Velocità supersonica, dribbling ubriacante e destro secco che non dava scampo al portiere. Luis Nazario De Lima, meglio conosciuto come Ronaldo, è stato il simbolo di un calcio ormai superato e nostalgico che ancora fa scendere una lacrima agli appassionati forse delusi e stressati da un tipo di futbol moderno e in continuo mutamento.

Il brasiliano ha ricoperto un ruolo fondamentale nella crescita di ogni calciatore. Non ci credete? Chiedete a Lionel Messi. L'argentino definisce il numero nove per eccellenza come il migliore di tutti, anzi come un eroe rispetto ai vari Rivaldo, Zidane e Ronaldinho.

L'opinione della "Pulce" è condivisibile: Ronaldo è stato uno dei precursori di quella generazione di talenti che tuttora conserva in cameretta i poster e le videocassette di uno degli attaccanti più rappresentativi della storia degli ultimi anni.

Ronnie ha fatto innamorare anche l'Italia, specialmente il popolo nerazzurro.
Lazio-Inter, finale di Coppa Uefa del 1998. Lo strabiliante centravanti carioca lascia sul posto Marchegiani e deposita in rete il pallone che consegna ai nerazzurri il primo trofeo europeo della gestione Massimo Moratti. L'estremo difensore dei biancocelesti viene saltato come un birillo e nulla può di fronte a un tornado di tecnica e classe. Quella classe che inoltre aveva ammaliato il Camp Nou.

Quella notte fu da incorniciare: sul tabellino dei marcatori scrive il suo nome anche "El Tractor" Javier Zanetti con un destro potente e preciso infilatosi nel sette, quasi imprendibile e semplicemente perfetto. Eppure l'azione più iconica l'ha regalata quel campione con lo spazio tra i denti: corsa repentina, numero dieci sulla schiena, doppio passo da far girare la testa e piattone con la sfera in fondo al sacco.

Il "Parc des Princes" si tinse di nero e blu: qualche anno dopo Alessandro Nesta (guarda caso umiliato dal brasiliano in quella sfida) riuscì a consolarsi con la vittoria della stessa competizione. Ma le prodezze di Ronnie furono indelebili per lui.

Ronaldo, dopo tanti infortuni che hanno condizionato la sua carriera, torna a vincere nel 2002 nel Mondiale. Ma purtroppo la storia d'amore con la Beneamata, a causa del cinque maggio, volge al termine. 

Le lacrime hanno un sapore diverso, le foto diventano stinte. Quella di Parigi invece rimane a colori, con la città più romantica d'Europa che una notte si innamorò del "Fenomeno".