Dopo una giornata da ricordare fatta di tweet e di annunci sorprendenti adesso concentriamoci sull'uomo del momento: José Mourinho. Il tecnico portoghese soprannominato "Special One" è il nuovo allenatore della Roma, con quest'ultima che non ha badato a spese nel portare Mou alla capitale. Ma siete davvero sicuri che la mossa della proprietà americana targata Friedkin sia quella giusta? La risposta è no. Spiegazioni.

Mourinho viene da alcune annate burrascose: dopo gli esoneri con Manchester United e Tottenham e anche le parentesi con Chelsea e Real l'uomo di Setubal vorrebbe rilanciarsi con un'altra squadra, spinto forse dal suo desiderio di rivalsa nei confronti di quel calcio che l'ha abbandonato mettendolo più volte alla gogna. La stampa inglese non si è sottratta nel lanciare frecciatine e con lei anche quella spagnola, sottolineando come Mou sia ormai in decadenza vista non solo l'età ma anche la sua incapacità di trasmettere una mentalità vincente in ogni club dov'è approdato. Se a questo aggiungiamo anche la sua mancata propensione al cosiddetto "bel gioco" allora otteniamo un mix di elementi che ci fanno credere come Mourinho abbia ormai fatto il suo tempo.

I bei tempi con Porto, Inter e Chelsea di Roman Abramovich appartengono al passato: la mancanza di idee nascosta con il vecchio "catenaccio e contropiede" e la "filosofia vincente" più volte rimarcata durante le ultime parentesi hanno portati a risultati scialbi e non degni delle statistiche. Un esempio? Gli Spurs. Mou, durante la sua seconda esperienza londinese ha fatto venire a galla tutte le sue difficoltà. "C’è qualcuno che insisterà dicendo che stiamo parlando di un vincente nato, ma c’è una crescente sensazione che la sua fine sia vicina", ha detto il presidente Levy, quasi a voler dire che stiamo parlando di un allenatore "superato" e abile solo in ambito comunicativo senza però perseguire i risultati sperati. Non a caso il Tottenham con Mou è rimasto a mani vuote.

Ma adesso concentriamoci sui Friedkin: gli americani giallorossi hanno deciso di virare su un profilo forse un po' troppo vecchio e utile solo a riempire le pagine dei giornali. Mossa perfettamente riuscita: il titolo della Roma in Borsa è letteralmente schizzato in fretta e nessuno poteva prevedere una decisione così scioccante. Se da un lato i giallorossi hanno avuto un assaggio dell'effetto Mou dall'altro c'è il rischio che l'euforia nella città possa completamente svanire dopo i primi nodi al pettine dal punto di vista tattico. E' vero, l'avventura non è ancora cominciata ma l'effetto mediatico lascia intendere che la Roma stia affrontando qualcosa più grande di lei e che adesso "il progetto" sembrerebbe aver subito una sterzata. Tutto questo è ovviamente falso: non si può parlare di basi solide se dietro non c'è una mentalità ben definita, non si può parlare di upgrade se ancora non sono stati raggiunti traguardi e non si può parlare manco di appeal visto che il nuovo allenatore ha semplicemente accettato per ripiego e per una cifra succosa sul contratto. 

L'arrivo di Mou è solo il frutto dell'incompetenza della proprietà e per il tecnico non è nient'altro che "un prologo dell'epilogo". E le citazioni in conferenza stampa...per favore...lasciamole i tifosi (forse frastornati da un'ubriacatura senza senso).