, tribolata stagione ci permetterete di dire che quello a cui stiamo assistendo è un assoluta vergogna. Vedete perché qui non si ha la presunzione di vincere sempre, nonostante il nostro motto dica tutt’altro, poiché dopo un lunghissimo ciclo di vittorie consecutive durato dieci anni è normale e per l’appunto “ciclico” che per la legge dei grandi numeri si debba dare spazio a qualcun altro come accade anche molto spesso nella vita di tutti i giorni; però ci sono modi e modi di ricominciare per tentare di ricostruire un ciclo vincente ed è abbastanza evidente che questa strada intrapresa appena due anni fa, in questo momento, non porta da nessuna parte se non alla deriva totale di una barca che sta imbarcando acqua da tutte le parti e ad una velocità disarmante.E allora è chiaro che queste vicende vadano risolte e anche in fretta perché il futuro non può più attendere e si deve obbligatoriamente ritornare a vincere subito per salvare il salvabile. Tanto per cominciare si potrebbe procedere all’ingaggio di un vero direttore sportivo, figura che manca dai tempi di Marotta perché si è deciso di puntare sempre su soluzioni “interne” anziché affidarsi a gente esterna al mondo bianconero. Si potrebbe cominciare a creare una fitta rete di scouting che sembrerebbe mancare dai tempi in cui era lo stesso Fabio Paratici ad occuparsene esclusivamente quando era il braccio destro di Marotta. Si potrebbe cominciare ad instaurare un codice etico che sia il più possibile efficace soprattutto con chi non sta alle regole e continua a farsi i porci comodi propri come sembra essere in questo momento alla Juventus. Ma soprattutto smettiamola di parlare di stile Juventus, di signorilità, della giacca e cravatta, ormai tutto questo non esiste più è stato “annientato” da un pezzo oggi non ci sono più quegli uomini, quei dirigenti, quei presidenti era un'altra epoca. Oggi occorre più che mai ricostituire il DNA Juventus, ritornare a fare paura sul campo, bisogna riavvicinare i tifosi per trasformare lo Stadium in una bolgia come lo era solo qualche anno fa.

Oggi la Juventus sembra una società di sprovveduti, di gente improvvisata che naviga a vista in attesa di una miracolosa “ripresa” come se tutto può essere risolto in un batter d’occhio dopo la pausa delle nazionali, non è così, non sarà così e purtroppo mi duole dirlo ma la “vera” Juventus tornerà chissà fra quanti anni: “Sinceramente caro presidente e cari dirigenti siamo stufi del vostro continuo silenzio, siamo stufi della vostra continua incapacità nel non saper prendere decisioni di un certo peso solo per difendere un’idea che si è rivelata, col senno di poi, totalmente sbagliata. Dunque basta con le raccomandazioni o con le amicizie delle amicizie qui occorrono dei cambiamenti radicali come avvenne in quel lontano 2010. Occorre della gente nuova, che soprattutto abbia a cuore le sorti della Juventus e attualmente nessuno di quelli presenti, tra allenatore, calciatori e dirigenti, sembra tendere verso questa direzione. Ancora non è troppo tardi per rimettere in piedi questa stagione ma occorre farlo tutti insieme e chi non è convinto o non ha le capacità per farlo faccia un legittimo passo indietro. La Juventus è più importante degli uomini e adesso è giunto il momento di dimostrarlo”.

FinoallaFine
Ciccio