Se pensiamo al Parma il ricordo che ci torna in mente è senza dubbio la Coppa Uefa vinta a Mosca quasi vent'anni fa. Una squadra che faceva sognare la gente, merito di alcuni giocatori come Thuram, Cannavaro, Chiesa, Buffon e Veron giusto per citarne alcuni. E sulla panchina? Alberto Malesani. Il tecnico ormai è conosciuto per le sue uscite in conferenza stampa che l'hanno reso un'icona per alcuni amanti del calcio. Ma ciò che non passa in testa a molti competenti di calcio è la sua rivoluzione in difesa.  

Malesani è stato uno dei primi a proporre la difesa a tre, una scelta atipica, ma efficace che ha arginato nel capitolo conclusivo della competizione (adesso conosciuta come Europa League) un Olympique Marsiglia caratterizzato da stelle come Dugarry, Ravanelli, Gallas, Blanc e Robert Pires.

Il presidente? Stefano Tanzi, famosissimo per aver creato un impero che tuttora persiste e che prende il nome di Parmalat.
Un club che ha manifestato la sua superiorità, certificata già alla vigilia della finalissima del Luzniki grazie al trionfo in Coppa Italia. Quasi un antipasto in vista del grande appuntamento con la storia.
Un collettivo particolarmente affiatato che faceva del mix generato dai singoli in suo punto di forza. Basta solo pensare alla "Brujita" (Veron): dai suoi piedi partivano le azioni più pericolose. Borghossian e Fuser mastini della mediana, con il loro compito da gregari che hanno reso sempre più solido un centrocampo semplicemente perfetto. All'epoca i wonderkid italiani Cannavaro e Buffon si stavano affacciando da poco al mondo del pallone, ma la personalità e il carisma li rendevano degli elementi aggiunti per il feeling nel mosaico tattico gialloblu. Inutile dire che per loro il resto è storia. E se aggiungiamo Crespo e Chiesa, scende una lacrima per tutti i nostalgici di quell'epoca. 

Era impossibile non amare quella squadra, dall'animo provinciale, tecnico e rivoluzionario.
Il Parma è stato l'ultimo club ad uscire vincitore dall'ultimo palcoscenico europeo, seppur minore, considerato il blasone delle altre compagini. Coinvolgente e affascinante, quasi come il collettivo che l'ha reso memorabile negli almanacchi del calcio italiano. E chissà se un giorno vedremo altri alzare quella coppa.