E' notizia di pochi minuti fa che Marco nervi, Nipote del Pierluigi che realizzò lo Stadio Franchi, dopo aver scomodato archistar di tutto il mondo del calibro di Tadao Ando, Norman Foster, Richard Meier, Edouardo Souto de Moura, Alvaro Siza, Rafael Moneo, Steven Holl, Mario Cucinella e Alejandro Aravena firmatari di una lettera all'insegna di "nessuno tocchi il Franchi" consegnata al sindaco Nardella, adesso sia in cammino verso Bruxelles per protestare fermamente con la commissione petizioni del Parlamento europeo riguardo ad una presunta violazione di Diritto Ue, perché nonostante lo stadio Franchi sia stato dichiarato di interesse culturale, rischia di essere alterato, in virtù di una legge approvata di recente.

Ora, tralasciando il fatto che sono certo che nessuno dei firmatari della lettera sia mai stato veramente al Franchi né abbia idea dello stato di salute dell'immobile né tantomeno di chi oltre ai piccioni vada a visitarlo al di fuori degli incontri di calcio, il mio pensiero va a quel grande imprenditore che è Rocco Commisso, che in questo momento, oltreoceano, se la ride di gusto.
Sì perché Rocco aveva annusato l’inconfondibile puzza di problemi già in tempi non sospetti, aveva ben compreso che a parte i proclami e i plastici si sarebbe ritrovato in un tritacarne di ricorsi, di eccezioni, di stop ai lavori, di veti e anche di scioperi della fame, tanto di moda di questi periodi soprattutto quando si parla di soldi degli altri. Sì perché gli italiani tra gli innumerevoli pregi hanno anche questo piccolo difettuccio: vogliamo dire la nostra ed entrare nel merito di tutto anche quando non la cosa non ci riguarda e anche quando non ci tocca da vicino; se poi i soldi sono di qualcun altro allora è anche meglio, c’è più gusto!
Anche le stanze di potere, coscienti di questo italico difettuccio e ben sapendo di quanti ostacoli si sarebbero trovati ad affrontare il problema stadio si son guardati bene di prendere sottobraccio Rocco e proporgli idee, soluzioni e possibilità come farebbe un amministrazione indipendente e che ha a cuore il territorio, i posti di lavoro e la qualità di vita dei cittadini. Molto più saggio un “prenda un appuntamento, noi siamo qui” tono su tono, va su tutto… vuoi mettere?

E intanto anche il presidente più ricco della Serie A ha avuto modo di conoscere e apprezzare come vanno le cose qui da noi e con un po’ di delusione è dovuto tornare in America con i sacchi pieni di dollari.
Perché diciamocelo, con tutti i posti che ci sono al mondo proprio qui doveva venire ad investire e creare posti di lavoro? Ma dai ..
Mi piace pensare che oltreoceano quell’ometto arguto e iperattivo se la stia ridendo di gusto pensando all’occasione persa da tutti i fiorentini e alla riconoscenza imperitura dei piccioni e di tutti i volatili che albergheranno al Franchi almeno fino a che riuscirà a stare in piedi.
Però io un consiglio agli amministratori della nostra città lo do volentieri: ogni qualvolta arrivi una delegazione straniera, un ospite illustre, un politico da oltreoceano o una personalità del mondo dello spettacolo o della cultura o delle attività produttive portatelo in pompa magna a visitare il monumento del Franchi, raccontategli i paradigmi dell’architettura e il fascino che ancora suscita quell’opera.

Caro Rocco hai tutta la mia stima, benvenuto nel paese dei “farlocchi"... io intanto vado a farmi un panino sveglia dallo Scheggi… ah già, non c’è più, un altro monumento che hanno fatto scomparire.