Era entrata nella storia dopo il terzo scudetto di fila; è leggenda dal terzo double consecutivo.
E adesso, dopo il quarto double consecutivo, cos'è? E' semplicemente la Juventus!

E per la Juventus vincere è la cosa più naturale del mondo, è il suo motto: "Vincere è l'unica cosa che conta". Un mantra, ormai una litania che accompagna tutte le stagioni della Vecchia Signora. Al punto che è necessario che Pjanic (non proprio un senatore, e forse anche per questo più attendibile) puntualizzi nel post partita di ieri sera che la Juventus ha fatto qualcosa di straordinario, e che dall'esterno (in sintesi) non ci si rende conto delle imprese della squadra. In effetti, tutto sembra riuscire facile, i tifosi ormai si sono abituati. Ma sette scudetti e quattro coppe nazionali di fila sono il frutto di qualcosa di davvero straordinario. E' vero che Allegri dispone della rosa di gran lunga più competitiva nel panorama nazionale, ma per raggiungere questi traguardi ci vuole qualcosa di più. E questo "qualcosa" è la mentalità vincente, ma non solo.

La società è l'unica della serie A che riesce a programmare i propri successi. Dalla prima stagione di Conte a quest'ultima di Allegri, Marotta e Paratici sono stati in grado di integrare anno dopo anno la rosa, senza far venir meno quello zoccolo duro (i senatori) depositari del mantra. Chi arriva si adegua, e lo fa velocemente, al punto che diventa egli stesso depositario di quella stessa mentalità. A dimostrazione di cosa sia la "mentalità Juve", è sufficiente ricordare che fine hanno fatto, lontano da Vinovo, istituzioni del calcio juventino quali Tevez, Morata, Vidal, Pogba, Bonucci, gente che adesso farebbe di tutto per rientrare. 

Un altro esempio mi sento di sottolineare, e riguarda proprio Miralem Pjanic, uno tra quelli che di più è riuscito a razionalizzare la mentalità che si respira in casa Juve, e non tanto per le parole spese per la sua squadra ieri sera. Pjanic è colui il quale ha rischiato l'espulsione in Inter-Juventus per il semplice fatto che desiderava dare quel qualcosa in più che non era nelle sue corde: rincorrere gli avversari; è colui il quale a ogni sostituzione usciva ed esce a testa bassa, occhi sul prato, nell'incertezza di non aver dato il massimo; è colui il quale, in ogni dichiarazione, parla come se avesse trascorso nella Juventus l'intera carriera. Insomma, un non senatore che parla e agisce come un senatore. 

E tutti i "nuovi" hanno sottolineato come questa mentalità dipenda proprio da gente come Buffon, Barzagli, Chiellini, Marchisio (che ieri con merito ha alzato la coppa). Poi la società ha fatto fa e continuerà a fare il resto. Sotto questo aspetto ciascuno ha il proprio ruolo. In un precedente articolo ho sottolineato l'importanza per questa squadra dell'apparato societario. Marotta ha un contratto a tempo indeterminato, semplicemente perchè è insostituibile. Ha speso 40 milioni per un certo Dybala; ne ha spesi poco di più per uno come Douglas Costa; 37 per Pjanic e così via. Mai una spesa folle, tutte scelte oculate, frutto di un lavoro certosino svolto sempre con largo anticipo sulle concorrenti. E' sufficiente ricordare la proposta indecente ricevuta per Caldara, un giocatore che ancora alla Juve deve arrivare: 50 milioni dalla Premier ... la Juventus lo ha pagato 15! Insomma, Marotta è sempre stato in grado di modificare la rosa senza stravolgerla, e lo ha fatto senza mettere in pericolo il bilancio societario. Poco per volta è stato costretto a sostiutire giocatori importanti, ma l'ossatura è sempre rimasta.

Ecco perchè sbaglia chi afferma che la Juventus va rifondata. Nessuna rifondazione, solo un ritocco per sostituire chi inevitabilmente per scelta o per età deve abbandonare. E allora ecco Emre Can, al posto di Khedira. Arriverà un centrale difensivo forte, con esperienza, perchè sia Barzagli che Chiellini sono agli sgoccioli. Anche super Mario sembra poter andar via, ed ecco il nome suggestivo di Morata per sostituirlo.

Insomma, la Juventus è davvero l'unica società italiana tra le pretendenti al titolo ad avere le carte in regola per perpetuare le vittorie, anno dopo anno. E scommettiamo che, quando arriverà il giorno in cui sarà spodestata, saprà immediatamente rimettersi sulla giusta carreggiata. Al resto ci pensa lo "Juventus Museum", una vera stanza dei trofei, da cui tutti i giocatori neo arrivati sono obbligati a passare nel primo giorno di scuola, perchè abbiano subito l'idea del mondo in cui sono entrati.