Tra spezzatini, procuratori che fanno pressioni sui calciatori, calciatori che si pressano a vicenda, superleghe, supercazzole, debiti e stadi vuoti, ci si incammina verso il calciomercato di questa gigantesca macchina da soldi nella quale ci mangiano tante, troppe persone.

Benvenuti al Ristorante del calcio!
Piatti ricchi, mezze porzioni, menu assaggio, solo piatti della squadra del cuore, Happy Hour... ce n'è per tutti i gusti.
Da ieri ad arricchire il menu pallonaro è arrivata un'altra succulenta pietanza: il calcio spezzatino!
Premesso che da buon toscano non resisto davanti ad un buon piatto di cinghiale in umido ci sarebbe da riflettere su chi poi paga il conto…
Certo, per logica dividere le partite in tempi diversi significa avere più  spettatori e come conseguente logica di marketing  più sponsor da vendere; non fa una piega. Ma pensare che gli italiani si mettano in poltrona al giovedì con il pappagallo per i bisogni e si alzino il lunedì sera, è quantomeno offensivo. Se tutto questo fosse vero ci sarebbe seriamente da pensare di replicare quello che è stato fatto sui pacchetti di sigarette: immagini funeste  prima delle partite con il marito sotto un ponte e la scritta: “il calcio nuoce gravemente alla salute”.
Ma se tutto questo fosse vero ci sarebbe da imbestialirsi per il poco rispetto dei ragazzi della mia generazione abituati ad andare a vedere la squadra del cuore dal vivo, facendo coesistere fede calcistica e doveri familiari come dei veri equilibristi. Sotto l'acqua, sotto il sole, al freddo, tutti uniti con le nostre bandiere ad alimentare un sistema che più di una volta si è dimostrato ingrato e sordo.

Quello che forse non hanno ben compreso i titolari, gli chef, i maitre e i camerieri di questo fantasiosissimo ristorante, è che un piatto può essere rivisitato, rifatto completamente o tolto dal menu: ma in ogni caso il gradimento, il verdetto finale, lo darà sempre chi paga il conto. E costoro, se mai qualcuno lo avesse dimenticato, sono gli spettatori che continueranno a pagare il biglietto, la visione in tv, il cappellino, la maglia e ultimo ma non ultimo, coloro che continueranno a leggere i giornali, sia su carta che digitali.

Certo sarebbe bello se oltre al sindacato calciatori, a quello delle società, alle leghe e superleghe, alle federazioni arbitrali si aggiungesse anche il sindacato dei tifosi. Sarebbe bello che un giorno questo legittimo sindacato incrociasse le braccia dicendo "sai che c'è di nuovo oggi? Che si sciopera noi! Ci avete talmente disgustato con queste insolite pietanze, con questi accozzamenti che non hanno una logica che ce ne andiamo tutti in campagna, in mezzo al verde: tiriamo fuori un pallone, facciamo pari o dispari e creiamo le squadre e via tutti a correrci dietro".
Perchè questa è l'essenza del calcio, non dimenticatela mai.

Perché vedete, cari Signori, state puntando i vostri milioni sul piacere di vedere 23 persone che corrono dietro ad una palla, sui sogni che vengono generati da tutto questo, sulle amicizie, sulle fratellanze e sulle rivalità che tutto questo genera.
Ma al centro del progetto ci siamo sempre noi, i tifosi.
Non dimenticatelo mai.
Come diceva un grande filosofo dei nostri tempi ahimè scomparso:
Dammi retta palle!