Per favore smettiamola tutti di chiamarlo maestro e lasciamolo lavorare in santa pace.
Andrea Pirlo adesso è un allenatore non più il grande giocatore di un tempo, ha un ruolo ben diverso nel quale ancora non è riuscito a calarsi del tutto per via della sua totale inesperienza e per la mancanza di tempo nel mettere in atto le sue idee prima dell’inizio di questa stagione. Devo ammettere che l'andamento negli ultimi turni di campionato, compresa la grande prestazione di Barcellona, mi avevano fatto ben sperare verso un proseguo di stagione migliore. Ma la bruttissima prestazione contro la Fiorentina, di martedì sera, mi ha subito riportato con i piedi per terra facendomi rassegnare al pensiero che questo, forse, sarà più un anno di transizione e di costruzione che di vittorie. Essendo un torneo, il campionato, a tappe la rimonta è ancora possibile, ci mancherebbe, ma i risultati sin qui raggiunti e le prestazioni altalenanti non fanno ben sperare per il futuro, troppo poco per un club in cui “la vittoria è l’unica cosa che conta”. La Juventus, oltre alle grandi lacune mostrate dalla rosa, ha un enorme problema caratteriale soprattutto contro le piccole squadre; scende in campo con la consapevolezza, sbagliata, di sentirsi superiore rispetto all’avversario riponendo fin troppa fiducia nei colpi dei singoli in grado di risolvere le partite grazie ad una loro giocata. Non è più una Juve famelica ma anzi sembra essere una squadra senza carattere e con un'insufficiente voglia di sacrificarsi. Tante volte Andrea Pirlo ha cercato di mettere in evidenza questa caratteristica nei suoi discorsi ma molti giocatori e come se avessero staccato la spina facendo vedere in campo degli errori incredibili che non si addicono a campioni di questo calibro. La partita con la Fiorentina rappresenta la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, una squadra scesa in campo con un approccio non da Juventus, una brutta sconfitta figlia anche delle scelte errate di Pirlo e di una rosa incompleta, ancora una volta, al centrocampo il vero “tallone d’Achille” da quasi quattro anni a questa parte.

I RECORD NEGATIVI
Un inizio negativo non solo nelle prestazioni in campo ma soprattutto nei numeri non all’altezza delle precedenti stagioni. Era dal campionato 1984/85 che la Juventus non faceva registrare ben sei pareggi nelle pime tredici giornate disputate. Dopo l’ultima partita giocata nel 2020 e con la sosta natalizia alle porte si può, già, tracciare un primo bilancio della gestione Pirlo in questo piccolo scorcio di stagione. Nonostante la Juventus abbia ancora una partita da recuperare contro il Napoli, il tecnico bresciano rispetto ai suoi due predecessori sulla panchina juventina ha delle statistiche non proprio esaltanti. Dopo 13 giornate di campionato, infatti, i punti raccolti sono solo 24 su 36, frutto di 6 vittorie, 6 pareggi e una sconfitta; con 25 gol fatti e 13 subiti. Dando uno sguardo all’anno precedente, con l’allenatore toscano Maurizio Sarri a dirigere la vecchia signora, Pirlo ha raccolto la bellezza di ben undici punti in meno: il tecnico di Figline aveva totalizzato 35 punti in tredici partite frutto di undici vittorie, due pareggi e zero sconfitte, con 24 gol fatti e 10 subiti. Con Allegri al timone, analizzando i numeri della sua ultima stagione in bianconero, la differenza con la gestione Pirlo diventa addirittura abissale, con ben 13 punti di ritardo. Infatti il tecnico livornese dopo tredici giornate era riuscito a totalizzare 37 punti, raccolti attraverso 12 vittorie, 1 pareggio e 0 sconfitte con 28 reti fatte e solo 8 subite. Sarebbe ingiusto adesso dare la colpa solo al tecnico bresciano, ma la Juventus non sembra più essere quella macchina schiacciasassi capace di finire la prima parte di stagione, negli ultimi nove anni, in vetta alla classifica con il titolo di campione d’inverno. La rosa è stata rimaneggiata ed è stato messo in atto un vero e proprio ricambio generazionale con l’inserimento di diversi giovani con poca esperienza a livello europeo e poco abituati a calcare grandi palcoscenici. Un rischio “calcolato”, da parte della dirigenza juventina, che inevitabilmente si sta riflettendo nei numeri fin qui molto deludenti.

