Ci sarebbero tante ragioni per tifare Brasile che la vera sfida sarebbe trovarne una per astenersi. Si potrebbe simpatizzare per i carioca perché sono la dimostrazione del bel gioco, della gioia primordiale che trova terreno fertile sotto i riflettori di un campo da calcio. Ma ciò che balza all'occhio è la rosa più eterogenea e più europea di sempre: Inghilterra, Italia, Spagna e Portogallo sono solo alcuni dei paesi dove il ct Tite ha pescato le sue pedine per l'imminente Copa America. Adesso il compito di riportare la Seleçao a vincere spetta a questo tecnico più del nostro continente che di quello sudamericano, infatti l'idea di gioco è decisamente diversa rispetto a quella vista coi precedenti allenatori. Dall'organico fino ad arrivare a curiosità e simboli. Ecco perché bisogna fare il tifo per il Brasile. 

ORGANICO
- Cominciamo dalla porta: Alisson, Cassio ed Ederson. Il primo è fresco di vittoria nella finale del Wanda Metropolitano contro il Tottenham ed ha inoltre ricevuto il premio come miglior estremo difensore della Premier League. In panchina c'è un profilo noto in Sudamerica, dopo la vittoria della Copa Libertadores nel 2012 e in seguito a parate plastiche che l'hanno reso un portiere saracinesca. A terminare il trio ci pensa Ederson: trafila nel Benfica e botto nel City di Guardiola grazie alla sua abilità coi piedi e ai suoi riflessi che lo rendono un pararigori. Insomma, piedi educatissimi e reattività animalesca. Nella retroguardia, oltre ai vari Dani Alves, Thiago Silva e Filipe Luis spiccano Militao e Fagner. Il gioiellino del Porto (già prenotato dal Real Madrid) è considerato come il nuovo Maicon, mentre il secondo si presenta come un rincalzo di lusso data la sua esperienza ed età. Dimostrazione di come il collettivo sia un mix tra esperienza e prospettiva. E a centrocampo? C'è Lucas Paquetà. Dopo l'exploit sotto i riflettori di San Siro, Tite non ci ha pensato due volte a chiamare la stellina del Milan. Dribbling, tecnica e visione rendono Lucas un jolly in fase offensiva. In attacco battesimo per Richarlison (letteralmente impazzito di gioia alla convocazione), Neres ed Everton, "prodotti" della new generation pronti al grande salto e a creare possibili grattacapi alle difese avversarie. E perché no? Anche a supportare un tale "O'Ney". Oltre alla rosa ci sono altri validi motivi per tifare Tite & Co., che potrebbero essere scovati tramite costumi e icone rappresentative.​​

SIMBOLI E CURIOSITÀ - Alla parola Brasile colleghiamo senza problemi la città di Rio De Janeiro. Nonostante la capitale sia Brasilia, quella di Rio è senza dubbio la pù conosciuta specialmente per il carnevale e la statua di Cristo Redentore (utilizzato in passato dalla Pirelli per una campagna pubblicitaria con un tale Luis Nazario de Lima, meglio conosciuto come Ronaldo). Quel carnevale fatto di colori e fuochi d'artificio, che i tifosi sperano di vedere presto in un'altra salsa sul rettangolo verde con l'auspicio di sollevare una coppa alquanto stregata nelle ultime edizioni. Inoltre come non citare le spiagge lunghe e sabbiose di Copacabana che, seppur belle e fonte d'ispirazione per giocate da funambolo, sembrerebbero ormai superate dato il mutamento della Seleçao in un calcio nuovo e pragmatico, forse più "operaio". È un Brasile talentuoso ma del tutto rinnovato. E vederli forse vincere con qualcuna delle nostre filosofie sarebbe già una consolazione per noi europei sempre schizzinosi nei confronti del calcio sudamericano. E se tutto questo non dovesse bastare, si tiferebbe Brasile perché è il Brasile, perché è semplicemente la Seleçao.