E' passato velocemente nei trafiletti di ultima pagina  il gesto di Politano dopo il 2 a 1 momentaneo dei nerazzurri: le mani all'orecchio, un marchio di fabbrica di Maurito Icardi. Eppure in quel gesto e in quello che ha scatenato ci sono segnali piuttosto evidenti che è pericoloso ignorare.

Ma andiamo con ordine, il numero 16 si inventa una bella rete nell'angolino della porta difesa da Lafont e per l'esultanza mima il gesto di Icardi. Perisic si avvicina e neanche velatamente, da leader vero con uno schiaffo gli butta giù le mani fulminandolo con uno sguardo. Delle due l'una: o Politano era in malafede e voleva prendere in giro l'ex capitano nerazzurro oppure lo era il croato che non ha gradito la dedica all'argentino. E' un segnale forte, un segnale che consegna lo spogliatoio non più agli argentini ma ai croati, in ogni caso ad un altro clan. Ci ha pensato poi Wanda Nara a fugare ogni dubbio sul gesto del centrocampista croato. 

E adesso che succede?
C'è da dire che i clan negli spogliatoi ci sono sempre stati ma ma quanto abbiano più o meno comandato è sempre dipeso dalla forza e e dalla stima dell'allenatore  di turno. In questo caso mi sembra che Spalletti stia palesando tutte le debolezze e le fragilità di un duro chenon riesce ad imporsi e non riesce a dare alla squadra le sue sembianze combattive. E' innegabile che il il buon Luciano da Certaldo sia un allenatore tosto, pugnace ed esigente ma è altrettanto innegabile che una figura così autoritaria emerge e genera successi solo se la stragrande maggioranza della squadra è con lui e vive (calcisticamente) per lui. 

Non mi sembra questo il momento anzi, per come la vedo io un clan croato ben rappresentato numericamente come quello nerazzurro rischia di fare blocco, depotenziare il mister e mettere all'angolo Icardi e Martinez, uniche vittime sacrificali rimaste prima del "pijamose la Pinetina".

C'è solo da sperare che il saggio Marotta metta una pezza anche su questo problema prima di ritrovarsi in una polveriera.