UN NUOVO PROGETTO CHE RICHIEDE PAZIENZA
Dopo nove stagioni di successi veder faticare la squadra bianconera fa certamente uno strano effetto. I Vertici bianconeri, hanno deciso di rivoluzionare la rosa con l'innesto di giovani promettenti nella speranza di aprire un nuovo ciclo in vista del futuro calcistico, come più volte ripetuto da Agnelli, che coinvolgerà la Juventus nel quinquennio compreso tra il 2021 e il 2026. Un progetto ambizioso con l’obiettivo di ottenere dei successi, soprattutto, in campo europeo con un gioco più propositivo e meno difensivo rispetto al passato. Andrea Agnelli ha deciso di prendersi un rischio enorme fidandosi del suo istinto, rispetto agli anni precedenti, nella speranza di anticipare il progetto ambizioso che aveva in mente di fare con Pirlo allenatore del futuro e non del presente. Pirlo ha convinto Agnelli a dirigere la prima squadra con le sue idee di calcio e con il suo entusiasmo, elementi non sufficienti tuttavia per allenare una squadra abituata a lottare su più fronti come la Juventus. Eppure nonostante sin qui i risultati non siano stati esaltanti qualcosa di buono è stato fatto e l’idea di fondo del progetto resta comunque valida. La Juventus non era certo invincibile dopo la vittoria di Parma e nemmeno al cospetto di una sontuosa prestazione al Camp Nou ma non può allo stesso tempo, essere condannata dopo una sconfitta, seppur brutta, contro la Fiorentina. La squadra bianconera non perdeva una partita con uno scarto di tre gol da circa dieci anni ovvero dal Gennaio del 2011 contro il Napoli, tutto ciò per dire come la sconfitta contro i viola sia stato sicuramente un passo falso da tenere in considerazione ma che lascia aperto a qualsiasi risultato soprattutto per via dell’incertezza di queste particolari stagioni colpite dal Covid. Nonostante i risultati siano sicuramente non soddisfacenti fino a questo momento, la rivoluzione messa in atto in estate comunque comincia ad intravedersi, un progetto esiste, Pirlo ha un concezione di calcio molto chiara e ben definita e sta cercando di metterla in pratica con il trascorrere del tempo. Una precisa idea di gioco, padronanza e recupero palla, che invece non si era intravista con Sarri, ovviamente il tecnico bresciano ha bisogno di tempo e di calma per poter vedere le sue idee trasmesse anche alla squadra e soprattutto sul campo. Bisogna ricordare che la mancanza di un ritiro pre-campionato, soprattutto per un allenatore senza esperienza, ha influito notevolmente nel processo di apprendimento di quei concetti fondamentali necessari a far rendere la sua squadra al massimo. Servono, quindi, pazienza a Pirlo e alla Juventus per vedere questo progetto realizzarsi con successo.

