Facciamo un passo indietro: la Juventus ha battuto la Sampdoria fissando il punteggio sul 2-0 grazie alle reti di Bernardeschi e Ronaldo. Nono scudetto consecutivo per i bianconeri, il primo per Sarri. Partiamo da quest'ultimo: chi dice che il tecnico toscano non abbia avuto difficoltà nel corso di questa stagione si sbaglia di grosso! Sarri ha cercato (e ancora ci sta provando) a dare un'identità alla squadra. Consideriamo adesso i singoli, come ad esempio Matuidi. Il francese potrebbe essere definito un diesel da corsa abile nel dare manforte a centrocampo ma non a incidere in attacco. Un profilo che non può essere paragonato a Hamsik, uno dei tanti giocatori che ha fatto la fortuna del Sarrismo. Un altro profilo? Rabiot (seppur preso quando c'era Allegri). Il francese è in grande spolvero, archiviate le brutte prestazioni di inizio anno e finale degno di nota che l'ha reso una nuova pedina della Juve. Il problema? Non è come Allan. Se in fase offensiva Rabiot è migliorato parecchio di certo non si può dire lo stesso anche in fase di ripiegamento. E a questi due giocatori aggiugiamo anche CR7: il portoghese è scontento, i compagni non lo servono a dovere e il teatrino con Sarri nel corso del Derby della Mole di certo non ha fatto piacere ai tifosi. Tutti adesso giudicano Sarri e il suo titolo, quasi a sminuire un lavoro cominciato e che è ancora work in progress. La colpa è sua? No! E' di Paratici.

Spiegazioni. Facciamo ancora un passo indietro: dopo l'addio di Allegri tutti gli allenatori adocchiati dalla Juventus erano sotto contratto. Poi il via libera del Chelsea e infine via alla "rivoluzione sarriana" (se così può essere definita). Quando si prende un nuovo tecnico bisogna necessariamente assecondare le sue richieste e studiare ciò che è giusto per la squadra. Sarri non ha colpe, perché essendo cresciuto a pane e futbol sta cercando in tutti i modi di scacciare una mentalità "allegriana" che, anche se povera di spettacolo, ha fatto le fortune della Continassa. La vera responsabilità è di Paratici: il dirigente bianconero non è riuscito ad assicurare al tecnico toscano i giusti interpreti per esaudire quel desiderio di vedere la Juve giocare finalmente un calcio champagne. Bisogna aggiungere anche che l'addio di Marotta ha letteralmente frastornato l'ambiente e che il progetto rivale (Inter) sarebbe al momento quello più solido dal punto di vista del mercato. Esempi: Eriksen e Hakimi due profili, gli stessi che Paratici ha provato a strappare ai nerazzurri.

Non basta Kulusevski per fare il salto di qualità... E sì, a questo mettiamo pure il mancato trasferimento di Haaland in bianconero. Se bisogna competere a massimi livelli non basta solo prendere un nuovo coach con idee più che legittime e nobili, bensì serve anche un po' di criterio e competitività sul mercato. Tutti sono bravi a dire: "Demerito delle rivali", "Sarri out" e "Questo non è il suo scudetto". Per vincere oltre al tecnico ci vogliono i giocatori e se il "Sarrismo" ha funzionato al Napoli e alla Juve finché ci sarà Paratici non funzionerà. E forse quest'ultimo dovrebbe rivedere i suoi piani per costruire una squadra razionale.