La sensazione è che ne vedremo delle belle nei prossimi 3/5 anni. Nella mente del presidente della Juventus Andrea Agnelli c'è un inseguimento a ritmi serrati dei livelli di ricavi dei primi 4 top club europei. E' di questi giorni la notizia che il Barcellona ha sfiorato il MILIARDO (già... proprio così!) di euro di ricavi, e sarebbe pronta la strategia per varcare la soglia; il Manchester United annuncia 660 milioni di ricavi; Real Madrid e Bayern di Monaco sono le altre due big che fungono da lepri in questa speciale classifica.

La Juventus, a confronto, è ancora piccola. I suoi ricavi sembrano stabilmente essere sopra i 400 milioni, ma il gap con le altre è ancora ingente. Agnelli ha l'obiettivo di accorciare sensibilmente le distanze in breve tempo, e in questa ottica si deve inserire l'acquisto di Ronaldo, che ai più scettici è sembrato un azzardo. In questi giorni il rampollo di casa Agnelli ha spiegato che, per incrementare i ricavi e per restare al vertice del calcio europeo, è fondamentale investire. Prima il J Medical, poi la Continassa, ancora la Juventus women, infine l'arrivo di CR7 sono investimenti di grande rilievo che non hanno solo ripercussioni sportive (l'eventuale vittoria della Champions League), ma hanno soprattutto prospettiva commerciale. Ronaldo è un'azienda vivente, rappresenta egli stesso un marchio che tra l'altro si vende da solo. 

Secondo Agnelli, Ronaldo è solo il punto di partenza. E' di questi giorni la notizia di nuove partnership in Asia, continente in cui la Juve sta addirittura aprendo un ufficio stabile, con tanto di staff, una vera e propria divisione aziendale. Questa scelta è attuata soprattutto per sfruttare il "marchio Ronaldo" che per esempio in Cina è diffusissimo. Ancora, David Trezeguet ha appena inaugurato una Juventus Academy in Vietnam. Insomma , la Juventus si muove su più fronti, e questa espansione fa dire ad Agnelli che è giunto il momento di acquistare il "prossimo Ronaldo", annuncio che ha scaldato i cuori dei tifosi della Juventus, ma che a oggi sembra ancora molto improbabile, almeno nell'immediato. 

Viste le ambizioni del Presidente, e visti i risultati fino ad ora raggiunti, è necessario dargli credito. L'affermazione che "cambiano gli uomini, ma il modello Juve resta", sta a significare proprio questo: non è solo grazie agli uomini  che la Juventus è cresciuta, ma anche grazie a un modello che ha garantito stabilità e compattezza. Evidentemente Agnelli ha le idee chiare, ha un progetto ben preciso, progetto di cui un uomo "conservatore" come Marotta non può far parte. E' noto che Marotta è stato scettico sia sull'acquisto di Higuain, che su quello di CR7. L'ex AD della Juventus sembrava l'unico che potesse indurre a profonda riflessione il Presidente. Agnelli ha semplicemente scelto di farne a meno. E, stando alle sue dichiarazioni, non sembra neppure essere fondamentale che il nome da sostituire a quello di Marotta sia altisonante: più degli uomini conta il modello.  

Nel frattempo, o forse all'inizio della sua strategia, Agnelli è diventato presidente dell'ECA, e da una posizione di prestigio sembra poter guidare il progetto della Superlega, che consentirebbe soprattutto ai club di nicchia (i top club ... per intenderci) una forza economica ancora maggiore.

Insomma, Andrea Agnelli, tanto quanto la Juventus, sembra essere sulla rampa di lancio. La sua visione del calcio è adesso identica a quella dei più prestigiosi club europei. I ricavi da Champions non sono l'unica strategia di crescita perseguibile. Le società di calcio, ai suoi occhi, devono essere aziende globali che promuovono brand, piuttosto che società sportive. Da questo punto di vista, l'unica società italiana che sembra aver intrapreso questa strada e acquisito questa mentalità è l'Inter. Il colosso Suning può ripetere l'escalation che ha caratterizzato la crescita della Juventus. 

Il prossimo CdA in programma a fine mese potrà gettare ulteriore luce sulle intenzioni di Agnelli. Non resta che attendere: si annuncia una rivoluzione.