NON CHIAMATELO MAESTRO “PER ORA”
Se andiamo alla ricerca, sul dizionario, della parola “Maestro” troviamo la seguente definizione: “Persona che in virtù delle cognizioni e delle esperienze acquisite risulta all'altezza di contribuire in tutto o in parte all'altrui preparazione o formazione”. Una definizione chiara in cui Pirlo, da allenatore, non può rispecchiarsi soprattutto alla voce “esperienze acquisite”, il tecnico bresciano è stato un grande campione su questo nessun dubbio e il suo soprannome ha un origine ben specifica e rispecchia le grandi giocate che riusciva a fare sul rettangolo di gioco. Continuare, assiduamente, a chiamarlo Maestro anche da allenatore non riflette affatto la sua attuale posizione, poichè non ha nessuna esperienza, si è deciso di fargli bruciare le tappe di un progetto che lo avrebbe visto protagonista, come tecnico della prima squadra, in futuro, partendo dalla squadra Under 23. Un dato è certo la Juventus sta andando male ma sarebbe ingiusto addossare tutte le colpe al tecnico bresciano, per questo chiamarlo “Maestro” non gli fa bene, come fai ad insegnare ad altri quello che tu stesso non hai messo in atto? Ha bisogno di esperienza, di sbagliare e di correggere i suoi errori, ma alla Juve non ha avuto il tempo necessario di poterlo fare senza però complicare troppo la stagione. La Juventus rischia seriamente di non vincere lo scudetto distante già dieci punti(anche se ha una partita in meno) ma soprattutto di non qualificarsi alla Champions League con la sua classifica attuale. Un risultato forse ben più grave che contribuirebbe, per via dei mancati introiti, ad aumentare un passivo di bilancio già peraltro molto elevato. Volendo però pensare positivi un punto di vista mi sento di metterlo in evidenza nei confronti di Pirlo e se invece la sua squadra puntasse tutto alla conquista della Champions lasciando andare il campionato? Pensateci bene, Pirlo come suo più grande Maestro ha avuto Carlo Ancelotti. Fu lui a credere nelle qualità di Andrea, quando dall’Inter si trasferì al Milan, contribuendo a farlo diventare uno dei più grandi centrocampisti del Mondo. E’chiaro. Pirlo non avendo alcuna esperienza pregressa in altre squadre da allenatore per fare bene il suo mestiere prende spunto dai tecnici che lo hanno allenato in passato e sicuramente Ancelotti rappresenta la sua fonte di ispirazione primaria. Nel corso della sua carriera di allenatore la coppa dalle grandi orecchie ha rappresentato sempre il trofeo preferito rispetto ai campionati. Non a caso Carlo Ancelotti rappresenta uno dei pochi tecnici al Mondo (insieme a Zidane e Pasley) ad aver vinto la Champions per tre volte da allenatore. Sicuramente la massima competizione europea rappresenta un torneo del tutto imprevedibile dove i dettagli fanno sempre la differenza ma questa squadra sembra avere più una fisionomia da Champions rispetto al campionato e magari la tranquillità, l’entusiasmo e le idee di Pirlo possono fare in modo di portare questo “sogno” a compimento dopo ventiquattro anni di rincorse.

UNA JUVENTUS AL CENTRO DEL MIRINO
Tuttavia non soltanto i risultati negativi degli ultimi tempi stanno influendo sull’andamento della Juventus, ma anche dei fattori extracampo piuttosto importanti
. A tutto questo è ora di dire basta, Agnelli dovrebbe farsi sentire, non voglio fare delle polemiche inutili o attaccarmi a sviste arbitrarli che stanno diventando comunque numerose a danno della Juventus, però la squadra bianconera sta subendo un attacco su tutti i fronti. La sentenza con il Napoli è un qualcosa di veramente assurdo, ora non voglio addentrarmi nei meriti di chi a torto o ragione ma decidere dopo tre mesi di rigiocare una partita in cui c’erano già state delle sentenze con motivazioni anche abbastanza chiare con violazione di protocolli ben definiti, lascia veramente l’amaro in bocca e fa abbassare notevolmente la voglia di seguire il calcio oltre a perdere di credibilità l’intero sistema calcio italiano già allo sfascio da diversi anni. La Juventus in tutto ciò risulta danneggiata enormemente non solo poichè dovrà rigiocare una partita in un periodo già fitto di impegni ravvicinati e in concomitanza con scontri diretti di vertice per la conquista del campionato ma perché la squadra bianconera ha seguito il protocollo alla lettera presentandosi in campo nel giorno e nei tempi prestabiliti cosa che non è stata rispettata dalla controparte in nessun modo. Questo non è calcio ma è qualcosa di diverso a cui noi tifosi non dovremmo assistere, invito nuovamente il Presidente Agnelli a farsi sentire nelle sedi opportune per tutelare la squadra da queste illazioni, oltre che dai gravi torti arbitrali subiti.

In conclusione, mi rivolgo ai miei colleghi tifosi juventini, diamo tempo a Mister Pirlo e alla squadra, questo sarà un anno di transizione e ricostruzione, ma le basi ci sono e sono state gettate le fondamenta per un futuro roseo, ci vuole solo pazienza. Un anno difficile ci lasciamo alle spalle su tutti i fronti e ricordiamoci che la mancanza del nostro supporto in campo sta influendo notevolmente, per questo dico stiamo vicino alla squadra e sosteniamoli sempre soprattutto nei momenti di difficoltà loro hanno bisogno di noi.

Buon Natale a tutti ai miei cari amici blogger
Ciccio